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Italia sotto attacco militare

di Federico Dezzani
A distanza di circa cinque settimane dalla diffusione del Coronavirus nelle regioni settentrionali, l’Italia sembra sempre più essere oggetto di un vero e proprio assalto militare: negli ultimi giorni si è infatti intensificato l’attacco informatico anche alle infrastrutture strategiche, come gli ospedali.
La chiusura ad oltranza delle attività economiche facilita la manovra angloamericana che punta all’implosione dell’Unione Europea attraverso il default dell’Italia.
Guerra biochimica + guerra informatica + guerra finanziaria
Non c’è davvero pace per l’Italia. Sono trascorse circa cinque settimane dalla comparsa del Coronavirus nelle regioni settentrionali ed altrettante ne sono trascorse dalla pubblicazione della nostra prima analisi a caldo, dove evidenziavamo con grande precisione (e, ci sia concesso, una certa preveggenza) le finalità dell’attacco angloamericano. Più le settimane trascorrono, più l’Italia sembra essere oggetto, infatti, di un vero e proprio attacco militare, articolato, avvolgente, incessante, con l’obiettivo ultimo di portare al collasso il suo sistema socio-economico e, attraverso il default dell’Italia, affondare tutte le istituzioni europee. Destabilizzato il quadrante europeo, spostato il focus militare sulla sola Germania e indebolita economicamente la Russia attraverso il collasso europeo, gli angloamericani potrebbero infine concentrarsi sulla sola Cina, che è in cima all’agenda degli strateghi atlantici…

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Il Coronavirus imprime un’accelerazione al Cambiamento. Cadono come birilli consolidati paradigmi

di Giulio Virgi
È ormai diventato un luogo comune paragonare ad una guerra vera e propria la battaglia in corso contro il Coronavirus.
Non tutti ritengono che si tratti di un’immagine appropriata, non essendo fortunatamente presenti, almeno per ora, alcune caratteristiche fondamentali dei conflitti. Manca soprattutto il ricorso alla violenza di massa organizzata dagli Stati, che provoca estese distruzioni e l’uccisione di un gran numero di persone. Eppure alcune analogie sono evidenti: con la guerra, infatti, questa epidemia in atto condivide diverse caratteristiche importanti.
Innanzitutto, c’è la paura: una paura fisica che riguarda in primo luogo l’incolumità e la sopravvivenza personale. Non ci si spara, ma molti comportamenti individuali riflettono il sospetto nei confronti di chiunque s’incontri, in quanto potenziale portatore di una minaccia tanto concreta quanto invisibile…

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Mosca e Pechino, un’alleanza di energia, ambizioni e antiamericanismo

di Rocco Forgione
A dicembre 2019 è stato inaugurato Forza della Siberia, il mega gasdotto che salda il partenariato strategico tra Mosca e Pechino. Un partenariato fatto non solo di energia, ma anche di commercio, ambizioni artiche e un pizzico di antiamericanismo.
Lo scorso 2 dicembre, in videoconferenza rispettivamente da Sochi e Pechino, il Presidente Putin e il Presidente Xi Jinping hanno assistito all’inaugurazione del gasdotto Forza della Siberia e simbolicamente rilanciato le relazioni commerciali e politiche tra i loro Paesi. Il nuovo gasdotto, la più grande infrastruttura dell’Estremo Oriente russo, trasporterà il gas dai centri di produzione di Irkutsk e Yakutia ai consumatori dell’Estremo Oriente russo e della Cina…

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London Bridge 2.0, un Terrore già noto

di Davide Malacaria
“Al solito, gli assassini di Londra erano noti alla polizia ed erano stati denunciati”. Iniziavamo così un articolo sull’attentato terroristico, avvenuto sempre a London Bridge, ma il 3 giugno del 2017, quando funzionari dell’Isis investirono la folla con un veicolo per poi scendere e iniziare il lavoro di coltello.
Tutto come allora. Allora i morti furono otto, stavolta due, oltre a diversi feriti. Usman Khan, l’aggressore di ieri, era affiliato a un clan terrorista ed stato condannato per aver progettato un attentato; girava con un braccialetto elettronico. Noto, sorvegliato, e però libero di uccidere… esattamente come la scorsa volta.
Anche la dinamica dell’intervento della polizia risulta stucchevolmente uguale alla precedente: anche allora i poliziotti bloccarono a terra gli aggressori e li freddarono. Anche allora si disse nella ricostruzione ufficiale che indossavano false cinture esplosive…

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Dal 1945 ad oggi, sono 20-30 milioni gli uccisi dagli Stati Uniti

di Manlio Dinucci
L’arte della guerra: Global Research pubblica un documentato studio di James A. Lucas, sul numero di persone uccise dalla ininterrotta serie di guerre, colpi di stato e altre operazioni sovversive effettuata dagli Stati uniti dal 1945 ad oggi: esso viene stimato in 20-30 milioni. Circa il doppio dei caduti della Prima guerra mondiale.
Nel riassunto del suo ultimo documento strategico – “2018 National Defense Strategy of the United States of America” (il cui testo integrale è segretato) – il Pentagono sostiene che “dopo la Seconda guerra mondiale gli Stati uniti e i loro alleati hanno instaurato un ordine internazionale libero e aperto per salvaguardare la libertà e i popoli dall’aggressione e coercizione”, ma che “tale ordine viene ora minato dall’interno da Russia e Cina, le quali violano i principi e le regole dei rapporti internazionali”. Ovvero… completo ribaltamento della realtà storica…

