La nostra Tragedia non è solo l’epidemia, ma anche un Governo Nemico dell’Italia e che odia gli Italiani

di Antonio Socci

Diario di un popolo recluso e ridotto in miseria: siamo frastornati, annichiliti. A fatica riusciamo a renderci conto di come ci siamo ridotti.

È colpa di quelli come te se c'è il contagio!». Abusi in divisa e ...

È accaduto tutto di colpo, così velocemente che neanche abbiamo avuto il tempo di capire, come se ci fosse venuto addosso un Tir. Ma se si riflette un attimo sull’incubo in cui siamo precipitati si resta increduli. Due mesi fa sarebbe sembrato impossibile. Oltretutto il governo aveva dato le informazioni sanitarie più tranquillizzanti: “non è affatto facile il contagio”. Poi per settimane ci hanno messo in guardia dall’allarmismo di certi sovranisti, dal terrorismo psicologico e dal razzismo contro i cinesi. Questi erano i pericoli.

Appena un mese fa tutto era normale. Poi, d’improvviso, il panico: tutto è stato chiuso, tutto sbarrato e ora ogni italiano si trova recluso in casa, agli arresti domiciliari, a tempo indefinito. Pure se abita in certi casermoni popolari, con figli piccoli, in poche stanze dalle cui finestre vede solo cemento. Guai se mette il naso fuori casa. Rischia di essere insultato come untore dalla gente (sobillata dai media e dal governo), oppure fermato da carabinieri o dai soldati e multato o segnalato.

Di colpo il povero frastornato italiano si è trovato nel Paese più contagiato del mondo (?), da un’epidemia che ogni giorno fa centinaia di morti, che ha trasformato i nostri ospedali in lazzaretti (un’epidemia che minaccia di accopparlo in pochi giorni), ma non capisce perché è ridotta così proprio l’Italia – che è tanto lontana dalla Cina – e non il Giappone o la Corea. E non capisce perché da noi ci sono così tanti morti. Infatti il capo del governo, che ama pavoneggiarsi come statista di continuo in tv, di spiegazioni non ne ha mai date.

Di colpo all’italiano medio, l’italiano anonimo e dimenticato, viene ordinato di stare a distanza fisica perfino dai suoi familiari in casa e deve sempre indossare mascherine, che però ormai da settimane sono diventate irreperibili, come pure amuchina, guanti, alcol. Perfino negli ospedali.

Se nelle rare uscite di necessità vai al supermercato senza la mascherina, perché è introvabile, sei considerato un pericolo pubblico tu, non il governo che aveva il dovere (e aveva avuto anche il tempo) di procurarle come è accaduto altrove. L’italiano è indotto a sentirsi lui in colpa mentre il governo – che è stato incapace di affrontare questo cataclisma e di preparare il Paese – elogia se stesso e ringrazia la Cina (per degli aiuti che già prima aveva ricevuto da noi), colpevolizzando continuamente il cittadino, come sospetto irresponsabile e indisciplinato. Lui è il colpevole additato sui social dalla folla inferocita come possibile untore.

L’italiano. Non il regime cinese che, con la sua negligente ottusità, ha fatto infettare il mondo dal virus, non il governo che ha per giorni minimizzato e non sa procurare neanche mascherine, non i politici che per un decennio hanno tagliato la sanità e i posti letto e chiuso ospedali in omaggio ai parametri di Maastricht.

Sei colpevolizzato tu, italiano, e oltretutto tu che hai pagato tutta la vita per finanziare il sistema sanitario potresti vederti negare un posto in terapia intensiva che ti può salvare la vita perché non ci sono più letti. E quand’anche tu fossi ammesso alle cure rischi di morire solo come un cane, senza neanche la vicinanza dei tuoi o i sacramenti (perfino senza più funerale: come i cani).

