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Gideon Levi: “La Società Israeliana si è Circondata di Scudi, di Muri, non solo Fisici ma anche Mentali”

Il Giornalista israeliano Gideon Levi si esprime sull’atteggiamento degli israeliani nei confronti dei palestinesi.
“La società israeliana si è circondata di scudi, di muri, non solo fisici ma anche mentali. Citerò semplicemente tre principi che rendono facile per noi israeliani vivere in questa crudele realtà.
Primo. La maggior parte degli israeliani, se non tutti, crede profondamente che siamo il popolo eletto. E, se siamo il popolo eletto, abbiamo diritto di fare tutto quel che vogliamo.
Secondo. Nella storia ci sono state anche occupazioni più brutali. Ci sono state occupazioni più lunghe nella storia. Ma mai nella storia c’è stata un’occupazione in cui l’occupante si è presentato come vittima…

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Il Buon Senso a Senso Unico

di Enrico Toselli
La logica dell’orologio rotto che segna comunque l’ora giusta due volte al giorno non funziona se applicata alla geopolitica.
Perché non bastano le dichiarazioni persino intelligenti di Giorgia Meloni e di altri leader europei – “Dobbiamo evitare uno scontro di civiltà con l’Islam” – per trasformare le parole in una politica coerente. E lo dimostrano le parole, teoricamente di buon senso, di Maurizio Ferrera sul Corriere della sera.
Perché il buon senso, per lui come per Meloni, deve essere a senso unico. Ossia i Paesi arabi ed il Sud globale devono accettare senza fiatare il predominio di Israele e dell’Occidente, con una mediazione dell’Unione europea che non è una mediazione ma una ben precisa scelta di campo…

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I Media Occidentali si Preparano a Coprire e Giustificare lo Sterminio di Migliaia di Palestinesi

di Redazione CDC (Belisario per ComeDonChisciotte.org)
La rivolta di Gaza come la rivolta del ghetto di Varsavia.
1. Tutti, a scuola, qui in Occidente, abbiamo studiato la rivolta ebraica nel ghetto di Varsavia del 16 aprile – 16 maggio 1943. Come noto, dopo le invasioni nazista e sovietica del settembre 1939, la Polonia, e conseguentemente la comunità ebraica residente (ridotta dall’emigrazione a circa 2,5-2,7 milioni di persone, contro i 3,1 milioni del censimento polacco del 1931) furono spartite tra Germania e URSS.
Molti Ebrei si trovarono o scapparono nell’area della Polonia divenuta sovietica. Nell’area occupata dai nazisti, gli Ebrei vennero rinchiusi e concentrati nell’entità denominata Governatorato Generale – nella visione dei nazisti, l’erede del Pale of Settlement zarista (2) durato 126 anni, fino al 1917 – ed in una serie di ghetti cittadini, tra i quali quello di Varsavia, inizialmente popolato da almeno 350.000 Ebrei, fu il più grande.
La vita nei ghetti ebraici non aveva nulla di normale: le autorità naziste controllavano rigidamente l’entrata e l’uscita delle persone, degli alimenti e dei prodotti di rilevanza bellica (armi, carburante, cemento, vernici, sostanze chimiche, medicinali, etc), avvalendosi della collaborazione forzata delle autorità ebraiche (Judenrat)…

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