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La serie di incidenti nelle basi russe potrebbe avere una spiegazione

di Paolo Mauri
La Russia è stata colpita da tre gravi incidenti in poco più di un mese che hanno coinvolto le proprie forze armate.
Il 2 luglio il sottomarino per compiti speciali a propulsione nucleare AS-12, il Losharik, ha subito quello che sembra essere un grave guasto all’impianto antincendio a gas, che ha causato la morte di 14 membri d’equipaggio; Mosca ha però posto il segreto di Stato sulla vicenda anche in considerazione della natura delicata delle missioni affidate al sottomarino, che sarebbe meglio definire batiscafo per le profondità che è in grado di raggiungere.
Il 5 agosto una gigantesca esplosione nel deposito munizioni della base di Achinsk, nella regione siberiana di Krasnoyarsk, contenente decine di migliaia di proiettili d’artiglieria, ha provocato almeno 8 feriti e 15mila sfollati dai villaggi vicini…

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La Russia sotto attacco, insieme all’intero pianeta

I roghi nella taiga siberiana si stanno sviluppando più rapidamente di quanto si riesca a spegnerli.
I roghi nella taiga siberiana si stanno sviluppando più rapidamente di quanto si riesca a spegnerli. Gli uomini messi in campo dall’agenzia forestale russa sono riusciti nell’ultima settimana a liberare dal fuoco 750.000 ettari di taiga. Nello stesso tempo, però, l’area interessata dai roghi è passata da 3 milioni a 4,5 milioni di ettari: una superficie estesa quanto Lombardia e Veneto messi insieme. O quanto la Danimarca, se preferite. Acqua o barriere sono efficaci solo parzialmente e molti incendi si trovano in zone praticamente irraggiungibili.
Al momento non è possibile risolvere il problema con le sole forze umane. L’unico modo perché questo disastro abbia fine è un periodo di piogge intense, che però generalmente in Siberia cade in ottobre. Nello scenario peggiore gli incendi potrebbero quindi durare mesi. La CO2 emessa in atmosfera ha raggiunto le 166 milioni di tonnellate, un valore pari all’emissione annuale di tutte le 36 milioni di auto presenti in Italia…

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USA nel panico: la Cina sta sviluppando gli armamenti elettromagnetici del futuro

di Paul Antonopoulos
Secondo il nuovo rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Cina sta sviluppando una serie di tecnologie potenzialmente dirompenti, tra cui armi elettromagnetiche e ad energia diretta.
“La Cina sta perseguendo una serie di capacità militari avanzate con potenzialità dirompenti quali armi ipersoniche, carri armati elettromagnetici, armi ad energia diretta e capacità di counterspace”, ha detto il Dipartimento della Difesa nel suo rapporto sulle capacità militari cinesi al Congresso del 2019.
Il rapporto ricorda anche che la Cina lo scorso anno ha testato con successo veicoli ipersonici. “Nell’agosto 2018, la Cina ha testato con successo lo XINGKONG-2 (Starry Sky-2), che ha descritto pubblicamente come un veicolo ipersonico a vela“, afferma il rapporto…

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“Basilea III”: l’ennesima Rivoluzione passata inosservata

di Aleksandr Khaldey
Le vere rivoluzioni hanno luogo nel silenzio degli uffici e non nelle piazze, ed è per questo che nessuno si è accorto della rivoluzione mondiale che ha avuto luogo il 29 marzo 2019.
Solo un piccolo sussulto ha attraversato la periferia dei mezzi di informazione, e quell’istante è subito svanito, in quanto l’evento è stato descritto in termini poco chiari alle masse.
Nessuno dei capolavori del populismo mondiale, tipo “Libertà, uguaglianza, fraternità”, “Patria o morte” o “Potere ai consigli, pace al popolo, pane agli affamati, fabbriche al lavoratore e terra ai contadini”, è stato usato. Ed è per questo che quello che è successo è stato compreso in Russia solo da poche persone. E ne sono stati fatti commenti tali che le masse o non li hanno ascoltati per niente, o non li hanno letti fino alla fine. Oppure hanno ascoltato fino alla fine, ma non hanno capito niente…

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Il Fascismo torna nell’Europa orientale, tollerato dall’Occidente, in funzione anti-russa

di John Wight
L’accondiscendenza al fascismo negli anni ’30 è giustamente considerato il punto più basso della democrazia liberale occidentale. Lo stesso atteggiamento oggi è, quindi, imperdonabile.
Qualcuno molto più intelligente di me una volta ha sostenuto che la storia si ripete, prima come tragedia, in secondo luogo come farsa. Il fatto che attualmente stiamo vivendo una recrudescenza del fascismo nell’Europa orientale, in stati alleati con l’Occidente, è più che una tragedia e certamente non è una farsa.
In Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina occidentale e Polonia la celebrazione e l’abbraccio di idee, iconografie, storia e ideologia fasciste è tornata con una sinistra vendetta. È quasi come se il periodo più devastante e barbaro della lunga e torturata storia d’Europa, degli anni ’30 e ’40, non abbia mai avuto luogo. È come se i vasti campi di sterminio della Seconda Guerra Mondiale in cui morirono milioni di persone – le sue fosse comuni, le esecuzioni e i campi di sterminio nazisti in cui il sistematico genocidio degli ebrei fu tentato su scala industriale – fossero una parodia…

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