Sottrazione delle Sovranità

di Stefano Re
Sottrarre la terra agli agricoltori significa prima di tutto demolire l’ennesima forma di Sovranità.
Non è chiaro ancora lo schema generale?
Sovranità monetaria, sottratta con la moneta a debito e la tirannia bancaria;
Sovranità professionale, sottratta cancellando la libertà di impresa e demolendo ovunque la piccola e media impresa;
Sovranità culturale, sottratta con la demolizione sistematica di tradizioni e culture locali e massacrata con una finta integrazione forzata che distrugge senza creare nulla;
Sovranità identitaria, sottratta con la sistematica cancellazione delle ancore culturali di ogni singolo popolo del pianeta, dagli aborigeni australiani agli abitanti di un qualsiasi paesino europeo…

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Il Potere del Popolo

di Gloria Callarelli
Se ne parla da mesi e dunque, anche se il via libera riportato in Gazzetta Ufficiale è arrivato solo ora, era già tutto scritto.
Quello che l’Europa, l’Oms, le lobby dettano è praticamente cosa fatta. A meno che il popolo non decida di dire basta.
Se anche solo per un attimo ne sentite parlare su qualche giornale mainstream, o in qualche programma, o esce dalla bocca di qualche personaggio famoso, sia che salga su un palco o che reciti in Parlamento, significa che hanno aperto la finestra di Overton e che tutto ciò che vogliono che entri, entrerà. È solo questione di tempo.
Inutile protestare sui social, inutile ribellarsi seduti comodamente sul divano o al tavolino di un bar. Tutto quello che chiamano transizione o nuova normalità è già qui o la faranno passare. Non ha più senso lamentarsi a meno che, appunto, non ci si attivi in prima persona…

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Draghi: dai Burattini ai Burattinai

di Roberto Pecchioli
In alto hanno deciso: basta Conte, arriva Mandrake, “l’uomo-drago”. Che bella democrazia, in cui non si vota! Comico parlare di sovranità; i sovranisti della domenica troveranno il modo di allinearsi con la volontà di lorsignori.
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”. In alto hanno deciso: basta Conte, arriva Draghi. Passiamo dai burattini ai burattinai. Il potere scende in campo direttamente: la gravità della situazione italiana deve essere peggiore delle più nere previsioni, e non solo per il crollo del PIL.
Non riusciamo però a condividere l’entusiasmo di chi si consola per la fine del governo giallo fucsia. Pessima gente, per carità, povera patria in mano a don Fofò Bonafede, il disc jockey ministro di giustizia, a Giggino Di Maio, ministro degli esteri digiuno di storia e geografia che neppure sospetta l’esistenza della geopolitica. E che dire di un prefetto agli Interni, dell’imbarazzante signora De Micheli ai trasporti, del povero Speranza (nomen omen) alle prese con il “contagio” e di tutta l’improbabile brigata…

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La nostra Tragedia non è solo l’epidemia, ma anche un Governo Nemico dell’Italia e che odia gli Italiani

di Antonio Socci
Diario di un popolo recluso e ridotto in miseria: siamo frastornati, annichiliti. A fatica riusciamo a renderci conto di come ci siamo ridotti.
È accaduto tutto di colpo, così velocemente che neanche abbiamo avuto il tempo di capire, come se ci fosse venuto addosso un Tir. Ma se si riflette un attimo sull’incubo in cui siamo precipitati si resta increduli. Due mesi fa sarebbe sembrato impossibile. Oltretutto il governo aveva dato le informazioni sanitarie più tranquillizzanti: “non è affatto facile il contagio”. Poi per settimane ci hanno messo in guardia dall’allarmismo di certi sovranisti, dal terrorismo psicologico e dal razzismo contro i cinesi. Questi erano i pericoli.
Appena un mese fa tutto era normale. Poi, d’improvviso, il panico: tutto è stato chiuso, tutto sbarrato e ora ogni italiano si trova recluso in casa, agli arresti domiciliari, a tempo indefinito. Pure se abita in certi casermoni popolari, con figli piccoli, in poche stanze dalle cui finestre vede solo cemento. Guai se mette il naso fuori casa. Rischia di essere insultato come untore dalla gente (sobillata dai media e dal governo), oppure fermato da carabinieri o dai soldati e multato o segnalato…

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Ecco perché sono necessari gli Stati Generali per l’Italexit

di Davide Mura
Diciamocelo francamente: il neoliberismo pervasivo che geneticamente connota il dibattito politico italiano, rende oggi l’Italexit una mera chimera. Attualmente nessun partito politico che abbia sufficiente consenso elettorale crede nell’Italexit, perché mancano le basi culturali e costituzionali per perseguirlo.
Limitandomi ai partiti che con faciloneria vengono considerati “populisti” e addirittura “euroscettici”, l’evidenza è chiara. Se confrontassimo la determinazione dell’Ukip di Farage con i suddetti partiti italici, si noterebbe l’abisso. Il partito di Farage ha perseguito con determinazione e convinzione il programma della brexit, ha dominato il dibattito pubblico nazionale inglese e ha riscosso quel consenso necessario per imporlo e portarlo al vaglio del popolo inglese, che si è poi pronunciato a favore con un referendum.
Da noi, i partiti cosiddetti “populisti” criticano la UE, ma non la mettono in discussione: non pongono al centro del loro programma politico l’Italexit, assumendosi questa come necessaria e ineludibile; né pongono al centro della loro proposta politica qualsiasi azione utile a ripristinare la piena democrazia costituzionale, che richiede la piena sovranità economica, monetaria e politica, e dunque inevitabilmente l’italexit…

