Mons. Viganò: “Invasione di Clandestini voluta dall’Elite Globalista”

Mons. Carlo Maria Viganò: “L’invasione di immigrati clandestini è voluta dall’élite globalista”.
Mons. Carlo Maria Viganò: “L’invasione è voluta dall’élite globalista con due scopi: il primo è la sostituzione etnica nelle nazioni al fine di cancellarne l’identità, le tradizioni e la fede. Il secondo è alimentare il raket dei negrieri e delle organizzazioni pseudoassistenziali che lucrano sul fenomeno migratorio (tanto laiche quanto ecclesiastiche).
La prova della strumentalità di questa invasione sta nel fatto che la maggioranza dei clandestini è di religione islamica o indù, e che provengono da regioni in cui non ci sono conflitti.
Viceversa, non vi è praticamente nessun corridoio umanitario per accogliere i profughi di stati in cui vi è la guerra civile e in cui i Cristiani sono perseguitati. Se infatti l’Europa accogliesse rifugiati Cristiani, rafforzerebbe la loro presenza e non creerebbe alcun conflitto sociale, mentre vuole ottenere lo scopo diametralmente opposto…

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“Riconoscimento Facciale”. Ecco il Piano “Stazioni Sicure” di Piantedosi

di Luca Sablone
Siamo sempre lì… prima si crea il problema e poi si offre la soluzione. E la soluzione va sempre nella direzione di ridurre la nostra libertà e del controllo sempre più invadente.
Il ministro dell’Interno traccia la rotta per garantire maggiore sicurezza nelle stazioni: “Più forze di polizia. Il ‘riconoscimento facciale’ dà ulteriori possibilità di prevenzione e di indagine”.
I recenti fatti di cronaca pongono inevitabilmente centrale il problema sicurezza. Nei quartieri e nelle stazioni si verificano spesso episodi di violenza e criminalità, motivo per cui Matteo Piantedosi ha sottolineato l’urgenza di incrementare la vigilanza per porre un argine ad eventi di aggressività e malavita. Una proposta avanzata con forza dal ministro dell’Interno, anche in seguito alla vicenda che ha visto una donna picchiata e violentata alla stazione Centrale di Milano…

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Guerra ibrida

di Maurizio Blondet
L’ondata dei clandestini dalla Libia è un atto di guerra ibrida. E quindi va trattato con i mezzi della guerra. Se non è troppo tardi.
Perfettamente cosciente di scrivere parole al vento, la soluzione del problema dei “migranti” esiste, e va adottata con urgenza: il problema va trasferito da “obbligo di salvare i naufraghi”, “accoglienza senza limiti”, “abbiamo bisogno di loro perché noi siamo vecchi” – insomma da tutta il viscido “umanitarismo” bergogliano e piddino ed eurocratico – alla categoria geopolitica cui veramente appartiene: la guerra ibrida.
L’ondata dei clandestini dalla Libia è un atto di guerra ibrida. E quindi va trattato con i mezzi della guerra. Se non è troppo tardi…

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Imam: “Andate come profughi in Europa e mettete incinte le loro donne” (VIDEO)

Un imam ha spiegato uno tra i motivi per cui i cosiddetti profughi, tutti musulmani, si imbarcano per l’Europa: figliare con le nostre donne.
Lo Sceicco Muhammad Ayed, figura di spicco tra gli islamici, in un discorso alla moschea di Al-Aqsa, ha esortato i musulmani “ad avere figli con le occidentali, in modo da poter travolgerli sotto i loro piedi, ad Allah piacendo”.
Ha parlato di un’Europa, vecchia demograficamente e da occupare. “In tutta Europa – ha detto – tutti i cuori hanno odio verso i musulmani. Ci vogliono morti, ma hanno perso la loro fertilità”.
“Daremo loro fertilità. Noi alleveremo i nostri figli attraverso di loro, perché dovremo conquistare i loro paesi”.
“Americani, italiani, tedeschi e francesi saranno costretti a prendere i rifugiati”

