Normalissime Anomalie

di Uriel Crua
Giriamo per le strade. Le persone sembrano diverse, sembrano aver dimenticato tutto, sembrano “scollegate”.
Le vedi solo più sciancate, affannate, con gli occhi acquosi e fissi.
Tutto gli scorre indifferente, ma hanno acciacchi che non si spiegano. Una demielinizzazione qua, una miocardite là. Stampelle, a volte. Un cognato morto giovane: non fumava, non beveva, faceva sport. Un pezzo d’uomo. L’amico al cimitero… che peccato. Nel fiore degli anni. Inspiegabile…
E con quegli stessi occhi gelatinosi fissano le vetrine, o i figli sullo scivolo. E non capiscono. Hanno l’affanno. Sono sempre stanchi. Un inverno di vetro gli cola sul capo, fascia loro il corpo…

Vai all’articolo

Sono Trascorsi due Anni e nulla è Cambiato…

di Lumi
Breve giro desolante nel quartiere (26 dicembre) mi è bastato per osservare alcune cose drammatiche. Siamo esattamente al punto di origine, come se il tempo si fosse fermato al marzo 2020.
Le stesse scene che si ripetono. Gente che se ti incontra sul marciapiede vuoto, attraversa la strada o si sposta o si alza repentinamente la mascherina terrorizzata. Persone che vagano come zombie in preda a stati di paura cronicizzati e lo sguardo perso nel vuoto. Con la differenza che sono trascorsi 2 anni e la gran parte sono molto più stanchi o meglio sfiniti. Il vaccino è stato fatto prevalentemente per paura e questa paura anziché svanire si è insediata ancora più profondamente occupando ormai stabilmente la psiche e il corpo…

Vai all’articolo

Gli Uomini nella Caverna

di Massimo Mazzucco
Siamo tutti ammutoliti, in questo momento. Siamo come uomini raccolti in una caverna, abbracciati l’uno all’altro, che attendono sconcertati e impotenti l’evolversi della tempesta là fuori. Cosa succederà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane?
Ci sarà finalmente un po’ di sereno, o si scateneranno le furie del cielo, con tonnellate di acqua e di vento che si riverseranno su di noi? Il nostro sconcerto dipende da un fatto molto semplice: l’impossibilità di controllare gli eventi.
Esattamente come l’uomo è impotente di fronte alle forze della natura, così noi siamo impotenti di fronte alla perdita di raziocinio della maggioranza dei nostri concittadini. L’uragano mentale del covid ha spazzato dalle menti dei più deboli ogni residua capacità di ragionare. La paura ha preso il sopravvento sulla logica, e come tutte le greggi impaurite, la popolazione si è andata a rifugiare proprio nella tana che il padrone le aveva preparato: quella della sottomissione incondizionata…

Vai all’articolo

Non si può interagire con la Popolazione “zombificata” che s’informa tramite la Televisione

di Claudio Martinotti Doria
Non si può più interagire con la popolazione che s’informa tramite la televisione, cioè con quelli che comunemente si dice che “guardano la tv”, alcuni anche tutto il giorno, dal mattino alla sera, è sempre accesa nelle loro case e tiene loro compagnia. E il fenomeno si è accentuato a causa dei lockdown e della gestione della presunta pandemia.
Non lo si può più fare anche disponendo di buona volontà e umiltà perché la situazione è troppo degenerata rispetto alcuni anni fa. All’epoca la tv faceva danni ma limitatamente alla cultura che diveniva sub-cultura e all’attività sinaptica che veniva atrofizzata, cioè il rischio che si correva era più che altro l’istupidimento di massa e l’ulteriore aggravamento dell’ignoranza, già rilevata come abissale da tutte le ricerche condotte negli ultimi vent’anni.
Nell’ultimo anno e mezzo la tv ha fatto di peggio: ha deliberatamente disinformato, manipolato, seminando il panico, condizionato gli spettatori con una narrativa monocorde e priva di confronto e contrapposizione, dando luogo a una vera e propria zombificazione degli spettatori. Oramai i videodipendenti non ragionano più, sono totalmente privi di senso critico, capacità di analisi e comparazione, non rilevano le incongruenze e le contraddizioni palesi, non riflettono, non ricordano e non sanno mettere in correlazione gli eventi, non pensano più, non sanno argomentare o articolare un seppur minimo discorso…

Vai all’articolo