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Sardegna “Ciabatta” Energetica

di Maria Antonietta Pirrigheddu (attivista del Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica)
Stavolta il solito ritornello “ce lo chiede l’Europa” può andare a farsi benedire. L’Europa, infatti, ci chiede l’esatto contrario. Ma noi siamo italiani, facciamo a modo nostro e i ritornelli li usiamo quando ci conviene. Soprattutto se si tratta della Sardegna.
Già, la Sardegna, questa terra un tempo meravigliosa che nel giro di un paio d’anni probabilmente non esisterà più: l’intento è di trasformarla in un polo industriale, destinato a produrre energia elettrica da trasportare chissà dove.
Questi sono i programmi per noi, per il nostro sviluppo. E per salvare la terra dal cambiamento climatico. Eh sì, perché a quanto pare per salvare la terra è necessario smettere di coltivarla, togliercela e consegnarla alle multinazionali. Così il pianeta sarà salvo.
Per capire cosa sta accadendo dobbiamo partire dall’inizio, dalla cosiddetta Transizione Energetica

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La Transizione Energetica Serve solo per Emancipare l’EU dagli USA, sulla Vostra Pelle!

di Mittdolcino
Dimenticate le fesserie, “follow the money”: la transizione energetica è una follia gigante, che nasconde enormi interessi geopolitici ed oltre.
Ossia, quello che vediamo è tutto un enorme sforzo atto a forgiare un continente tecnicamente inesistente, lo stesso che ha inventato il feudalesimo, ha accolto gli ashkenaziti babilonesi ed ha partorito la guerra dei 30 anni. Oltre al nazismo, l’ultimo nome dato ad un virus millenario…
Leggevo oggi un passaggio su ilsussidiario.net, un intervento di uno stimato economista, Annoni. A parte l’essere scontato in certi aspetti, emerge una perla, che vorrei condividere con voi: “… Questa rivoluzione verde è strana: non si spaventa di un campo coltivabile ricoperto di pannelli solari, ma pretende la chiusura di un pozzo di gas a qualche chilometro dalle coste; chiude il nucleare, che ha un consumo di suolo per energia prodotta ridicolo, ma lavora per la riapertura delle miniere; vuole reinserire gli orsi nel loro territorio naturale e nel frattempo usa l’arco alpino o appenninico per l’estrazione del titanio o dell’alluminio. Vuole che i fiumi siano liberi di scorrere e che si ripristino acquitrini e paludi, ma scava chilometri per tirare fuori nickel e argento.”

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