di Redazione CDC (Belisario per ComeDonChisciotte.org)
La rivolta di Gaza come la rivolta del ghetto di Varsavia.
1. Tutti, a scuola, qui in Occidente, abbiamo studiato la rivolta ebraica nel ghetto di Varsavia del 16 aprile – 16 maggio 1943. Come noto, dopo le invasioni nazista e sovietica del settembre 1939, la Polonia, e conseguentemente la comunità ebraica residente (ridotta dall’emigrazione a circa 2,5-2,7 milioni di persone, contro i 3,1 milioni del censimento polacco del 1931) furono spartite tra Germania e URSS (1).
Molti Ebrei si trovarono o scapparono nell’area della Polonia divenuta sovietica. Nell’area occupata dai nazisti, gli Ebrei vennero rinchiusi e concentrati nell’entità denominata Governatorato Generale – nella visione dei nazisti, l’erede del Pale of Settlement zarista (2) durato 126 anni, fino al 1917 – ed in una serie di ghetti cittadini, tra i quali quello di Varsavia, inizialmente popolato da almeno 350.000 Ebrei, fu il più grande (3).
La vita nei ghetti ebraici non aveva nulla di normale: le autorità naziste controllavano rigidamente l’entrata e l’uscita delle persone, degli alimenti e dei prodotti di rilevanza bellica (armi, carburante, cemento, vernici, sostanze chimiche, medicinali, etc), avvalendosi della collaborazione forzata delle autorità ebraiche (Judenrat).
Il risultato di tale “politica” nazista fu povertà, fame e epidemie (tifo, tbc, etc.), di molto oltre i livelli provocati dalla guerra nei territori polacchi occupati. Da diversi documenti storici, emerge che le condizioni disumane della vita nei ghetti ebraici sconvolsero genuinamente anche diversi osservatori e visitatori nazisti: ma invece di imputarle direttamente alla politica criminale nazista, con suprema ipocrisia razzista gli osservatori nazisti le spiegarono quasi sempre come prova e risultato dell’evidente inferiorità razziale ebraica!!!!
Dal 16 aprile al 16 maggio 1943 il ghetto di Varsavia insorse contro l’occupazione nazista, ed il risultato fu l’uccisione di circa 7.000 Ebrei e, nei mesi successivi, la deportazione nei notori campi di Madjanek e Treblinka dei restanti circa 40-50.000 Ebrei. Dal lato nazista, le perdite furono solo di qualche centinaio di militari (4).
2. La striscia di Gaza è popolata da oltre 2 milioni di Palestinesi, accatastati in soli 365 km quadrati, ossia la terza area più densamente popolata del mondo: una prigione a cielo aperto. Le condizioni di vita a Gaza sono letteralmente miserabili da diversi decenni.
Le autorità israeliane, infatti, controllano rigidamente l’entrata e l’uscita delle persone, degli alimenti e dei prodotti di rilevanza bellica (armi, carburante, cemento, vernici, sostanze chimiche, medicinali, etc); ogni tanto interrompono perfino la fornitura di energia elettrica. Il risultato di tale “politica” israeliana è la povertà di massa, di molto oltre i livelli di povertà nelle altre aree vicine palestinesi o arabe. Ed ovviamente tale povertà impressiona anche diversi osservatori israeliani e occidentali: ma invece di imputarla alla politica israeliana, con suprema ipocrisia viene spiegata come prova o risultato dell’inferiorità della cultura palestinese, ed in ultima istanza dell’intera cultura islamica.
Qualche giorno fa a Gaza è inevitabilmente esplosa l’ennesima rivolta armata. Incredibile, ma vero: nei media occidentali c’è chi si domanda “come mai” e “perché”!
