“CSM-gate”: il CSM usato dalla Sinistra politica e giudiziaria come Arma contro gli avversari. Non una notizia, una conferma!

di Federico Punzi
Il “CSM-gate”, lo scandalo politico e istituzionale che dallo scorso anno sta investendo il Csm, l’Anm, fino a lambire le più alte cariche dello Stato, si allarga sempre di più ogni giorno che passa.
Le intercettazioni pubblicate dal quotidiano La Verità dopo la chiusura delle indagini della Procura di Perugia, restituiscono uno spaccato indecente e allarmante: uso politico della giustizia e del Csm, logiche spartitorie e predatorie tra le correnti della magistratura sulle nomine ai vertici delle procure.
L’autogoverno della magistratura ha fallito come principio e non basta una riforma, che comunque nessuno oggi vuole veramente (è già passato un anno e non c’è nemmeno una bozza), ma occorre un azzeramento e un cambio di paradigma. Il fatto che i giornali mainstream appaiano disinteressati, per una volta, alle intercettazioni – forse perché coinvolti con le loro firme più note nella collusione con le correnti politiche della magistratura – non rende certo meno grave il Csm-gate, né giustifica il silenzio del Quirinale…

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Sentenze “oracolo”: guai a criticarle!

di Iuri Maria Prado
“Le sentenze non si commentano”. Quante volte l’abbiamo sentito? Quando una decisione di giustizia irrompe nel dibattito pubblico, l’intimazione rivolta a chi si azzardi a dirne qualcosa è sempre quella: che le sentenze non si commentano.
Si tratta chiaramente di un balordo luogo comune, perché il diritto di esprimere opinioni è ancora protetto dalla Costituzione repubblicana e non cessa di esistere giusto perché lo si esercita verso un provvedimento giurisdizionale.
Ma perché quell’obiezione cretina fiorisce tanto spesso sulla scena del discorso in materia giudiziaria? È abbastanza semplice e molto preoccupante: perché in profundo si ritiene che una sentenza non sia il prodotto di un servizio pubblico e come tale esposto all’errore anche grave, ma per il fatto che a emetterla è una specie, solo aggiornata, di sacerdote…

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Il Mondo è nel pieno di un Delirio

di Pietro Eupremio Maria Bisanti
Tutte le certezze che avevamo (e che ci facevano vivere “bene”) sono crollate o stanno crollando una dopo l’altra.
Certezze quali: l’andare in pensione ad un’età accettabile, crescere i nostri figli senza il fiato sul collo di dover loro inoculare tonnellate di merda chimica, crescerli sapendo che una “diversità” non significa “visita dal neuropsichiatra”, crescerli senza la paura di dover, un giorno o l’altro, ritirarli da scuola o vaccinarli forzatamente a causa dell’ennesima epidemia costruita ad arte, sapere che un magistrato è prima di tutto un essere umano come tutti noi e che quindi ci si aspetta che giudichi in diritto e coscienza.
Quando ero nell’Arma dei Carabinieri, chi veniva “beccato” senza documenti e/o era entrato illegalmente nel nostro Paese, veniva chiamato “clandestino”…

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Ornella Mariani a tutto campo su Magistratura, Immigrazione, Unione Europea

Rispondendo alle domande di Matteo Demicheli, che l’ha intervistata per imoaloggi.it, la scrittrice Ornella Mariani ci parla di Magistratura, Immigrazione, Unione Europea chiarendo concetti che sono stati distorti e abusati dai nemici dell’Italia, interni ed esterni.
La Mariani smonta la narrazione sull’Unione Europea, che unione non è, come non è un’istituzione democratica. Chiarisce il fenomeno dell’immigrazione, che non ha nulla a che vedere con la favola della “fuga dalla guerra e dalla fame”, in quanto arrivano per lo più giovani uomini in età da militare, che abbandonano in patria vecchi, donne e bambini.
Infine, ce n’è anche per quella magistratura schierata che interpreta le leggi, invece di applicarle, facendo gli interessi di organizzazioni sovranazionali, piuttosto che quelli dell’Italia…

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Paolo Grimoldi: “Se legiferano i giudici, a cosa serve il Parlamento?”

Un giudice dimezza la pena da 30 a 16 anni ad un assassino uxoricida perché era in “tempesta emotiva”. Un altro giudice nega la violenza sessuale, perché la vittima non era abbastanza attraente sessualmente…”
Il pm aveva chiesto una pena di 30 anni per un uomo che aveva ucciso la compagna: la colpì con diverse coltellate al petto dopo aver scoperto che non aveva mantenuto la promessa di lasciare l’amante. Il giudice, per questo, ha concesso le attenuanti generiche e lo ha condannato a 16 anni.  Accade a Genova. Nella motivazione della sentenza si legge che l’uomo ha colpito perché mosso “da un misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento”. In un altro caso, un altro giudice nega la violenza sessuale, perché la vittima non era abbastanza attraente sessualmente!…

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