Gli italiani nella loro disperata ricerca del “Salvatore della Patria” si innamorano facilmente ma si disamorano facilmente

di Magdi Cristiano Allam
Nella disperata e ossessiva ricerca di un “Salvatore della Patria”, gli italiani si innamorano facilmente e si disamorano facilmente. Rassegniamoci al fatto che nella nostra Italia non ci sono “Salvatori della Patria”.
Cari amici, in modo del tutto casuale partecipai alla Festa nazionale della Lega a Pontida il primo luglio 2018. Mi colpì l’intervento, conciso, chiaro e ammonitore di Giancarlo Giorgetti, il vice-Segretario Federale Vicario della Lega, di fatto il numero due dopo Matteo Salvini, e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo M5S-Lega. Andando controcorrente rispetto all’euforia collettiva, Giorgietti fece questa raccomandazione ai ministri e agli amministratori della Lega: “Tenete sulla scrivania una foto di Matteo Renzi. Abbiamo un’opportunità, ma fate attenzione. Ricordatevi che quattro anni fa il Segretario del Pd aveva il 40%”

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E se Salvini avesse previsto tutto? La versione del prof. Gervasoni

di Francesco Bechis
L’accordo Pd-M5S? Pronto da mesi… leggere Prodi per credere. Salvini? Ha commesso errori, ma la rottura last-minute può essere un tentativo di spiazzare grillini e dem. Se il governo rosso-giallo va in porto sarà di legislatura. Ma non sarei così sicuro che nasca.
Marco Gervasoni, politologo e saggista, docente di storia comparata dei sistemi politici alla Luiss, mette in guardia da letture troppo frettolose sulla crisi gialloverde. Mai sottovalutare Matteo Salvini. Il leader della Lega ha commesso i suoi errori, ma non è uno sprovveduto. E forse aveva già fiutato da tempo l’accordo fra Pd e Movimento Cinque Stelle.
Professore, l’impressione è che Salvini abbia fatto il passo più lungo della gamba…
Inizialmente anche io ho pensato che le tempistiche non fossero felici. Poi ho letto un’intervista di Romano Prodi che stende un programma dettagliato per un governo Pd-M5s. E mi è venuto un dubbio…

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Il Nuovo Governo sarà giallofucsia, non giallorosso

di Diego Fusaro
La mia tesi è che l’ordine di staccare la spina al governo gialloverde sia arrivato dall’alto. E da più parti.
Dalla Ue, senz’altro: la quale da subito prese di mira il laboratorio populista gialloverde. Si veda ad esempio il penoso dialogo di Conte con la Merkel, in cui le chiede che fare, e si veda ancora il penoso voto dei 5Stelle alla Von Der Leyen, vestale del liberismo targato Ue.
L’ordine è anche arrivato dagli Usa, che mal sopportavano questo laboratorio populista, aperto al sociale e disposto a guardare oltre rispetto a Washington (Russia, Cina, Venezuela). Qual era, del resto, il reale motivo del viaggio americano di Salvini, giusto appunto poco prima di dare il via allo psicodramma collettivo che è culminato nell’implosione gialloverde?
Alla fine, sia Salvini, sia Di Maio, sia Conte hanno tutti – sottolineo tutti – fatto in modo che l’esperienza gialloverde crollasse. Hanno con ciò rivelato che era esplosiva e incontrollabile per i padroni del vapore…

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