Global City
di Antonio Catalano
Penso che dica bene l’architetto Maurizio Lai quando sostiene che l’urbanizzazione intensiva di Milano è stata più che un’operazione utile ai cittadini una grande manovra speculativa tesa a portare la città a un totale svuotamento.
Una citta, secondo l’architetto, diventata una fabbrica espansa a livello urbano, che funziona dal lunedì al venerdì. Una città sicuramente interessante per aziende, operatori, interessi di persone che arrivano da ogni parte del mondo e tutti gli ammiratori della “global city”, ma sicuramente ostica, forse meglio dire meglio ostile, alla comune popolazione, che non a caso è andata via (espulsa).
Al di là degli esiti di questa inchiesta, che va avanti da oltre un anno, al di là quindi del suo svolgimento giudiziario, questa vicenda è interessante perché mette in evidenza una modalità di crescita concepita all’interno della visione globalista, di cui il giusto rappresentante è il sindaco Beppe Sala, il quale non a caso ha sempre molto curato l’immagine di sé come espressione a tutto tondo della società “aperta”, stile villaggio globale…








































