La Proteina Spike del Vaccino Covid mRNA compromette la Riparazione del DNA

Questo post non vuole fare terrorismo psicologico ma cerca di mettere in guardia le persone e spero che questo venga compreso.
Le notizie vengono diffuse perché chi spera di sopravvivere all’olocausto del vaccino, purtroppo sbaglia… perché è davvero una “bomba genetica” contro l’umanità.
Il vaccino, sopprimendo il meccanismo naturale di riparazione del DNA nel corpo – noto come NHEJ, o Non-Homologous End Joining – rende le persone altamente suscettibili a mutazioni cancerose devastanti, anche se esposte a livelli molto bassi di radiazioni ionizzanti come l’esposizione alla luce solare o la mammografia. Con il NHEJ soppresso dalla proteina spike, il corpo non può più riparare il suo DNA danneggiato e le cellule mutano senza controllo, devastando l’intero corpo e provocando la disintegrazione genetica dell’organismo…

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Scienziato Capo Moderna: “Stiamo effettivamente hackerando il Software della Vita”

di Jane Evans
Il dottor Tal Zaks, direttore medico di Moderna Inc., ha spiegato già nel 2017 come funziona il vaccino mRNA prodotto dall’azienda.
Ha detto, “abbiamo vissuto questa fenomenale rivoluzione scientifica digitale e sono qui oggi per dirti che stiamo effettivamente hackerando il software della vita e ciò sta cambiando il modo in cui pensiamo su prevenzione e cura delle malattie”. Ha continuato spiegando che il corpo umano è costituito da organi e gli organi sono costituiti da cellule. “In ogni cellula c’è questa cosa chiamata RNA messaggero o mRNA, che trasmette le informazioni critiche dal DNA nei nostri geni alla proteina, che è davvero il materiale di cui siamo tutti fatti. Questa è l’informazione critica che determina cosa farà la cellula. Quindi possiamo considerarlo un sistema operativo”.
“Quindi, se potessi cambiarlo, se potessi introdurre una riga di codice o cambiare una riga di codice, si scopre che ha profonde implicazioni per tutto, dall’influenza al cancro”

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“Covidioti” di tutto il Mondo… vaccinatevi voi!

di Marco Della Luna
A furia di lockdown e di paura alimentata dalle istituzioni col gonfiare il numero dei morti e col nascondere i veri dati (quasi nessuno muore di Covid-19, l’età media dei morti è 82 anni – Istituto Superiore di Sanità), il popolo è stato portato ad agognare il vaccino per esasperazione e senza pensare.
Eppure ci sarebbe molto, su cui riflettere. Voci insistenti, ovviamente dichiarate “fake”, di un brevetto americano (US7888102B1-2[i]) per il Covid-19 nel 2006, e anche di uno europeo per il suo vaccino (EP 3172319B1) – controllate voi stessi! – entrambi legati a Pfizer, Glaxo, Gates, Pirbright Foundation, che ritroviamo con l’Oms e lo Usaid nel famoso laboratorio di Wuhan.
Un forte dubbio viene che tutto sia stato programmato oltre 10 anni fa, che tutto si svolga come da copione. Un vaccino dagli ignoti effetti collaterali, perché non testato: ci vorrebbero 10 anni per quelli normali, ma questo è il primo che agisce su Rna e Dna, modifica il nostro Dna in modo che produca le proteine del virus, che scatenano le difese immunitarie contro di noi – un alto rischio di autodistruzione, secondo alcuni medici. E diversi esperti, persino Burioni, ammettono che non se lo inietteranno o aspetteranno un anno (intanto si vedrà che cosa succede a chi lo riceve)…

