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Dagli Insetti nel Piatto al “Nutriscore” in Etichetta, così Vorrebbero imporci la loro Sub-Cultura

di Paolo Lami
Dagli insetti croccanti nel piatto al Nutriscore in etichetta, il famoso “semaforo rosso” contro i cibi italiani, così l’Europa e le multinazionali hitech vorrebbero imporci la loro sub-cultura.
Una crociata di cui si sono fatti incredibilmentetestimonial persino alcuni personaggi e brand italiani subissati dalle critiche come l’astronauta Samantha Cristoforetti o la Barilla, costretta a ritirare in tutta fretta un video che ha provocato migliaia di proteste sui social.
La Coldiretti coglie l’occasione del XX Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione in corso a Roma, dove ha allestito una vera e propria galleria degli orrori che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare della Dieta Mediterranea e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie, per denunciare che sulla tavola degli italiani rischiano di finire non solo la “carne” sintetica, ma anche piatti a base di insetti, vino dealcolato, kit con polveri per fare vino e formaggi ma anche l’etichetta Nutriscore che boccia l’olio d’oliva…

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La FDA ha annunciato l’Approvazione della “Carne Coltivata in Laboratorio” dalla Società Upside Foods

Indovinate chi c’è dietro ai finanziamenti di UPSIDE?
Molte persone “attente” all’ambiente ritengono che la carne coltivata in laboratorio possa essere un’alternativa etica alla carne convenzionale. Può risolvere più problemi contemporaneamente come le richieste alimentari della popolazione in aumento, aiutare l’ambiente e consumare carne cruelty-free. Poiché è coltivata in laboratorio, il suo contenuto di grassi può anche essere modificato rendendolo più nutriente.
La carne coltivata in laboratorio è un’alternativa alla carne convenzionale. Viene coltivata in laboratorio attraverso il processo di coltura, in cui una biopsia viene prelevata da un animale vivo e le cellule staminali vengono separate dalle cellule muscolari. Queste cellule staminali sono coltivate in un mezzo che fornisce loro i nutrienti necessari per la proliferazione. Le cellule staminali si moltiplicano e si trasformano in cellule muscolari e cellule adipose, formando infine carne. La carne coltivata in laboratorio è anche chiamata carne coltivata, carne a base di cellule, carne artificiale, carne coltivata e carne di design…

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Carne “sintetica” presto nei nostri piatti. Addio ad allevamento e macellazione di animali

di Michael Pontrelli
La startup californiana Memphis Meats è già in grado di produrre in laboratorio hamburger di manzo e di pollo.
La carne sintetica si candida seriamente a diventare la più grande rivoluzione tecnologica dei prossimi anni. La startup californiana “Memphis Meats” ha raccolto ben 22 milioni di dollari per completare lo sviluppo della cosiddetta “carne pulita” e arrivare sul mercato entro il 2021. Tra i finanziatori, a conferma che si tratta di un progetto molto serio, alcuni dei big dell’economia mondiale: Google, Bill Gates, Richard Brandson e Cargill, una delle più grandi aziende agricole mondiali.
Primo hamburger in vitro degustato nel 2013
La carne sintetica o artificiale, viene prodotta in laboratorio. È un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo con l’eccezione del siero fetale. La tecnologia consente quindi di produrre hamburger o polpette senza bisogno di uccidere gli animali…

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La rivincita dei Veg: così la “Finta Carne” sta sostituendo quella vera

di Lidia Baratta 
L’industria della carne è al centro del fuoco incrociato delle produzioni e sperimentazioni di cibi alternativi, sempre più simili alla carne vera, ma senza carne. E anche le big dei macelli ora scommettono sul veg.
Burger di soia, tofu e barbabietola che… “sanguinano”. Affettati di alghe e lupino come il prosciutto. Polpette di carne cresciute in vitro. Barrette proteiche di insetti. L’industria della carne è al centro del fuoco incrociato delle produzioni e sperimentazioni di cibi alternativi, sempre più simili alla carne vera, ma senza carne. Indirizzati non più solo a vegani e vegetariani, che solo in Italia sono oltre 2 milioni, ma anche a chi ama costolette e bistecche e vuole semplicemente ridurre il consumo di proteine animali.
All’inizio, a rosicchiare fette di mercato erano aziende e startup, intente a tirare fuori dal cilindro nuove ricette per rendere gustose salsicce e fettine prodotte a partire da farine vegetali. Poi, davanti a un mercato che ha superato già i 5 miliardi di dollari, molti dei big mondiali dell’industria carnivora, si sono lanciati anche nei prodotti meatless

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