Assunzioni crollate del 43%… ma si parla solo di Immigrazione

Le pagine dei media sono piene di notizie che riguardano gli sbarchi, le navi in quarantena e gli scontri tra governo e opposizione. Il problema è tutto lì?
Le assunzioni in periodo Covid sono crollate del 43%. Ma la priorità è altra in campagna elettorale. Vediamo però i dati. Le assunzioni operate dai datori di lavoro privati, nei primi cinque mesi del 2020, sono state 1.795.000. Rispetto allo stesso periodo del 2019, la contrazione è stata molto forte (-43%) per effetto dell’emergenza legata alla pandemia Covid-19 e delle conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attività non essenziali) nonché della più generale caduta della produzione e dei consumi…

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Il Recovery Fund è un MES che ce l’ha fatta. Ecco come funziona

di Giuseppe Palma
Il normale strumento di finanziamento di uno Stato è rappresentato dalla collocazione dei titoli del debito pubblico sul mercato primario (i titoli di stato battuti mensilmente dal Tesoro), con una Banca centrale a garanzia che funga da prestatrice illimitata di ultima istanza.
Esattamente come avviene negli Stati Uniti d’America, in Giappone e in Gran Bretagna. A dire il vero, seppur limitato al mercato secondario (per i titoli già in circolazione, oggetto di trattative tra privati), è ciò che sta facendo anche la Banca centrale europea negli ultimi anni.
Quel debito rappresentato dai titoli di stato, con una banca centrale a garanzia, in sostanza non è debito. Semmai, nella peggiore delle ipotesi, lo Stato non restituisce mai il capitale, ma solo gli interessi. Se dopo dieci anni l’investitore rivuole il capitale, lo Stato rivende quel titolo ad un altro investitore, cosicché l’esborso in conto capitale è zero. Idem se l’investitore rinnova il titolo. In entrambi i casi lo Stato paga solo gli interessi.
Con la formula dei prestiti, invece, la musica cambia. Che si chiami MES o Recovery Fund, il meccanismo è più o meno lo stesso. Lo Stato prima si indebita e poi deve restituire i soldi presi in prestito fino all’ultimo centesimo. Da dove li va a prendere i soldi se non garantisce una Banca centrale?…

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L’Italia, bella e impossibile!

di Stefano Burini
Vi faccio un esempio pratico, così anche i più lobotomizzati capiscono.
Facciamo finta che io sia un turista e voglia farmi un viaggio. Da un lato c’è un paese come la Francia che ormai ha annullato lo stato d’emergenza, dunque ha tolto ogni restrizione a cittadini e turisti. Dall’altro c’è l’Italia, che continua a vivere in uno stato di perenne emergenza (anche se l’emergenza è finita da un pezzo) e addirittura il dittatore Conte vorrebbe prorogare lo stato d’emergenza fino a fine anno, e anche oltre.
Ciò significa che per entrare in Italia un turista dovrà essere tracciato, dovrà fare tampone, indossare mascherina, evitare assembramenti, scaricare app illegali, con il rischio (come già successo) di rimanere bloccati in aeroporto se il tampone risulta positivo…

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Nessuno che si inginocchi per le vittime della Crisi economica

di Davide Mura
Le proteste di questi giorni sulla scia emotiva del Blacklivesmatters, sono un fenomeno che lascia sgomenti e perplessi.
In parte perché queste proteste si sono trasformate, negli USA, in atti deliquenziali, di vandalismo e di saccheggio, poi perché l’obiettivo (nemmeno tanto malcelato) delle stesse si è rivelato essere Trump, nonostante Minneapolis e lo Stato del Michigan vengano retti dai democratici. E in parte perché, intiepiditasi l’emergenza covid, ecco che rispunta il sempreverde tema del razzismo.
In versione pacifica, le proteste – manco fossero una moda – sono arrivate anche da noi. E figuriamoci se così non era. Se c’è da venir “intortati” dalla propaganda globalista e neoliberista, in Italia c’è chi è sempre in prima fila. L’occasione del razzismo è ghiotta in un paese che pensa di risolverlo con lo ius soli, dimenticando che gli episodi di razzismo peggiori avvengono proprio negli USA, dove esiste lo ius soli da duecento anni…

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Stima decessi 2020, sotto la media degli anni passati!

di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Il crollo del PIL atteso in Italia ora è dell’ordine del 20% nei prossimi mesi e anche assumendo una ripresa nella seconda parte dell’anno, molte proiezioni del PIL italiano lo riportano indietro rispetto al livello pre-crisi (2007) di quasi un 20%.
Una buona parte di questo disastro economico è autoinflitto, perché l’Italia è il paese che ha adottato il “modello Wuhan” di chiusura totale (“total lockdown”), prima e più di qualunque altro, tanto è vero che oggi si parla di “lockdown” all’italiana.
Nessuno sa con esattezza quale fosse il numero di morti in Wuhan che ha poi indotto il governo cinese a questa politica. Ci sono molti report che stimano 10 o anche 50 volte più decessi in quella zona e anche in Cina di quelli ufficiali. Il lockdown nel resto dell’Asia lo si è evitato e anche in Australia ad esempio. Durante queste vacanze pasquali si potevano vedere folle in spiaggia o in viaggio o nei parchi divertimento in tutta l’Asia, mentre da noi si inseguivano a uno a uno con droni chi usciva di casa…

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Una lettera dal Futuro agli amici italiani

di Panagiotis Grigoriou
Dalla Grecia seguiamo il dramma italiano con molta commozione, consapevoli del collasso economico che molto probabilmente seguirà.
Mi ritrovo confinato nella nostra scialuppa di salvataggio, la nostra vecchia e piccola barca a vela ormeggiata in un piccolo porto del Peloponneso, con mia moglie e i nostri due gatti. Scrivo spesso sul mio blog greekcrisis.fr, mentre l’altra mia attività legata ai viaggi vacanza è in stallo. Si prevede che il turismo, che rappresenta il 25% del PIL greco, quest’anno sicuramente non ripartirà.
Il governo greco amico di Berlino, offre in teoria 800 euro ai lavoratori autonomi, ma è una misura soggetta a condizioni e, soprattutto, non coprirà nemmeno le spese essenziali…

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La nostra Tragedia non è solo l’epidemia, ma anche un Governo Nemico dell’Italia e che odia gli Italiani

di Antonio Socci
Diario di un popolo recluso e ridotto in miseria: siamo frastornati, annichiliti. A fatica riusciamo a renderci conto di come ci siamo ridotti.
È accaduto tutto di colpo, così velocemente che neanche abbiamo avuto il tempo di capire, come se ci fosse venuto addosso un Tir. Ma se si riflette un attimo sull’incubo in cui siamo precipitati si resta increduli. Due mesi fa sarebbe sembrato impossibile. Oltretutto il governo aveva dato le informazioni sanitarie più tranquillizzanti: “non è affatto facile il contagio”. Poi per settimane ci hanno messo in guardia dall’allarmismo di certi sovranisti, dal terrorismo psicologico e dal razzismo contro i cinesi. Questi erano i pericoli.
Appena un mese fa tutto era normale. Poi, d’improvviso, il panico: tutto è stato chiuso, tutto sbarrato e ora ogni italiano si trova recluso in casa, agli arresti domiciliari, a tempo indefinito. Pure se abita in certi casermoni popolari, con figli piccoli, in poche stanze dalle cui finestre vede solo cemento. Guai se mette il naso fuori casa. Rischia di essere insultato come untore dalla gente (sobillata dai media e dal governo), oppure fermato da carabinieri o dai soldati e multato o segnalato…

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