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Tampone: pratica invasiva e pericolosa

di Marcello Pamio
Il Tampone nasofaringeo è un atto di violenza estrema, un atto invasivo contro natura, un test non validato che non ha nessun significato clinico, nè tanto meno diagnostico.
Sta girando da un po’ di tempo un post secondo il quale il tampone naso-faringeo per il Sars Cov-2 è in grado di perforare la BEE, la Barriera emato-encefalica. Diciamo fin da subito che si tratta di una sciocchezza perché non è possibile arrivare fino alla BEE: con il bastoncino si può arrivare fino alla parte superiore delle vie respiratorie.
Andando in profondità si può danneggiare la lamina cribrosa dell’etmoide: un osso particolare e forellato dove ci sono dei vasi molto importanti. Questo osso funge da “stufa” per l’aria che entra, che deve essere riscaldata anche grazie alle vie nasali superiori con i peli. Quindi, quello che possono danneggiare è la lamina cribrosa, ma non si può arrivare a sfondare la BEE che si trova molto più in alto…

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La Dieta del DNA, la nuova frontiera per una dieta su misura

di Damiano Galimberti
Tu sei unico e anche la tua dieta deve esserlo. Quando un paziente telefona in studio e mi chiede: “Lei dottore che tipo di dieta prescrive ?”, gli rispondo “la sua”.
Sia che si tratti di una dieta finalizzata al calo di peso, piuttosto che al benessere e alla “lunga vita”. Tu sei unico. Perché unico è il tuo DNA, il tesoro di tutte le informazioni vitali. Nel 1862 il filosofo Ludwig Feuerbach affermò che noi siamo quello che mangiamo.
Siamo davvero ciò che mangiamo?
In parte sì, eppure un esperimento che volesse dimostrare questa ipotesi non avrebbe successo. Se per assurdo due persone, con lo stesso stile di vita, mangiassero i medesimi alimenti, ci accorgeremmo che il loro corpo si comporterebbe in modo del tutto personale.
Questo determina che tu, così come ciascun individuo, rispondi all’alimentazione diversamente da tutti gli altri. Quindi? Non si possono applicare o imporre regole e schemi che prescindano da te, dalla tua storia fisica e umana…

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Darpa, Usa: Soldati-Ogm invulnerabili, con Dna modificato

Visto che non sarà possibile “produrre tanti vaccini e tanti antivirus per proteggere tutta la popolazione durante una guerra chimica o biologica”, perché non provare a trasformare il corpo umano in una “fabbrica” di anticorpi?
È la domanda, sconcertante, che aleggia attorno alle parole di Steven Walker, il direttore della Darpa, punta di lancia della ricerca applicata alla difesa statunitense. Il Pentagono, avverte l’avvocato neozelandese Darius Shahtahmasebi, sta infatti provando a varcare la frontiera naturale fisiologica. Obiettivo: “Alterare la biologia umana per offrire una adeguata protezione contro attacchi chimici e biologici”.
Secondo il giurista, esperto di questioni geopolitiche, “arriverà un momento in cui i film di fantascienza si scriveranno da soli: siamo già in una fase in cui forse è solo questione di tempo, e poi si metterà in pratica tutto ciò su cui stanno studiando alcuni scienziati finanziati dal governo per cercare di aiutare le forze armate Usa”. Il grande problema, per il Pentagono, sono le armi più esclusive, non convenzionali. Si domanda Walker: “Si riuscirà davvero a proteggere un soldato sul campo di battaglia, dalle armi chimiche e biologiche, controllando il suo genoma?”, ovvero “facendo cioè in modo che il suo genoma produca proteine ​​che lo proteggano automaticamente da fattori esterni?”

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Verso cervelli più potenti e con più memoria?

di Bruno Sebastiani
Dalla Cina giunge notizia di un inquietante esperimento biogenetico. A due gemelline è stato tolto un gene inibitore delle sinapsi in una determinata regione del cervello. Questo dovrebbe consentire ai soggetti in questione di acquisire più memoria e capacità intellettive.
Stiamo andando verso una generazione di esseri superdotati intellettivamente? Quali i rischi? Il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha pubblicato sul Corriere della Sera del 21 marzo 2019, un articolo dal titolo “Più intelligenti e con più memoria – Il caso delle gemelline nate in Cina dopo l’editing genetico“. L’intero articolo è consultabile nel blog de “Il Cancro del Pianeta”.
L’elemento più importante che emerge dallo scritto è che un particolare intervento di biogenetica sarebbe in grado di potenziare memoria e intelligenza. I soggetti sottoposti a questa pratica di “editing genetico” vengono privati della proteina CCR5 che è “porta d’entrata del virus dell’HIV ma anche inibitore naturale delle sinapsi, fra i neuroni di quella regione del cervello che ci aiuta a ricordare (ippocampo). Se togli questo freno potenzi le facoltà intellettuali”