Questo italiano, recluso, colpevolizzato e a rischio della vita, a cui sono negati pure i sacramenti perché la gerarchia ecclesiastica se l’è data a gambe, ha poi – in moltissimi casi – un altro problema: è praticamente rovinato. Dopo 20 anni di crescita zero questo è il colpo di grazia! D’improvviso la sua attività, commerciale o imprenditoriale, è stata chiusa e non si sa se e quando potrà riaprire, soprattutto non è detto che possa sopravvivere. Se è un dipendente forse ha perso il lavoro o rischia di perderlo. Ma tutti – datori di lavoro e dipendenti, partite Iva e famiglie – sono pressoché stati abbandonati dal governo che si rifiuta di prendere un vero impegno di copertura economica totale come hanno fatto gli altri governi (perché questo significherebbe smentire tutte le bufale che ci hanno propinato in questi anni sulla Ue e l’economia).

In ogni caso anche chi non perderà il lavoro si troverà poi con un paese a pezzi, in una depressione economica epocale, da cui sarà difficile e faticosissimo riprendersi. Già quest’anno è certo il crollo verticale del pil e l’aumento massiccio della disoccupazione. Quindi le prospettive future dell’italiano recluso sono tragiche.

Coronavirus - Quando serve l'autocertificazione? - Liguria Oggi

Come se non bastasse questo povero italiano, così malconcio, scopre pure di trovarsi adesso in una democratura, una democrazia che prende sempre più l’aspetto di una dittatura soft, un regimetto. Sapeva già di vivere in un Paese i cui governi avevano ceduto a entità straniere gran parte della nostra sovranità, sapeva di essere costretto a subire governi che lo tartassavano senza pietà dando servizi sempre peggiori, governi che non aveva votato o che – come l’attuale – è minoranza nel Paese ed è stato rabberciato con papocchi di Palazzo.

Ma adesso si ritrova a vivere pure in un Paese in cui – col pretesto della guerra in corso (all’epidemia) – viene ritenuta deplorevole ogni critica (ti dicono sciacallo, avvoltoio) e gran parte dei media proclamano che non bisogna far polemiche e sono appiattiti sulla propaganda governativa, facendo da megafono al potere anziché alla gente (sollevare qualche dubbio significa esser tacciato di disfattismo o sabotaggio come nei regimi).

Il premier è fisso in televisione a fare proclami retorici senza contraddittorio, editti che poi si rivelano disastrosi e confusi, decreti che limitano le libertà costituzionali aggirando sia le Camere che il consiglio dei ministri, senza ammettere domande dei giornalisti e senza andare in Parlamento a dare le ragioni dei suoi decreti e a spiegare quale strategia segue.

La costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni scrive che “siamo di fronte alla più grave rottura della Costituzione della storia della Repubblica” e perfino un analista di sinistra come Alessandro De Angelis, a proposito della penultima performance televisiva di Conte, scrive: “La più grande limitazione della libertà nella storia della Repubblica affidata a un videoannuncio notturno, senza provvedimento e senza passaggio parlamentare. C’è una rottura istituzionale sullo stato di eccezione, per cui sta diventando tutto lecito in nome di un doppio standard”.

Tag: coronavirus2 - L'Osservatore d'Italia

Come se non bastasse – e senza alcun mandato parlamentare – questo stesso governo di minoranza, ha preso la decisione (di soppiatto) di aprire una procedura in Europa (il Mes) che sarebbe letteralmente devastante per l’Italia. Ancora una volta senza alcun passaggio parlamentare. Con questo governo buono a nulla, ma capace di tutto, con il Parlamento in disarmo, la limitazione delle libertà costituzionali per vie assai discutibili, l’esercito nelle strade, i morti a centinaia ogni giorno (e il Quirinale che tace), nessuno ci ha spiegato veramente cosa e perché sta accadendo e il governo si sottrae a tutte le domande, sia della stampa che dell’opposizione.

Stiamo vivendo una stagione all’inferno e non sappiamo se e quando finirà. Probabilmente non ritorneremo mai alla vita di prima. L’italiano medio per ora è sotto choc. Ma quando comincerà a rendersi conto di cosa è accaduto in questa “maledetta primavera”, quanto si cominceranno a vedere le rovine, a contare i morti, le migliaia di attività economiche chiuse, i milioni di disoccupati, il crollo del pil, cosa accadrà?

