Il diritto alla città: da Lefebvre alle “Smart City”

di Luisa Cuccu
Henri Lefebvre è considerato ancora oggi uno dei maggiori esponenti del “marxismo non dogmatico” e tra i suoi lasciti più importanti ricordiamo “Le droit a la ville” del 1968. Il diritto alla città, ai giorni nostri, è un tema importante nelle strade e nei luoghi dei centri urbani.
Per diritto alla città, Lefebvre intende la possibilità di poter accedere alle risorse della città, il diritto all’attività partecipante, alla fruizione al di là del diritto di proprietà. Questo diritto viene rivendicato attraverso l’appropriazione dei tempi e degli spazi del vivere urbano. Lefebvre sosteneva che vi fosse la necessità di riformare le strutture sociali ed economiche e il bisogno di un cambiamento drastico dell’assetto decisionale (Lefebvre, 1972)…

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Vite a perdere!

di Alberto Bergamini 
Le persone sono talmente abituate a ragionare attraverso il pensiero “monoegoico” che non si accorgono che il loro è in realtà un karma di massa. Imprigionate in una ragnatela composta da casualità in cui sguazzano inconsapevoli o consapevoli, sono troppo invischiate nella materia per reagire.
Il senso del possesso è ben radicato per far sì che possano emergere emozioni e sentimenti più elevati, e quando questi, “tirati” da mani benevole verso l’alto, cercano di manifestarsi e spiccare il volo, ripiombano poi con maggior gravità verso il basso. Sembra, infatti, che sia presente, oltre la normale forza di gravità, una gravità spirituale, che ci attira verso il suolo…

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La paura di Andare Controcorrente

Andare controcorrente è spesso sinonimo di emarginazione, solitudine, del non essere integrati e accettati in una società dove, sempre di più, e attraverso la globalizzazione, si va insieme in un’unica direzione.
Una stessa direzione per la moda, per la musica, per il pensare, il mangiare, la filosofia, l’arte, un conformismo globale che sovrasta tutto e tutti e nel quale andare controcorrente equivale ad uscire dalla zona di comfort e incamminarsi verso critiche, scontri, indecisioni e perché no, anche rischi.
Non sono pochi infatti, coloro che nel tentativo di andare controcorrente hanno fatto una brutta fine. C’è una domanda che sorge spontanea, ma che in realtà è doverosa fare: perché si decide di andare controcorrente se poi è così scomodo e rischioso?…

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Thomas Sankara: l’ultimo discorso che gli costò la vita

30 anni fa, un piccolo uomo dalla pelle nera sfidò i potenti del mondo.

Disse che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicità dei popoli. Affermò, con il proprio esempio personale, che la politica era servizio, non potere o arricchimento personale. Sostenne le ragioni degli ultimi, dei diversi e delle donne. Denunciò lo strapotere criminale della grande finanza. Irrise le regole di un mondo fondato su di una competività che punisce sempre gli umili e chi lavora. E che arricchisce sempre i burattinai di questa stupida arena. Urlò che il mondo era per le donne e per gli uomini, tutte le donne e tutti gli uomini e che non era giusto che tanti, troppi, potessero solo guardare la vita di pochi e tentare di sopravvivere.

Nel luglio del 1987, in occasione della…

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Spagna e Italia sotto attacco

di Cinzia Palmacci
Spagna e Italia sono finite nel mirino dell’agenda mondialista? La prima attraverso gli ultimi rigurgiti indipendentisti, l’Italia invece deve fronteggiare i pericoli che puntano diritti all’indebolimento dell’identità nazionale.
Se osserviamo quello che sta accadendo in questi ultimi periodi, pare proprio che sia l’Italia che la Spagna siano finite nel mirino dell’agenda mondialista. La Spagna, attraverso gli ultimi rigurgiti indipendentisti della Catalogna, che mirano a minare il governo nazionale di destra capeggiato da Mariano Rajoy, mentre l’Italia, almeno da quando ha una maggioranza di sinistra al potere, si è trovata più volte a dover fronteggiare pericoli che puntano diritti all’indebolimento dell’identità nazionale e allo svilimento delle sue potenzialità sotto tutti gli aspetti, primariamente quello economico e finanziario…