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I “Biofotoni”: la Salute viene dalla Luce

di Marìca Spagnesi
Tutti gli esseri viventi, animali, piante, batteri ed esseri umani, emettono luce. I “Biofotoni” sono i “quanti” (minuscoli concentrati di energia) di luce che irradiamo e che hanno un ruolo decisivo nell’evoluzione dell’attività bioelettrica del cervello. In che modo possono esserci utili?
Gli impieghi possono essere diversi e importantissimi: dalla medicina per la diagnosi e il controllo di possibili patologie, all’agricoltura, al controllo delle proprietà degli alimenti e le qualità delle sementi, alla biologia e alle scienze ambientali. In particolare, i biofotoni potrebbero avere un ruolo determinante, e non invasivo, nella diagnosi precoce delle patologie tumorali. Tuttavia, nonostante se ne conosca l’esistenza dal 1923, sembra che la nostra società non sia ancora pronta a capire le implicazioni di profondo cambiamento che rappresentano.
Ne parliamo con il Prof. Paolo Manzelli, Professore ordinario di Chimica Fisica e Presidente di EGOCREANET (ONG), presso l’Incubatore dell’Università di Firenze…

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Le “Persone-Chimere”, umani con due Dna diversi

Ci sono persone che al posto di un solo DNA, ne portano ben due nel loro organismo. Vivono senza accorgersene e possono portare in loro per anni i geni estranei, finché un caso non evidenzia questa strana mutazione.
Perché sono chiamate “persone-chimere”? Che impatto può avere ciò sulla loro stessa salute e su quella dei loro figli? In che modo possono diventare una chiave che apre le porte alle cure di molte gravi malattie?
In biologia sono chiamate “chimere” organismi animali o vegetali che sono composti di tessuti geneticamente eterogenei. Nel mondo sono ben noti gli esperimenti del grande selezionista russo, frutticoltore-genetista Ivan Michurin, il quale, in sostanza, è stato il primo a occuparsi della creazione artificiale delle “chimere vegetali” tramite ibridazione delle chimere tra di loro, per aumentare il raccolto e la resistenza alle avverse condizioni atmosferiche. Tuttavia, tra le piante il chimerismo capita molto più frequentemente che tra i mammiferi. Per questi ultimi è una grande rarità…

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Il “Gene gay” non esiste

L’Omosessualità nasce da un mix di fattori genetici e ambientali. Né più né meno di moltissime altre caratteristiche umane, fisiche o di personalità.
In altre parole: “Non esiste un singolo ‘gene gay’, bensì migliaia di varianti genetiche associate al tratto, ognuna con piccoli effetti”. Ciò chiama in causa un cocktail di elementi che spaziano dal Dna alle influenze esterne. Questa, la conclusione di un maxi studio pubblicato su Science. La prima firma del lavoro è quella dell’italiano Andrea Ganna, in forze negli Usa al Broad Institute del Mit e di Harvard.
Ganna e colleghi hanno esaminato le caratteristiche genetiche di un vasto campione di persone alle quali è stato chiesto se avevano mai avuto una relazione con persone dello stesso sesso. Più precisamente hanno analizzato le risposte ed eseguito studi di associazione sull’intero genoma, indagando complessivamente sui dati di oltre 470 mila persone della Uk Biobank e della società californiana 23andMe. Ebbene, “le varianti genetiche di una persona – riassumono gli autori – non predicono in modo significativo se avrà comportamenti omosessuali”

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