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La Mancata Adesione dell’Argentina ai BRICS

di Federico Giusti
Il governo argentino ha revocato l’adesione ai BRICS.
Milei potrà oggi beneficiare dell’aiuto interessato degli Usa e la benedizione del FMI che accorderà prestiti in cambio di una manovra finanziaria lacrime e sangue tra licenziamenti, privatizzazioni e l’apertura del paese alla speculazione straniera, statunitense in primis.
Una scelta politica folle, se preferiamo una sorta di merce di scambio “obbligata”, suggerita dagli organismi finanziari e dalla amministrazione Biden che dall’indebolimento dell’alleanza dei Brics trarrà vantaggi e prestigio politico, respingendo la minaccia di un asse commerciale tra paesi del sud America con Cina e Russia.
Alcuni analisti vedono nella rinuncia di Milei l’inizio di una offensiva politica Usa finalizzata a normalizzare il Giardino di casa statunitense…

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Il Quadro è Lampante, sotto il nostro Naso

di Nicoletta Forcheri
La cosa è così semplice e lampante: vogliono smembrare la Russia, già da anni oramai, e hanno cominciato a farlo dall’Ucraina (colpo di stato 2014, embarghi economici e finanziari da anni, persecuzioni di massa dei russi, addestramento milizie neonazi). Modello Yugoslavia.
Perché? L’Ucraina è ricchissima di terre rare e di grano. Ma non solo. Putin è un sovranista scomodo, che ha fatto un po’ di pulizia tra gli oligarchi traditori. Putin è riuscito laddove stava riuscendo Moro e quella classe DC stanca del dominio Usa, o meglio fedele al dettato costituzionale: una sorta di economia mista.
Non vi è niente di peggio per la cricca finanziario-kazara di un paese affrancato che persegua l’economia mista. Tutela della proprietà privata di tutti e della libertà d’impresa, ma limitata da fini sociali e cooperativi esercitati dallo Stato.
Essi governano e controllano i popoli considerati allevamenti intensivi sempre meglio con il neoliberismo o con il comunismo e adesso, colmo del paradosso, ci vogliono imporre una sorta di capitalcomunismo, “non avrai nulla e sarai felice”, ridotto in schiavitù nella società dell’internet trasparente e della sorveglianza ma “reddito universale per tutti”, cioé le briciole magari allietate dagli occhiali del metaverso…

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La Dittatura che affama… Non un briciolo di pietà!

di Maurizio Blondet
Ormai sono milioni gli italiani, nostri concittadini, abbandonati alla fame dall’Inps…
Un lettore, da molti anni espatriato per lavoro nel Nord Europa, mi ha scritto il 2 aprile: “Sono terribilmente preoccupato per mio fratello, non lavora da ottobre, vive col nostro aiuto. Ha provato a chiedere il reddito di emergenza, ma siccome è ancora dipendente, non ne ha diritto. La cassa integrazione, però, gli arriva a mozzichi e bocconi. L’ultima il 5 febbraio, 170 euro. È un progetto di distruzione di massa”.
Il fratello è un trentenne che risiede a Roma, e lavorava come commesso. Non ha diritto al reddito di cittadinanza in quanto formalmente “lavoratore dipendente” (il termine già fa ridere amaramente) – quindi dipende completamente dalal Cassa Integrazione, ossia dall’INPS, di Tridico. Che non ha alcuna fretta di farlo sopravvivere. Ovviamente sono milioni gli italiani, nostri concittadini, come lui, che l’Inps ha abbandonato. Alla fame…

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Lukashenko e i 940 milioni di dollari per il Lockdown: ecco le prove in esclusiva!

di Nicola Bizzi
È dallo scorso mese di Gennaio, con l’introduzione in Italia dello stato d’emergenza da parte del Governo di Giuseppe Conte, che mi sento in guerra, letteralmente catapultato notte e giorno in una trincea.
Mi sento in guerra non certo contro un “virus” o un nemico invisibile, ma contro un Governo totalmente eterodiretto da forze e poteri molto pericolosi, che hanno messo in scena un vero e proprio colpo di stato globale finalizzato alla progressiva riduzione e cancellazione della democrazia, della libertà e dei diritti civili, alla repressione di qualsiasi dissenso e all’instaurazione di una dittatura mondiale tecnocratico-sanitaria che definire di stampo orwelliano sarebbe un complimento. Tale piano va avanti indisturbato già da molti anni e si pone purtroppo anche altri obiettivi, ma non ne parleremo in questo articolo…