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Non si fanno figli: regressione culturale e scomparsa della “cultura della vita”

di Fabio Torriero  
Perché non facciamo più figli?
Massimo Gramellini, sulle colonne del “Corriere della Sera”, pone un tema non da poco: perché non facciamo più figli? La sua domanda nasce da una considerazione (anche qui non da poco): l’indifferenza, l’insensibilità, ad esempio, rispetto alla rilevazione dei ricercatori dell’Università di Gerusalemme, secondo la quale il maschio occidentale ha smarrito la metà dei suoi spermatozoi. Gramellini evidenzia, infatti, questo aspetto: “C’è il sospetto che la maggioranza degli occidentali, lungi dal desiderare la propria fine, non ne abbia coscienza”. E via, una sua lunga e interessante dissertazione sulle cause e gli effetti del problema. Che può essere riassunto in tre filoni…

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I fanatici dello “Ius Soli”

Fanatismo “liberal”, laicista e politicamente corretto

di Martino Mora
Non esiste soltanto il fanatismo islamico. Esiste anche un fanatismo “liberal”, laicista e politicamente corretto.  E’ il fanatismo del pensiero unico. Da noi ha contaminato tutti, ma il Partito Democratico (che già nel nome scelto e nel simbolo dell’asinello è emblema dell’americanismo più bovino, anzi asinino) ne è la massima espressione italica.
La legge sullo Ius Soli, come le unioni (in)civili, dimostra che il Pd non è un partito moderato, ma un partito estremista a fortissima componente ideologica. Un partito di fanatici dell’ideologia. E’ il Partito radicale di massa profetizzato da Augusto Del Noce.
Il Pd passa per un partito moderato, di centrosinistra, soltanto perché non è più comunista, e nemmeno socialdemocratico, ma “liberal”. Accetta il capitalismo e addirittura si è legato ai mostri della finanza mondiale. Sostiene l’atlantismo e le “guerre umanitarie” decise da Washington. Fa dell’Unione europea un riferimento irrinunciabile. È quindi parte integrante del Sistema, anzi in Italia è il Sistema…

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UE: test gender ai nostri ragazzi nei licei. E non sono anonimi!

Test gender

di Claudio Messora
L’Unione Europea avrebbe un progetto in corso per testare i nostri ragazzi su tematiche matematico-sessuali (quale attinenza abbiano le due branche del sapere, forse, si può spiegare argomentando che il Kamasutra in fondo è un testo di geometria!).
Questo progetto consta della somministrazione di test contenenti affermazioni come:

  • faccio facilmente amicizia con i maschi,
  • non vado molto d’accordo con le femmine,
  • l’omosessualità femminile è un peccato,
  • le lesbiche non vanno bene per la nostra società,
  • è giusto che la donna faccia carriera e l’uomo resti a casa,
  • l’aborto dovrebbe essere perseguito penalmente come una forma di omicidio,
  • …………………….. e tante altre

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Il CETA: il silenzio assordante sul trattato internazionale che cambierà per sempre le nostre vite

Globalizzazione protesta - TTIP - CETA

di Giorgio Cremaschi
“Tutti dicono di voler cambiare i trattati dopo, ma pochi cercano di fermarli prima”.
Il degrado della nostra democrazia è ben rappresentato dal fatto che uno scontro megagalattico sta accompagnando la discussione su una legge all’acqua di rose sullo ius soli, mentre il senato si prepara ad approvare nel silenzio generale il famigerato trattato CETA.
Il trattato è quello stipulato tra Unione Europea e Canada e serve a far passare liberamente la globalizzazione più selvaggia e distruttiva, travolgendo le poche regole rimaste a difesa dei lavoratori, dei consumatori, dei cittadini. Il succo del trattato è il via libera ai prodotti, ai servizi e alle attività delle grandi multinazionali, secondo le regole loro e del paese più disponibile verso di esse. E se qualche Stato dovesse decidere di opporsi in nome delle proprie leggi su lavoro, salute e ambiente, le multinazionali potrebbero citarlo in giudizio in un arbitrato, gestito a condizioni, per esse, di favore. La extragiudizialità dei grandi fruitori di profitti rispetto agli Stati diventa legge, lo stesso privilegio di fronte alla giustizia comune, di cui nel Medio Evo godevano prìncipi e baroni…

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Il tramonto delle istituzioni

Social network

di Andrea Tremaglia
La disintermediazione come tendenza del nostro tempo: che si parli di informazione, di politica o di mercato, il progressivo fallimento di tutti i mediatori e la nascita di nuove e differenti istituzioni, sembra una delle cifre più caratteristiche della contemporaneità.
Perdita di verità, questa è la denuncia che corre spesso nei confronti del nostro tempo. L’equivoco è in premessa: la verità, per essere, non ha bisogno di venir cercata. Nascosta o palese che sia, la verità per definizione rimane tale. Piuttosto, il tema è la perdita di interesse nella verità e la perdita di valore della verità in quanto tale. Perchè? A favore di cosa?…

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