Produci, Consuma e Crepa…

di DB (Weltanschauungitalia)
Il sistema è un tritacarne, dove non solo si può morire fisicamente, ma soprattutto spiritualmente e psicologicamente…
Per essere competitivi nella giungla del “libero” mercato bisogna sfruttare, spremere e poi buttare persone, per poi sostituirle con altre.
Sopra al “caporale” che schiavizza c’è tutto un sistema che ha come vetrina gli scaffali luccicanti dei supermercati, dove i prodotti, agricoli e non, vengono proposti a prezzi quasi decuplicati rispetto a quello riconosciuto ai produttori.
È il Capitalismo, quello che si poggia sull’illusione che ogni individuo possa diventare ricco…

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Ogni Volta che Vado in una Grande Città…

di Gabriele Sannino
Le grandi città, purtroppo, sono diventate un campionario perfetto… per fotografare i drammi del cosiddetto “uomo moderno”.
Personalmente (per mia fortuna) vivo in una piccola cittadina. Ogni volta che vado in una grande città di questo maltrattato paese (ma immagino che questo accada un po’ in tutto il mondo) ti rendi conto in modo PLASTICO di come questa élite disprezzi profondamente l’umanità, ovvero intenda solo sottometterla anche se – ovviamente – i suoi lacchè dichiarino pubblicamente il contrario…

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La Catena Psicologica

di Luca Nali
Il Sistema prima di perpetrare un condizionamento crea il personaggio su cui infierire, e lo fa con una tecnica particolarmente subdola ma allo stesso tempo anche particolarmente facile da vedere.
Viviamo una nostra esperienza totalmente finalizzata alla creazione di emozioni che fin tanto sono di nostro dominio sono funzionali. Ma non possiamo mai sottovalutare che di queste emozioni qualcuno si nutre e che di fatto dovremo sempre impedirne il controllo o cederlo ad altri per una nostra negligenza o superficialità.
La nostra sottomissione inizia dal definirci in un ruolo che noi assecondiamo e addirittura alimentiamo con orgoglio e identificazione. Faccio un esempio: quando qualcuno ci ha definito “proletari”, in definitiva si è creato l’orgoglio operaio e di conseguenza quello proletario che in ultima analisi è la definizione della bestia, con tutto il rispetto per gli animali ovviamente…

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Il Pilota Automatico della Democrazia Terminale

di Roberto Pecchioli
Nel bosco dei ribelli è giunta notizia che in Italia si terranno le elezioni politiche il 25 settembre. Accogliamo l’informazione con uno sbadiglio, seguito da un debole sorriso.
Anche il “Drago” ha gettato la spugna, forse spaventato dall’autunno freddo per mancanza di energia, dalla conseguente inflazione e dalla possibilità di reazioni popolari.
La macchina procedurale della stanca, asmatica democrazia rappresentativa è avviata. Nel bosco non ci sono sezioni elettorali e non si eleggono deputati. Ci limitiamo ad aspettare la frescura settembrina, rammentando una canzone di battaglia di noi ragazzi di tanti anni fa, che osarono sfidare lo spirito dei tempi: “Democrazia, democrazia, è cosa vostra e non è mia. Democrazia, democrazia, in quantoché comandate voi”. Come Walter Whitman, “due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso”. La distinzione rispetto al poeta di “Foglie d’erba” è che la sua diversità era l’orientamento sessuale, che non si chiamava ancora così…

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Il Sorriso del “Drago”

di Carogiù
Siamo bestie da sfruttare, mucche da mungere e mai come in questi ultimi anni ne stiamo avendo la prova più che evidente.
Quando ho visto in quelle foto il sorriso del drago, arido, falso, freddo, compiaciuto, beffardo non ho potuto fare a meno di ricordare la favola di G.Orwell la fattoria degli animali e pensare che effettivamente siamo proprio degli animali e chi afferra questo concetto e ne ha consapevolezza, può sfruttare questo potere a suo vantaggio elevandosi a pastore del gregge.
Ed è proprio così, siamo bestie da sfruttare, mucche da mungere e mai come in questi ultimi anni ne stiamo avendo la prova più che evidente…

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“Fissata” la Nuova Fine dell’Emergenza: la Salvezza è sempre un Anno più in là nella Società del Gregge

di Diego Fusaro
Possiamo ragionevolmente dire, con le parole di Sigmund Freud, che la folla è effettivamente “un gregge disposto a tutto”. Un gregge docile, incapace di vivere senza un padrone, ed è “talmente desiderosa di obbedire, che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo”.
Ben prima di Freud era stato Étienne de La Boétie nel suo capolavoro “Il discorso della servitù volontaria” a mettere in luce questo oscuro desiderio di servire pur di essere lasciati in pace, di essere sottomessi pur di non dover decidere responsabilmente che caratterizza una così grande parte degli esseri umani. Essi accettano le loro catene preferendo una servitù garantita rispetto a una pericolosa libertà: lo stiamo approvando quotidianamente come discorso non perché lo accettiamo, ma perché lo troviamo comprovato dalla realtà stessa nel tempo del leviatano tecno-sanitario e dell’emergenza terapeutica, in una situazione che – si badi – rivela non solo la servitù dei più analoghi al gregge di Freud (significativamente si parla di “immunità di gregge”, le parole non sono mai casuali), ma vediamo un gregge inerme che subisce tutto ed è lieto di servire con ebete euforia e con stolta letizia…

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Gli Uomini nella Caverna

di Massimo Mazzucco
Siamo tutti ammutoliti, in questo momento. Siamo come uomini raccolti in una caverna, abbracciati l’uno all’altro, che attendono sconcertati e impotenti l’evolversi della tempesta là fuori. Cosa succederà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane?
Ci sarà finalmente un po’ di sereno, o si scateneranno le furie del cielo, con tonnellate di acqua e di vento che si riverseranno su di noi? Il nostro sconcerto dipende da un fatto molto semplice: l’impossibilità di controllare gli eventi.
Esattamente come l’uomo è impotente di fronte alle forze della natura, così noi siamo impotenti di fronte alla perdita di raziocinio della maggioranza dei nostri concittadini. L’uragano mentale del covid ha spazzato dalle menti dei più deboli ogni residua capacità di ragionare. La paura ha preso il sopravvento sulla logica, e come tutte le greggi impaurite, la popolazione si è andata a rifugiare proprio nella tana che il padrone le aveva preparato: quella della sottomissione incondizionata…

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