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L’Islam tra propaganda e soft power: come vuole “espandersi” nel mondo

di Laura Cianciarelli
Negli ultimi vent’anni, il dibattito pubblico a livello internazionale si è focalizzato sul cosiddetto “islam radicale”, la corrente conservatrice che, attraverso interpretazioni letterali della sharia, invoca un ritorno ai fondamenti dell’islam, ritenuti autentici e infallibili.
A partire dalle Primavere arabe, le discussioni hanno riguardato anche l’islam politico. Il cambio di strategia dei gruppi islamisti è stato infatti evidente:  la Fratellanza musulmana in Egitto o Ennahda in Tunisia, ad esempio, hanno saputo utilizzare in modo sapiente la propaganda, riuscendo a trasformarsi da movimenti emarginati ad attori di primo piano nelle competizioni politiche ed elettorali.
In entrambi i casi, l’islam è visto come un’ideologia religiosa promossa da attori non statali che ambiscono a trasformare in senso “islamico” la società. Un aspetto molto meno analizzato nel dibattito pubblico è, invece, la strumentalizzazione che dell’islam viene fatta dai governi stessi dei Paesi arabi, in funzione di soft power

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Identità Europea, un processo ancora in divenire

di Francesco Gavazzi
Nell’ultimo decennio, causa una sfortunata serie di congiunture internazionali, numerosi sondaggi hanno riportato dati (per alcuni) preoccupanti, circa il gradimento dei cittadini per l’Unione Europea e le sue istituzioni, registrando talvolta minimi storici.
Pur senza cedere ad allarmismi ed isterismi collettivi – quali un irreversibile effetto domino post Brexit o una prossima implosione dell’Unione Europea – è comunque necessario chiedersi perché queste indagini demoscopiche abbiano prodotto tali risultati, a cosa siano dovuti e se vi sia una via percorribile per porvi rimedio.
Trovare la causa, il quid, di questo diffuso malcontento potrebbe apparire un compito apparentemente semplice: anni di crisi economica hanno intaccato l’elevato standard di vita dei cittadini europei, i quali, traditi nei loro sogni da questa entità tricefala, hanno iniziato a percepirla come qualcosa di lontano, da cui guardarsi se non addirittura di cui aver paura, avendo quindi la percezione di essere governati da questo immenso burattinaio chiamato Unione Europea; una sorta di deus ex machina che decide arbitrariamente delle vite di oltre 500 milioni di persone…

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Musulmano denuncia la radicalizzazione nelle moschee svizzere

L’uomo ha deciso di raccontare la sua esperienza “perché ama il suo Paese e teme per i giovani”.
LOSANNA – Nelle moschee presenti sul territorio svizzero è in corso un clima di radicalizzazione. È quanto emerge dalla testimonianza di un losannese di origini tunisine. L’uomo, un gerontologo (specialista in geriatria) in pensione, osserva in dettaglio la situazione da cinque anni. Da quando è stato ‘ripreso’ per dei gesti ‘non conformi’ mentre eseguiva le abluzioni (lavaggio rituale a scopo di purificazione) presso la moschea del quartiere ginevrino Petit-Saconnex. “Sono stato trattato come una spia, quando ho risposto che è così che si fa in Tunisia”, ha spiegato a Le Temps.
L’uomo, padre di famiglia che ha voluto restare anonimo, parla di “un Islam deviato, sotto l’influenza del wahhabismo (movimento di ‘riforma’ che promuove il ritorno alle pratiche degli albori dell’Islam)”. E lancia l’allarme: “L’Islam è sempre stato parte integrante della mia vita, una parte di me. Ma inizia a diventare sempre più estraneo. Sta cambiando. Trasformandosi in un’arma contro noi musulmani”

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Stop Islamizzazione: No al villaggio islamico!

Gli uomini, le culture, le religioni, sono tutte degne di rispetto, ma non sono intercambiabili l’una con l’altra.
I militanti emiliani di “Azione Identitaria” hanno affisso, nella serata di Sabato 12 Maggio scorso, uno striscione con scritto: “NO al villaggio islamico – Stop Islamizzazione”, sul ponte della ferrovia nei pressi dell’ex mattatoio di Veggia di Casalgrande (RE), luogo prescelto dalla Associazione Islamica immigrata di Sassuolo, per edificare un enorme “cittadella islamica”, un centro polifunzionale a metà tra una scuola coranica, un centro ricreativo, un mercato… e ovviamente una moschea, nonostante le ambigue rassicurazioni del Comune e dell’associazione islamica in questione.
I militanti emiliani di “Azione Identitaria” hanno affisso, nella serata di Sabato 12 Maggio scorso, uno striscione con scritto: “NO al villaggio islamico – Stop Islamizzazione”, sul ponte della ferrovia nei pressi dell’ex mattatoio di Veggia di Casalgrande (RE), luogo prescelto dalla Associazione Islamica immigrata di Sassuolo, per edificare un enorme “cittadella islamica”, un centro polifunzionale a metà tra una scuola coranica, un centro ricreativo, un mercato… e ovviamente una moschea, nonostante le ambigue rassicurazioni del Comune e dell’associazione islamica in questione.
Il messaggio è stato ribadito con l’affissione di diversi volantini nell’area, con scritto “NO al villaggio islamico a Veggia”…

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1 italiano su 2 si sentiva straniero in Italia prima di Salvini