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Stampa britannica: territorio italiano a rischio tribalizzazione

di Bruno Battaggia Bandolino
Secondo la stampa inglese il territorio italiano sarebbe a forte rischio di tribalizzazione.
Tradotto in termini semplici, significa che le bande di migranti potrebbero appropriarsi di aree più o meno vaste delle nostre città (come in parte hanno già fatto) e difenderle come fossero una loro proprietà, proprio come si usa fare nelle zone africane attraversate da guerre civili e conflitti tribali.
A fare questa rivelazione è un articolo del “Times”, datato 29 giugno 2017, e un altro del “The Guardian” dell’agosto scorso. Entrambi i giornali parlano di gang di criminali africani, per lo più nigeriani e centrafricani, operanti in Italia e già all’attenzione dell’intelligence britannica, che inizialmente collaboravano con le mafie locali per lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di droga, ma che ora si stanno organizzando sotto forma di gruppi paramilitari per controllare il territorio italiano…

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Milano, dentro al Palasharp dove dormono le tante ragazzine schiave dei nigeriani

di Claudio Bernieri
Tullio Trapasso, leader della associazione City Report: “Siamo stati nei nuovi covi della mafia nigeriana, dove i pusher riducono in schiavitù le ragazzine drogate”.
I suoi volontari monitorano da mesi stabili dismessi e abbandonati nella città, rifugio di tossici, di clochard, di clandestini, di rom. Conoscono il ventre molle di Milano, i sotterranei dei disperati. I nuovi ghetti, come Castelvoturno, come Borgo Mezzanone in Puglia. Ora, cittadelle nere metropolitane, dove la polizia non può più entrare, si moltiplicano anche a Milamo. Dove il sesso ripaga le dosi di droga.
“Visitiamo edifici occupati, che portano degrado al territorio. Ne abbiamo contati 242 a Milano e provincia: ex ospedali e consultori, addirittura un hotel intero… Noi andiamo di persona a scoprire le situazioni, scattiamo foto e giriamo video, e segnaliamo le situazioni critiche alle forze dell’Ordine e al comune di Milano, molte volte il proprietario stesso di queste strutture”

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Mafie nigeriane in Italia, l’orrore che ignoriamo

di Rosanna Spadini
Un fenomeno preoccupante e largamente diffuso sul territorio italiano, anche se ampiamente sottovalutato, è quello della mafia nigeriana.
L’episodio di Roma San Lorenzo, del truce omicidio della povera Desirée, come quello precedente di Pamela a Macerata, violentata, uccisa e fatta a pezzi dai nigeriani, sembrano confermare l’allarme. Del resto il presunto quarto assassino della ragazza di Roma, Salia Yusif, in fuga dalla polizia, aveva lasciato Roma per tornare a Borgo Mezzanone, nel Foggiano, dove aveva già soggiornato fino al 2014 presso il C.A.R.A. Si era anche tagliato i capelli per non farsi riconoscere e viveva nella baraccopoli adiacente, ove è sorto un insediamento di immigrati che non hanno più titolo ad essere ospitati all’interno della struttura, e dove la mafia nigeriana ha creato dei potenti feudi di controllo sull’intera area.
Li chiamano “cult”, dominano il racket da Torino a Palermo, tengono legami anche con i clan di Ballarò. “Ho fatto tre informative a tre procure diverse, Roma, Bologna e Palermo, interessate al fenomeno che si sta espandendo a macchia d’olio in tutta Italia e tutta Europa”, ha detto alla Commissione parlamentare sulle periferie, il commissario della municipale Fabrizio Lotito. Gerarchia mafiosa, riti d’iniziazione, cosche: “Torino è la città con il maggior numero di immigrati nigeriani, a ruota segue l’Emilia Romagna. Le nostre indagini su questo fenomeno mafioso, vedono come attori principali i ‘cult’, nati nelle università nigeriane degli anni Settanta, poi evolutisi fuori e giunti anche in Italia”

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