Articolo di Antonio Socci (da “Libero”, 25 marzo 2020)

Fonte: www.antoniosocci.com

OLTRE L'EURO
Le ragioni della sovranità monetaria
di Paolo Becchi, Alessandro Bianchi

Oltre l'Euro

Le ragioni della sovranità monetaria

di Paolo Becchi, Alessandro Bianchi

Un libro che raccoglie le voci “scomode” che nessuno ci fa mai sentire!

È possibile uscire dall’Euro?

Come ha scritto sul New York Times il columnist politico Jochen Bittner, “i leader europei dovrebbero ammettere che i cosiddetti euro-scettici hanno avuto spesso ragione, nel passato, e che è stato un errore bollarli come primitivi o reazionari eretici. Del resto, storicamente, gli eretici sono spesso stati coloro che alla fine hanno forzato un sistema di credenze a confrontarsi con le proprie contraddizioni. Lo stesso dovrebbe accadere all’interno dell’Unione Europea”.

Oltre l’Euro raccoglie alcune delle voci “eretiche” più importanti nel panorama europeo, a torto escluse dal racconto della crisi dal mainstream e oggi divenute, di conseguenza, il punto di riferimento per chi vuole trovare gli strumenti per uscire da questo “incubo”.

Per salvare una moneta insostenibile è stata creata una serie di alchimie giuridiche, che hanno indebolito i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo. Per salvare un mostro, una moneta nata male e proseguita peggio, si calpesta ogni volontà popolare e si stanno facendo a pezzi le Costituzioni e perfino – al culmine del paradosso – quei diritti, che l’Unione Europea con la Carta dei diritti di Nizza intendeva tutelare.

Nel frattempo i vari Letta, Monti, Saccomanni e oggi Renzi si susseguono al “potere”. Come semplici valvassori di Bruxelles e Francoforte, continuano a calpestare in nome dell’internazionalismo finanziario - di cui l’euro è il simbolo più forte - la nostra sovranità e la equa redistribuzione del reddito per l’intera popolazione.

Per questo, i veri eversivi sono loro, non chi li contrasta.

Dalla quarta di copertina

Da sempre i media gettano un velo di omertà sulla spinosa questione dell'euro. Vi hanno fornito tante informazioni falsificate, che hanno contribuito soltanto ad aumentare la confusione. E quando regna il caos è molto più facile, per i funzionari della Commissione europea e del Fondo monetario internazionale, continuare a decidere indisturbati del futuro di intere popolazioni. E se fosse proprio questo, il loro scopo?

È ora di fare chiarezza.

Oltre l'Euro, a cura di Paolo Becchi e Alessandro Bianchi, ha il merito di raccogliere in un unico volume alcuni degli autori più prestigiosi nel panorama della riflessione critica sulla moneta unica: Alessandro Memo, Carlo Amirante, Alberto Bagnai, Francesco Borrelli, Alain de Benoist, Paul de Grauwe, Gianni de Michelis, Nino Galloni, Piergiorgio Gawronski, Vladimiro Giacché, Brigitte Granville, Giuseppe Guarino, Amorose Evans-Pritchard, Jacques Sapir, Paolo Savona, Lidia Undiemi. 

Vi viene ripetuto continuamente che la crisi è ormai finita, che i Paesi della zona euro hanno iniziato la ripresa e che le proclamate "riforme strutturali" sono state un trionfo. Ma quale trionfo? E per chi soprattutto? 

Tutti a tirare un sospiro di sollievo perché la Grecia è rimasta nella zona euro. Ma a che prezzo? Ridotta ormai a colonia svenduta alla Germania, la Grecia non fa che prolungare la sua agonia. E, con la sua, anche la nostra. Ne vale la pena?

Oltre l'Euro fornisce risposte a tutte queste domande e vi offre una lettura controcorrente.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *