Il Recovery Fund è un MES che ce l’ha fatta. Ecco come funziona

di Giuseppe Palma
Il normale strumento di finanziamento di uno Stato è rappresentato dalla collocazione dei titoli del debito pubblico sul mercato primario (i titoli di stato battuti mensilmente dal Tesoro), con una Banca centrale a garanzia che funga da prestatrice illimitata di ultima istanza.
Esattamente come avviene negli Stati Uniti d’America, in Giappone e in Gran Bretagna. A dire il vero, seppur limitato al mercato secondario (per i titoli già in circolazione, oggetto di trattative tra privati), è ciò che sta facendo anche la Banca centrale europea negli ultimi anni.
Quel debito rappresentato dai titoli di stato, con una banca centrale a garanzia, in sostanza non è debito. Semmai, nella peggiore delle ipotesi, lo Stato non restituisce mai il capitale, ma solo gli interessi. Se dopo dieci anni l’investitore rivuole il capitale, lo Stato rivende quel titolo ad un altro investitore, cosicché l’esborso in conto capitale è zero. Idem se l’investitore rinnova il titolo. In entrambi i casi lo Stato paga solo gli interessi.
Con la formula dei prestiti, invece, la musica cambia. Che si chiami MES o Recovery Fund, il meccanismo è più o meno lo stesso. Lo Stato prima si indebita e poi deve restituire i soldi presi in prestito fino all’ultimo centesimo. Da dove li va a prendere i soldi se non garantisce una Banca centrale?…

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A noi le Bollicine e a voi… le Mascherine!

di Riccardo Rocchesso
Questa foto sta circolando sul web dall’altro ieri e riguarda l’incontro dell’ “Nuovo asse Adriatico” organizzato in Puglia, in cui era presente il Governatore del veneto Luca Zaia, quello pugliese Michele Emiliano, alla masseria Li Reni, proprietà di Bruno Vespa a Manduria, organizzatore dell’incontro.
Emiliano dichiara: “È una grande emozione vedere Luca Zaia in Puglia, perché in questi mesi di lotta comune al coronavirus, si sono create delle solidarietà molto forti, che vengono benedette oggi dal vino”.
Già il vino “benedetto”, le bollicine, lo champagne, il verde della masseria e non quello padano, dopo che Zaia ha dichiarato l’introduzione di “nuove misure di contenimento e restrizioni” per quello che è successo a Vicenza…

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L’Italia merita di più!

di Thomas Fazi
Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti – ma evidentemente non lo è – che nella cornice dell’euro non esistono soluzioni per uscire dalla crisi che non prevedano l’ulteriore impoverimento e de-industrializzazione del paese e la sua definitiva subordinazione ai centri di comando europei.
Dunque, ricapitolando:
1) Come abbiamo sempre detto, gli eurobond sono fuori discussione: il ministro tedesco dell’Economia Altmeier, ha affermato senza mezzi termini che “la discussione sugli eurobond è un dibattito sui fantasmi”, mentre Otmar Issing, ex capo economista della BCE (ovviamente tedesco), ha ricordato che comunque sarebbero incostituzionali secondo la legge tedesca e la misura dovrebbe essere sottoposta a referendum popolare. Ma cos’altro devono fare i tedeschi per farvelo capire? Invaderci e tatuarlo sulla fronte di ogni primogenito?
2) Come abbiamo sempre detto, il Mes “senza condizionalità” non esiste, come hanno ribadito Germania e Olanda. Non solo è impensabile che questi paesi accettino che questo finanziamento abbia il carattere di un trasferimento, come sarebbe necessario, e non di un prestito…

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“MES”, Lega all’attacco di Conte: “Riferisca qui o in tribunale”

di Nico Di Giuseppe
Rissa sfiorata alla Camera tra Fdi, Lega e Pd. Seduta sospesa. Meloni: “Il Parlamento è stato totalmente scavalcato”.
Bagarre, con tanto di sospensione della seduta decisa dal presidente Roberto Fico, nell’Aula di Montecitorio sul Meccanismo europeo di stabilità. Le opposizioni – Fratelli d’Italia in testa, con Giorgia Meloni – hanno chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di riferire nell’emiciclo sulla riforma del Mes.
Il deputato del Partito democratico, Piero De Luca, ha preso la parola e ha sostenuto che in realtà le trattative sul Mes sono andate avanti da mesi, anche durante il governo gialloverde, e quindi anche con la “complicità”, “la consapevolezza” – a suo avviso – di Matteo Salvini. Il che ha provocato la rivolta, in particolare del parlamentari del Carroccio, al grido di “venduti, venduti”

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Ornella Mariani a tutto campo su Magistratura, Immigrazione, Unione Europea

Rispondendo alle domande di Matteo Demicheli, che l’ha intervistata per imoaloggi.it, la scrittrice Ornella Mariani ci parla di Magistratura, Immigrazione, Unione Europea chiarendo concetti che sono stati distorti e abusati dai nemici dell’Italia, interni ed esterni.
La Mariani smonta la narrazione sull’Unione Europea, che unione non è, come non è un’istituzione democratica. Chiarisce il fenomeno dell’immigrazione, che non ha nulla a che vedere con la favola della “fuga dalla guerra e dalla fame”, in quanto arrivano per lo più giovani uomini in età da militare, che abbandonano in patria vecchi, donne e bambini.
Infine, ce n’è anche per quella magistratura schierata che interpreta le leggi, invece di applicarle, facendo gli interessi di organizzazioni sovranazionali, piuttosto che quelli dell’Italia…

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