Terzo Giorno

Com’era prevedibile, lo scontro Israele-Iran già al terzo giorno mostra la sua essenza vera.
Netanyahu ha convinto il deep power USA che sarebbe stato in grado di infliggere un colpo decisivo a Teheran, che ha convinto Trump sarebbe servito a spezzare le resistenze iraniane, facendogli accettare (almeno sostanzialmente) le condizioni pretese da Washington per un accordo. Ma, come sempre… fanno i conti senza l’oste.
Tel Aviv si è lanciata in una campagna d’attacco fondata sul principio classico del first strike annichilente, cui segue una coda di attacchi per piegare la resistenza nemica. Ma se l’operazione di attacco è stata pianificata per anni, anche l’Iran non è stata con le mani in mano. Gran parte degli asset strategici sono stati spostati sottoterra, a grande profondità. Perché Teheran gioca una partita diversa da quella israeliana…