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Verso cervelli più potenti e con più memoria?

di Bruno Sebastiani
Dalla Cina giunge notizia di un inquietante esperimento biogenetico. A due gemelline è stato tolto un gene inibitore delle sinapsi in una determinata regione del cervello. Questo dovrebbe consentire ai soggetti in questione di acquisire più memoria e capacità intellettive.
Stiamo andando verso una generazione di esseri superdotati intellettivamente? Quali i rischi? Il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha pubblicato sul Corriere della Sera del 21 marzo 2019, un articolo dal titolo “Più intelligenti e con più memoria – Il caso delle gemelline nate in Cina dopo l’editing genetico“. L’intero articolo è consultabile nel blog de “Il Cancro del Pianeta”.
L’elemento più importante che emerge dallo scritto è che un particolare intervento di biogenetica sarebbe in grado di potenziare memoria e intelligenza. I soggetti sottoposti a questa pratica di “editing genetico” vengono privati della proteina CCR5 che è “porta d’entrata del virus dell’HIV ma anche inibitore naturale delle sinapsi, fra i neuroni di quella regione del cervello che ci aiuta a ricordare (ippocampo). Se togli questo freno potenzi le facoltà intellettuali”

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L’Intelligenza piena è “Spirituale”

La premurosa misurazione delle capacità cognitive dei bimbi in difficoltà con la scuola, da parte dello psicologo Alfred Binet, nei primi del Novecento, potrebbe segnare l’inizio di una storia dell’intelligenza dell’età moderna.
A tale metodo, infatti, intorno agli anni ’40, David Wechsler s’ispirò per la costruzione delle prime versioni del cosiddetto test del ‘QI’ (quoziente intellettivo), basato fondamentalmente su quesiti di natura logico- matematica. Quando comparve sulla scena l’intelligenza artificiale che presto, proprio sul piano dell’esecuzione di regole e calcoli, prese a umiliare gli umani, si cominciò a congetturare che l’intelligenza non fosse propriamente o esclusivamente, soluzione di problemi di logica.
Howard Gardner coniò l’espressione “intelligenza multipla” e individuò ben sette tipi specifici di intelligenza, che poi estese al numero di otto e mezzo (quella accettata solo a metà riguarda proprio l’oggetto di questo articolo). Daniel Goleman, con un’opzione poi assai diffusa, contrappose più schematicamente all’intelligenza logica, specifica dell’emisfero sinistro del cervello, l’ “intelligenza emotiva”, del lobo destro…

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Non esiste un solo tipo di Intelligenza: scopri il tuo!

Dott.ssa Claudia Casalboni
Pensiamo sempre all’intelligenza come ad una facoltà esclusivamente cognitiva, mentre in realtà esistono molteplici altre manifestazioni dell’intelligenza.
Siamo abituati a pensare all’intelligenza come ad una facoltà solo di tipo cognitivo, che prevede la capacità di risolvere problemi e raggiungere obiettivi, formulare ragionamenti logici o pensieri astratti, comprendere ed apprendere. In realtà, questa definizione racchiude solo una delle manifestazioni dell’intelligenza: lo psicologo Howard Gardner ne ha identificate ben 9.
Ciò che è più importante sapere non è quanta intelligenza si possiede, ma quale: ognuno di noi ha il dovere e il diritto di riconoscere la propria e di esprimerla al meglio; chi non è consapevole delle potenzialità di cui è provvisto, non potrà metterle a frutto e sarà sempre governato da una spiacevole sensazione di insicurezza ed incapacità. Liberare e seguire la propria tendenza naturale è il modo migliore per raggiungere l’auto-realizzazione e la soddisfazione di sé…

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Punteggi del test del “QI” in caduta libera dagli anni ’70: siamo meno intelligenti?

La crescita segnalata nel corso del ventesimo secolo del QI (quoziente intellettivo) si è invertita: stiamo diventando tutti più stupidi, o piuttosto è questo strumento, che forse è da ritenere superato?
L’aumento del livello del quoziente intellettivo tra una generazione e l’altra, registrato nel corso del ‘900 è ufficialmente finito. L’analisi dei risultati di 730 mila test del QI effettuati in Norvegia, rivela che i punteggi sono in calo dalla metà degli anni ’70. Si tenta, ora, di fornire alcune possibili spiegazioni al declino.
Lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, fa scricchiolare quello che – tra chi si occupa di intelligenza e trend demografici – è noto come “Effetto Flynn”. Intorno agli anni ’80 del Novecento, il ricercatore neozelandese James R. Flynn osservò come, nella prima parte del secolo, il valore medio globale dell’intelligenza, valutata attraverso i test del QI, fosse cresciuto in modo lineare, aumentando di circa 3 punti per ogni decennio

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Uomini e donne hanno un’intelligenza diversa?