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Gli italiani nella loro disperata ricerca del “Salvatore della Patria” si innamorano facilmente ma si disamorano facilmente

di Magdi Cristiano Allam
Nella disperata e ossessiva ricerca di un “Salvatore della Patria”, gli italiani si innamorano facilmente e si disamorano facilmente. Rassegniamoci al fatto che nella nostra Italia non ci sono “Salvatori della Patria”.
Cari amici, in modo del tutto casuale partecipai alla Festa nazionale della Lega a Pontida il primo luglio 2018. Mi colpì l’intervento, conciso, chiaro e ammonitore di Giancarlo Giorgetti, il vice-Segretario Federale Vicario della Lega, di fatto il numero due dopo Matteo Salvini, e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo M5S-Lega. Andando controcorrente rispetto all’euforia collettiva, Giorgietti fece questa raccomandazione ai ministri e agli amministratori della Lega: “Tenete sulla scrivania una foto di Matteo Renzi. Abbiamo un’opportunità, ma fate attenzione. Ricordatevi che quattro anni fa il Segretario del Pd aveva il 40%”

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Vi hanno fatto credere che la Patria sia cosa da Fascisti, mentre vi trasformavano in fanatici Nazionalisti Europeisti

di Antonio Di Siena
Vi hanno fatto credere che la Patria sia una cosa da fascisti, mentre vi trasformavano in fanatici nazionalisti di un macrostato di nome Unione europea.
Vi hanno fatto credere che per essere “veramente di sinistra” la vostra patria “è il mondo intero”, come cantavano gli anarchici. Facendovi dimenticare che quel che ostentate su magliette made in Bangladesh, gridava “Patria o morte”.
Vi hanno fatto credere che solidarietà internazionale non significa solidarietà “tra le nazioni”, ma senza le nazioni. E mentre smantellavano quelle più forti e soggiogavano ancor più le più deboli, vi trasformavano in apolidi, cittadini di un mondo che tutto depreda e privatizza…

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Giulio Tremonti: 3 Profezie sul “Nuovo Disordine Mondiale”

di Nico Spuntoni
Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia, spiega alla NBQ le sue “tre profezie”, contenute nel suo ultimo lavoro. E ci parla delle tendenze che hanno rapidamente portato al “Grande Disordine Mondiale” di questi anni.
Da una globalizzazione troppo accelerata, fino al processo di trasferimento di sovranità dalle nazioni europee all’Ue. Il suo ultimo libro si intitola “Le tre profezie”. E di profezie, Giulio Tremonti, se ne intende non poco: chi segue la sua attività saggistica, sa bene che molte delle sue previsioni si sono poi rivelate azzeccate.
Già nel 1993 nel volume “Nazioni senza ricchezza, ricchezze senza Nazione”, analizzava le contraddizioni tra l’internazionalità dei mercati e le politiche economiche degli Stati. Nel 1995, a pochi mesi dall’accordo della WTO sul libero commercio mondiale, che segnò l’inizio della globalizzazione contemporanea, l’ex ministro dell’Economia evocava il ritorno del “fantasma della povertà” in Occidente, con i movimenti da Sud verso Nord di masse di manodopera a basso costo, attirate dalle immagini virtuali dell’opulenza occidentale…

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Sì all’Europa, no alle Nazioni: quei “nonni” dal Dna poco democratico

di Giovanni Passali
La dottrina della “sovranità limitata” e le altre ideologie europeiste sembrano potersi ritrovare in frase di esponenti di dubbio dna democratico.
“Jean Claude Juncker? Un ritardato mentale… L’Ue è una cosca francotedesca gestita da faccendieri lussemburghesi… Juncker è un arrogante che viene da un Paese che è un’associazione di evasori fiscali, e mi dispiace se stavolta si offenderanno i lussemburghesi”. Non le ho dette io queste parole: io avrei usato argomentazioni critiche più strettamente politiche. Ma siamo in campagna elettorale, oggi si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e sempre più spesso viene fuori la verità. Le parole citate qui sono state dette in tv da Philippe Daverio, storico e critico d’arte, che ora si presenta con il partito “+Europa”. Sì, proprio quello, il partito di Emma Bonino, il partito finanziato anche da Soros, il partito che ha nel suo Dna la faziosità pro-europea…

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Meno Stato uguale Meno Sovranità. E quindi meno Democrazia

di Diego Fusaro
Occorre, più che mai, tornare a prendere le mosse dal solo spazio in cui, storicamente, è esistita lungo l’arco della modernità la democrazia, per quanto densa di mancanze, contraddizioni e punti di criticità; dal solo spazio entro il quale le classi dominate, organizzandosi nel conflitto, sono riuscite a conquistare diritti e rappresentanza.
Come la democrazia greca trovò nello spazio solidale e comunitario della polis il proprio luogo geografico e politico di insediamento, così la democrazia moderna ha rinvenuto entro i confini dello Stato nazionale la propria sede peculiare. A tal punto che la si potrebbe icasticamente definire come la sovranità del popolo all’interno dello Stato nazionale. E se è vero che, lungo l’arco della modernità, il livello più alto – quando non quello esclusivo – in cui la democrazia si sia insediata, pur con tutte le sue imperfezioni e con i suoi macroscopici limiti, è stato lo spazio dello Stato sovrano nazionale, ne deriva una conseguenza del massimo rilievo…

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