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Ora è chiaro quando scoppierà la Nuova Crisi Finanziaria Mondiale

Dalle recenti dichiarazioni dei rappresentanti dei principali istituti finanziario-monetari internazionali, si capisce che domina il panico.
La Banca mondiale ha effettuato una previsione dei ritmi di crescita del commercio a livello globale, secondo cui quest’anno si osserverebbe un calo dal 2,6% all’1,5%. La direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, invece, ha previsto una crisi economica persino peggiore di quella del 2008.
700 miliardi in questione
“La crescita dell’economia mondiale di fatto si è interrotta”, ha dichiarato la direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, in occasione della riunione annuale dei vertici della Banca mondiale e del FMI, che si è tenuta a inizio ottobre a New York. Stando alle stime del FMI, verso la fine dell’anno il PIL mondiale è in perdita dello 0,8%, ossia di 700 miliardi di dollari. Di conseguenza, per il 90% dei Paesi, i ritmi di crescita economica subiranno un rallentamento e saranno i peggiori degli ultimi 10 anni….

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Georgieva, candidata dell’Ue all’Fmi, è un’amica di Soros

La bulgara Kristalina Georgieva è ufficialmente la candidata dell’Ue per la guida dell’Fmi.
La scelta è arrivata al termine di una maratona negoziale e un voto serrato tra i 28 Paesi membri: un voto che ha mostrato le profonde divisioni tra i 28 Paesi ed è stato complicato fino all’ultimo nonostante il fatto che, tra il 3 e 4 gosto, si fosse ridotta a due la lista dei candidati che comprendeva. Oltre all’economista bulgara, c’era l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Si erano ritirati dalla corsa l’attuale presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno; il ministro ad interim dell’Economia in Spagna, Nadia Calvino, e infine il governatore della banca centrale finlandese, Olli Rehn.
Georgieva, amica di Soros
Come scrive IlGiornale.it, la nomina Ue di Georgieva è una vittoria non solo di Macron ma anche del finanziere liberal George Soros…

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“Basilea III”: l’ennesima Rivoluzione passata inosservata

di Aleksandr Khaldey
Le vere rivoluzioni hanno luogo nel silenzio degli uffici e non nelle piazze, ed è per questo che nessuno si è accorto della rivoluzione mondiale che ha avuto luogo il 29 marzo 2019.
Solo un piccolo sussulto ha attraversato la periferia dei mezzi di informazione, e quell’istante è subito svanito, in quanto l’evento è stato descritto in termini poco chiari alle masse.
Nessuno dei capolavori del populismo mondiale, tipo “Libertà, uguaglianza, fraternità”, “Patria o morte” o “Potere ai consigli, pace al popolo, pane agli affamati, fabbriche al lavoratore e terra ai contadini”, è stato usato. Ed è per questo che quello che è successo è stato compreso in Russia solo da poche persone. E ne sono stati fatti commenti tali che le masse o non li hanno ascoltati per niente, o non li hanno letti fino alla fine. Oppure hanno ascoltato fino alla fine, ma non hanno capito niente…

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Di rigore si muore. Lo sanno… e quindi insistono!

“Pura idozia? No, peggio: è sadismo. Sanno benissimo che i tagli sono una catastrofe, ma insistono col rigore di bilancio: è il loro unico programma, il loro dogma”.
Lo ricorda la “bocconiana redenta” Ilaria Bifarini, autrice del saggio “Neoliberismo e manipolazione di massa”. “I danni dell’austerity sono noti allo stesso FMI” scrive su Twitter. “Il consolidamento del debito aumenta il livello di disoccupazione di lungo termine e il tasso di disuguaglianza. Eppure continuano a prescrivere la stessa letale ricetta. È come somministrare un farmaco letale a un paziente moribondo”, dichiara l’economista, intervistata da “Lospeciale”…

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Silenzio! Nessuno deve sapere che l’Islanda è in pieno boom economico senza Euro!

Islanda: boom economico fuori dall UE e senza Euro

La storia recente dell’Islanda è semplice quanto interessante. In Islanda è arrivato il salvataggio del Fondo monetario internazionale: un piccolo prestito, ma a condizioni molto severe. Gli islandesi non hanno accettato tali condizioni e il paese non ha ripagato il debito estero. Così l’Islanda è uscita dalla crisi facendo pagare i costi ai responsabili della crisi stessa.
Vi riassumiamo questa storia di seguito:

C’era un paese che aveva nei confronti delle potenti banche estere un debito di diversi miliardi, pari a decine di migliaia di euro di debito a carico di ciascun…

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