Come rischia di finire la rivolta? La previsione è purtroppo molto facile: con l’assedio di 2 milioni di persone, la fuga in Egitto di decine di migliaia di disgraziati, e decine di migliaia di rivoltosi e di civili Palestinesi sterminati, contro alcune migliaia di militari e civili Israeliani. Si profila – tanto per capirci – un massacro indiscriminato simile a quello nel ghetto di Varsavia del maggio 1943, o simile a quello perpetrato da USA e GB nella seconda aggressione all’Iraq (700.000 civili morti), ormai dimenticato. E la responsabilità del massacro verrà interamente addossata dai media occidentali ai Palestinesi e, in ultima istanza, al mondo islamico.
Così il mondo islamico – oltre un miliardo di persone, ma evidentemente non bastano per ottenere rispetto – continuerà a domandarsi per quale ragione, mentre i rivoltosi del ghetto di Varsavia sono celebrati come eroi dalla storiografia occidentale degli ultimi 80 anni, i rivoltosi di Gaza (Olp, Hamas, etc.) sarebbero sempre e comunque solo “sporchi terroristi islamici”. Ed a domandarsi perché in Occidente si farfuglia di una nuova Norimberga per Vladimir Putin, ma mai per George Bush e Tony Blair…
Grazie a Israele ed alla sua politica di apartheid e segregazione si profila, quindi, una ulteriore, profonda frattura nelle relazioni tra mondo occidentale e mondo islamico: la rivolta di Gaza rappresenta infatti la lapide tombale di qualunque residua, remota speranza di uno Stato palestinese.
È un’altra profonda ferita che si aggiunge alle altre degli ultimi decenni, dal terrorismo di Al Qaeda e l’11 settembre, all’invasione dell’Afghanistan, la seconda invasione dell’Iraq e la guerra alla Libia: nessuna persona sensata ne avvertiva il bisogno.
3. Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà. Purtroppo a Washington e New York la lobby NeoGlobal che controllava la Presidenza Obama e che ora controlla la Presidenza Biden (nonché, ormai, anche la Commissione UE e la BCE) ha deciso che l’Occidente può permettersi sia di condurre una guerra contro la Russia, sia di confrontare aggressivamente la Cina, sia di inasprire ulteriormente le relazioni con il mondo islamico.
E noi qui in Italia e in Europa, ormai da circa 15 anni, e precisamente dall’ignobile guerra che ha distrutto la Libia, passando per il golpe in Ucraina del 2014, tutti zitti: non fiata quasi nessuno, ormai chi “comanda” è a tutti gli effetti la signora Ursula Albrecht Von der Leyen, nella sua mera e quanto mai meschina qualità di terminale vivente finale degli ordini provenienti da Washington e New York.
Lo stupidimento collettivo indotto dai mass media occidentali è ormai evidente. Il famoso modello democratico occidentale è ormai un malato in fase terminale: in Europa votiamo liberamente, ma per Governi nazionali che non conservano nemmeno il 30% dei poteri pre trattato di Maastricht e pre adozione dell’Euro. Chi governa è la Commissione UE, eletta da nessuno e responsabile verso nessuno.
Negli USA, il candidato sostenuto da almeno il 45% dell’elettorato, Donald Trump, è stato colpito da 91 imputazioni, una più ridicola dell’altra, ed a rischio perfino di estromissione ed esproprio delle sue proprietà a New York.
In tale contesto, è evidente che Israele potrà senza dubbio alcuno continuare la sua politica di apartheid e segregazione, ed a fare esattamente tutto quello che vuole, incluso assediare 2 milioni di persone e sterminare migliaia di Palestinesi.
Chi non è d’accordo, per i media occidentali è semplicemente – indovinate un po’ – un antisemita.
Il ricatto morale dell’accusa infamante e gratuita di antisemitismo, purtroppo, continua a funzionare egregiamente. Uno finisce inevitabilmente per domandarsi se non sia, invece, un alibi.
Articolo di Belisario per ComeDonChisciotte.org
Note:
(1) Mendelsohn, Ezra (1987). The Jews of East Central Europe Between the World Wars. Indiana University Press. pp. 30-31. ISBN 0253204186.
(2) “The Pale of Settlement”, www.jewishvirtuallibrary.org;
(4) The Warsaw Ghetto Uprising (jewishvirtuallibrary.org)