Uomini e donne hanno un intelligenza diversa

di Raquel Aldana
Secondo numerosi studi, l’intelligenza generale di uomini e donne è molto simile. Tuttavia, se facciamo riferimento a capacità specifiche, la situazione cambia radicalmente: i dati indicano differenze rilevanti e sistematiche nelle capacità verbali, numeriche e visivo-spaziali di uomini e donne.
Le donne ottengono un punteggio maggiore degli uomini nei test di attitudine verbale, le prove in cui la cosa più importante è il linguaggio. Gli uomini, invece, spiccano soprattutto nell’ambito numerico e spaziale (che viene valutato attraverso esercizi di visualizzazione e rotazione mentale).
In ogni caso, per quanto riguarda la capacità di gestire le informazioni, numerosi studi indicano che non ci sono reali differenze tra i sessi. Secondo uno studio di Deary et al. (2007), condotto su coppie di fratelli uomo-donna, le donne tendono ad essere migliori negli esercizi di associazione di parole, comprensione e velocità di codifica. Gli uomini, al contrario, ottengono punteggi migliori nei test scientifici, aritmetici, di comprensione meccanica e informazione elettronica…

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L’intelligenza dei figli deriva dalla madre, non dal padre

Madre e figlio

Questione soprattutto di genetica, ma non solo: il merito dell’intelligenza dei bambini è della mamma!
“Quanto è intelligente nostro figlio. Tutto suo padre!” dice (ovviamente) il padre. “Tutto sua madre” risponde lei. E ha ragione. Ebbene sì, è soprattutto dalla mamma che i bambini ereditano la loro intelligenza. Cari papà, rassegnatevi, perché la notizia arriva da anni di ricerca. Gli studi a riguardo, infatti, iniziarono nel 1984, presso l’Università di Cambridge e molte altre ricerche vennero fatte nel corso degli anni.
Il gene dell’intelligenza portato dal cromosoma X
Ciò che ha dimostrato che i bambini ereditano dalla madre l’intelligenza, è la maggior probabilità delle donne di cedere i geni dell’intelligenza ai figli. Perché? I geni

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Perché le persone intelligenti hanno pochi amici?

Persone intelligenti amano la solitudine

L’attività sociale per le persone intellettivamente superiori non è basilare nella vita, bensì una forzatura. Questo tipo di persone sentono meno il bisogno di comunicare.
Da alcuni studi scientifici elaborati da psicologi evoluzionisti inglesi e cinesi, che hanno esaminato un campione di 15000 persone risulta che:

  • le persone che vivono nei posti più densamente popolati si sentono, di regola, meno felici.
  • la maggioranza delle persone, per sentirsi felice necessità di continui scambi con gli amici e con coloro che la pensano come loro.
  • le persone con intelletto superiore

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Com’è un bambino “veramente” intelligente?

La vera intelligenza dei bambini

“Una volta a scuola gli insegnanti mi chiesero cosa volevo essere da grande. E io risposi: ‘Felice!’ Mi venne detto che non avevo capito la domanda e io risposi che loro non avevano capito la vita”, disse una volta John Lennon.
Alla luce di questa riflessione, non possiamo evitare di pensare che forse noi adulti non comprendiamo molte cose. Essere intelligenti non significa ottenere un voto eccezionale in matematica o in fisica. Tanto meno basta ottenere un eccellente in grammatica o memorizzare tutte le ricorrenze storiche. Questo significa semplicemente essere uno studente diligente.
Tuttavia, ancora oggi molti genitori e insegnanti ritengono che l’intelligenza si riduca semplicemente a logica e razionalità, e ritengono che un bambino che prende dei brutti voti, non avrà mai successo nella vita, perché non è abbastanza intelligente e capace…

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Dimenticare le cose è sinonimo di intelligenza

ragazza smemorata

di Angelo Petrone
Essere smemorati significa maggiore capacità di imparare nuove cose. I risultati sulla tendenza a dimenticare dell’Università di Glasgow.
Flessibilità, maggiore capacità di apprendimento ed un livello più alto di intelligenza: sono le caratteristiche degli smemorati. Secondo una ricerca dell’Università di Glasgow, nel Regno Unito, le persone che hanno una maggiore attitudine a dimenticare determinate cose, sono anche più propense a impararne altre. Un cervello flessibile e aperto a nuove conoscenze caratterizzerebbe gli smemorati che, al margine della ricerca, vengono definiti i “soggetti con una marcia in più rispetto agli altri“…

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Cervello: l’uomo ha più neuroni e la donna più connessioni… ecco cosa significa

Differenze tra cervello maschile e cervello femminile

di Francesco Agnoli
Esistono differenze tangibili tra il cervello maschile e quello femminile. E’ proprio per questo che solo camminando a braccetto, maschio e femmina, “vedono” più chiaro.
L’Almanacco delle scienze del CNR, nel numero di marzo 2016, riporta un articolo sulle differenze tra il cervello dei maschi e quello delle femmine. Elisabetta Menna, dell’Istituto di neuroscienze del Cnr, riassume così lo status delle ricerche: “Di differenze ve ne sono a livello sia strutturale sia funzionale. In generale gli uomini hanno più neuroni (materia grigia) e le donne hanno maggiori connessioni (materia bianca)”…

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