Islam in Francia, il Velo a Scuola diventa una Moda

di Lorenza Formicola
Nei licei francesi, fra gli studenti musulmani, gli abiti tradizionali vanno sempre più di moda. L’abito fa il monaco, in questo caso: la rivoluzione dei costumi procede di pari passo con la radicalizzazione delle nuove generazioni. La Francia prova a contrastare il fenomeno, con gli strumenti della sua legge laica.
Nei licei francesi l’abbigliamento islamico è predominante. Velo, abaya (tradizionale abito islamico per donne) e kamis (tunica musulmana per uomini) caratterizzano la nuova moda parigina.
È quello che rileva l’inchiesta de L’Opinion che, a pochi giorni dalle legislative in Francia, ha innervosito Macron e messo subito in gioco, su una questione determinante, il nuovo ministro dell’Éducation nationale. Il quotidiano francese parla di epidemia in un’inchiesta choc che parte dalla denuncia del rettorato di Parigi, secondo cui c’è un “aumento significativo dell’uso di abiti religiosi”. Dall’Oise al Asine fino alla regioni di Clermont-Ferrand e Bordeaux, gli abiti religiosi islamici coinvolgono i licei di quasi tutta la Francia…

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Imam: “Andate come profughi in Europa e mettete incinte le loro donne” (VIDEO)

Un imam ha spiegato uno tra i motivi per cui i cosiddetti profughi, tutti musulmani, si imbarcano per l’Europa: figliare con le nostre donne.
Lo Sceicco Muhammad Ayed, figura di spicco tra gli islamici, in un discorso alla moschea di Al-Aqsa, ha esortato i musulmani “ad avere figli con le occidentali, in modo da poter travolgerli sotto i loro piedi, ad Allah piacendo”.
Ha parlato di un’Europa, vecchia demograficamente e da occupare. “In tutta Europa – ha detto – tutti i cuori hanno odio verso i musulmani. Ci vogliono morti, ma hanno perso la loro fertilità”.
“Daremo loro fertilità. Noi alleveremo i nostri figli attraverso di loro, perché dovremo conquistare i loro paesi”.
“Americani, italiani, tedeschi e francesi saranno costretti a prendere i rifugiati”

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Vescovi africani: “Fermare l’emigrazione, aiutare gli africani a restare”

di Federico Cenci
La voce dei vescovi africani riecheggia ormai di frequente. L’appello dei presuli ai propri giovani è fin troppo chiaro: basta emigrazione, basta diventare carne da macello per trafficanti d’esseri umani e imprenditori senza scrupoli, che in Europa sfruttano la mano d’opera straniera per abbassare il costo del lavoro.
Al contrario, bisogna che le forze giovani restino in Africa, è l’unica opportunità per quelle terre di riscattarsi. Non basta, però, la buona volontà dei giovani. Serve l’impegno politico, dei Paesi africani certo, ma anche e soprattutto della comunità internazionale. In tal senso si colloca il Programma “Hungary Helps”, iniziativa del governo magiaro che prevede aiuti concreti in Africa e che finora ha dato sostegno a migliaia di persone…

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Sala: “Qui a Milano una moschea per forza”

Il sindaco di Milano vuole costruire una enorme moschea dove ora sorge il PalaSharp ormai chiuso da anni, dove dormono le tante ragazzine schiave dei nigeriani.
Siamo stati nei nuovi covi della mafia nigeriana, come il Palasharp, dove i pusher riducono in schiavitù le ragazzine italiane drogate e fanno attività di spaccio. “Eroina gialla che viene venduta ai ragazzini. Dosi da cinque euro”.
Parla Tullio Trapasso, leader della associazione “City Report”: i suoi volontari monitorano da mesi stabili dismessi e abbandonati nella città, rifugio di tossici, di clochard, di clandestini, di rom. Conoscono il ventre molle di Milano, i sotterranei dei disperati. I nuovi ghetti, come Castel Volturno, come Borgo Mezzanone in Puglia. Ora cittadelle nere metropolitane, dove la polizia non può più entrare si moltiplicano anche a Milamo. Dove il sesso ripaga le dosi di droga…

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L’Islam tra propaganda e soft power: come vuole “espandersi” nel mondo

di Laura Cianciarelli
Negli ultimi vent’anni, il dibattito pubblico a livello internazionale si è focalizzato sul cosiddetto “islam radicale”, la corrente conservatrice che, attraverso interpretazioni letterali della sharia, invoca un ritorno ai fondamenti dell’islam, ritenuti autentici e infallibili.
A partire dalle Primavere arabe, le discussioni hanno riguardato anche l’islam politico. Il cambio di strategia dei gruppi islamisti è stato infatti evidente:  la Fratellanza musulmana in Egitto o Ennahda in Tunisia, ad esempio, hanno saputo utilizzare in modo sapiente la propaganda, riuscendo a trasformarsi da movimenti emarginati ad attori di primo piano nelle competizioni politiche ed elettorali.
In entrambi i casi, l’islam è visto come un’ideologia religiosa promossa da attori non statali che ambiscono a trasformare in senso “islamico” la società. Un aspetto molto meno analizzato nel dibattito pubblico è, invece, la strumentalizzazione che dell’islam viene fatta dai governi stessi dei Paesi arabi, in funzione di soft power

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