Sondaggio: 82% italiani è contro immigrati, il 32% vorrebbe perfino affondare i barconi.
Mentre tante scuole hanno abolito da tempo il presepe in classe per non turbare gli alunni stranieri emerge dalla ricerca che l’identità culturale tradizionale è importante per italiani e «la maggior parte teme per la sua scomparsa».
La metà ammette di essersi sentito a volte «straniero nel proprio Paese», addirittura il 59% teme che l’identità sia «a rischio» e poco meno del 50% pensa che l’Italia «dovrebbe fare di più per proteggersi dal resto del mondo».E d’altra parte alla domanda se gli immigrati in generale si sforzino per integrarsi nel Paese il 44% risponde negativamente, la stessa percentuale definisce con sentimenti negativi il proprio rapporto con i musulmani. Ancora più chiaramente, il 40% definisce “incompatibili” l’identità italiana e l’Islam…

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“Islam”, il partito che vuole introdurre in Belgio una “Sharia all’occidentale”

di Prisca Righetti 
Data la realtà multietnica, e la massiccia rappresentanza musulmana in particolare, alla fine il Belgio si è arreso.
Il partito islamico, ribattezzato “Islam”, è ormai una realtà con cui Bruxelles si ritrova a fare i conti, soprattutto tenendo conto del melting pot demografico e religioso in cui, in moltissimi casi, è il credo coranico a fare da comune denominatore.
“Islam”, la controversa realtà del partito islamico in Belgio
Una realtà che si fa strada e prende piede e che nelle elezioni del 2012 ha racimolato qualche votarello in più di quello che ci si sarebbe aspettato, e di cui oggi, in vista del prossimo appuntamento elettorale di ottobre, si teme una graduale crescita. Un timore suffragato dalla diffidenza dei più e dai timori di coloro che temono la realizzazione di diversi punti programmatici del partito Islam che – come riferisce in un ampio e dettagliato servizio il sito di Today.it – “vuole introdurre la sharia in Belgio”…

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Londra è sempre meno british e si arrende all’islamizzazione

di Lorenzo Formicola
“Trasformerò la capitale in un faro dell’islam”, fu il motto elettorale del socialista Ken Livingstone nel 2012. Forse non è stato completamente merito suo, ma si può dire tranquillamente che ad oggi l’obiettivo è stato raggiunto con successo.
La Gran Bretagna ha la terza maggior popolazione musulmana nell’Unione europea, dopo Francia e Germania. I musulmani hanno ormai superato, infatti, anche la soglia dei 4,1 milioni. Il paradigma di una tale crescita ha tre uscite: immigrazione, alto tasso di natalità e disinvoltura nella conversione all’islam.
I musulmani si sono integrati nella società inglese, semplicemente occupandola. Importando e imponendo costumi, usi e leggi, la diffusione della sharia sembra inarrestabile. E Londra è lo specchio di questo scenario a cominciare dal suo sindaco…

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La nuova storia ufficiale dell’Europa cancella il Cristianesimo e promuove l’Islam

Alcuni dei più importanti intellettuali europei hanno firmato un manifesto in difesa delle radici cristiane dell’Europa e contro la sua costante islamizzazione.
Qualche giorno fa, alcuni dei più importanti intellettuali europei – tra i quali il filosofo britannico Roger Scruton, l’ex ministro polacco dell’Istruzione Ryszard Legutko, lo studioso tedesco Robert Spaemann e il francese Rémi Brague, docente alla Sorbona – hanno firmato la “Dichiarazione di Parigi”. Nel loro ambizioso manifesto, hanno respinto “la fasulla Cristianità di diritti umani universali” e “l’utopistica crociata pseudo-religiosa votata a costruire un mondo senza confini”.
Piuttosto, hanno invocato un’Europa basata sulle “radici cristiane”, che s’ispiri alla “tradizione classica” e bocci il multiculturalismo: “I padrini dell’Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile. Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo. Per di più, ignorano quali siano le fonti vere del decoro autenticamente umano cui peraltro tengono caramente essi stessi, proprio come vi teniamo noi. Ignorano, anzi ripudiano le radici cristiane dell’Europa. Allo stesso tempo, fanno molta attenzione a non offendere i musulmani, immaginando che questi ne abbracceranno con gioia la mentalità laicista e multiculturalista”…

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Oriana Fallaci sull’Islam aveva davvero previsto tutto! La profezia

Oriana Fallaci

Leggendo queste righe si ha la sensazione di essere di fronte ad un articolo scritto solo ieri. In realtà sono parole di Oriana Fallaci risalenti al 2001, all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, quando tutto iniziò.
Queste parole di Oriana Fallaci sembrano rappresentare un’analisi di attualità degli ultimi giorni, ma invece sono state scritte all’alba dell’ “era terroristica” che ancora oggi ci terrorizza, era che non si sa, se e quando, volgerà al termine.

Una vera e propria profezia scritta con grande coraggio e lucidità, un vero e proprio “allarme” lanciato 16 anni fa, dopo il primo attentato terroristico, quando il terrorismo non era ancora quello di oggi, ripetitivo e lancinante. Una tesi scomoda per molti, che preferirono farla passare…

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Le profezie di Bettino Craxi su Europa e immigrazione in un cortometraggio

Craxi ad Hammamet

di Roberto Vivaldelli
“Ecco il nuovo cortometraggio realizzato dalla Fondazione Craxi! In questi giorni in cui tutti parlano di Europa, ecco le preveggenti parole di Bettino Craxi. Più di un trentennio fa, Craxi, metteva già in guardia l’Europa dei rischi che correva e delineava cosa dovesse essere o meno l’integrazione comunitaria…”.
Così la figlia Stefania Craxi ha presentato sui social il nuovo cortometraggio dedicato al padre-statista e alla sua visione dell’Europa (in fondo il link al video).
Ne emerge la straordinaria lucidità e lungimiranza politica dell’esponente socialista, nonché la sua chiara visione dell’Italia inserita nel contesto geopolitico del Mediterraneo. Profetiche le sue parole sull’immigrazione…

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