La Paura del Futuro

 di Giovanna Spinelli
La nostra Condizione futura sta nella nostra Coscienza attuale.
Chi più chi meno tutti vorremmo dare una sbirciatina al nostro futuro, per esserne rassicurati o per avere un’idea dell’energia necessaria a superare le prove che ci attendono oppure semplicemente per curiosità o interesse egoistico. La frase iniziale d’altro canto è al plurale, trasmette un messaggio individuale ma soprattutto collettivo. Cioè non è solo la condizione della mia coscienza, ma della nostra, a determinare la condizione futura.
In realtà, i fili del bene e del male non smettono mai di intrecciarsi nei rapporti che intessiamo con noi stessi e col mondo e la capacità di distinguerli e di agire in un senso o nell’altro, diventa un fattore determinante nelle cause che mettiamo in moto e di cui vivremo gli effetti. Poche parole per dire che se vogliamo conoscere le nostre condizioni future, dovremmo semplicemente stare attenti al presente, smettendo di comportarci in maniera cocciuta, inconsapevole e irresponsabile…

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Sono cambiate le “Regole del Gioco”…

Difficile descrivere il momento nel quale ci troviamo. La crisi economica cancella molte certezze, annulla posizioni di rendita, toglie ai nostri figli delle prospettive.
Prima immaginavamo un mondo senza barriere per tutti, dove ognuno poteva godere di una parte di felicità. Successivamente e per gradi, sono stati avviati tanti piccoli cambiamenti in ambito scolastico, universitario, lavorativo, economico e sanitario. Alla fine di questo graduale processo di cambiamento in atto (purtroppo, sotto molti aspetti, negativo), ci siamo accorti che sono completamente cambiate le “regole del gioco”

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Questi ricercatori hanno creato la prima “Vita artificiale Quantistica”

di Daniel Oberhaus
“Abbiamo portato gli eventi assurdamente sofisticati che chiamiamo vita nel regno delle scale atomiche e microscopiche… e ha funzionato.”
Per la prima volta, un team internazionale di ricercatori ha utilizzato dei computer quantici per creare vita artificiale – una simulazione di organismi viventi che gli scienziati possono utilizzare per comprendere la vita dal livello delle popolazioni complessive fino, direttamente, alle interazioni cellulari.
Con i computer quantistici, i singoli organismi viventi rappresentati a livello microscopico attraverso dei qubit superconduttivi sono stati fatti “accoppiare”, interagire con il loro ambiente e “morire”, per creare un modello dei principali fattori che influenzano l’evoluzione.La nuova ricerca pubblicata su Scientific Reports l’ottobre scorso, è un traguardo che potrebbe aiutare a comprendere se l’origine della vita possa essere spiegata attraverso delle meccaniche quantiche, una teoria della fisica che descrive l’universo in termini di interazioni tra particelle subatomiche.Modellare la vita artificiale quantica, è un nuovo approccio ad una delle più vessanti domande della scienza: come fa la vita ad emergere dalla materia inerte, come nel caso del “brodo primordiale” di molecole organiche che una volta esisteva sulla Terra?…

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Teletrasporto per capire Buchi Neri e Computer Quantistici

di Matteo Fantozzi
La scienza supera i confini dell’immaginabile, con un nuovo test sul Teletrasporto che dovrebbe servire per capire i Buchi Neri.
L’efficienza è stata studiata su 7 atomi con i risultati della ricerca pubblicati su Nature, rivista specializzata, grazie al contributo dell’Università americana del Maryland e dell’Istituto canadese Perimeter per la fisica teorica. Sicuramente è un passo in avanti importante quello che ci arriva da questa ricerca, con la possibilità di muoverci verso nuove frontiere, anche grazie alla possibilità di scoprire come nel futuro si potranno comportare i computer quantistici, che magari potranno fare errori o nascondere delle informazioni elaborate.
Attraverso l’impulso dei laser sono stati manipolati 7 atomi, riuscendo a capire come le particelle elementari risultino rimescolate durante l’operazione del teletrasporto. Sembra fantascienza che ci fa sorridere, soprattutto se appassionati di “Star Trek”, ma in realtà non è poi così lontana dalle nostre reali possibilità…

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Baba Vanga: il 2019 sarà un anno di Grandi Cambiamenti

Baba Vanga è conosciuta come la veggente più famosa di tutti i tempi. Vangelina Pandeva Gushterova, è nata nel 1911 a Strumica, nella Repubblica della Macedonia, e le sue previsioni sono sempre state sorprendenti per la loro precisione.
Predisse la caduta dell’Unione Sovietica, gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, il riscaldamento globale e l’elezione del presidente Barack Obama, il primo presidente di colore degli Stati Uniti. Le profezie di Baba Vanga sono avvolte dal mistero, e a dire il vero anche la sua vita è davvero misteriosa. Baba Vanga è soprannominata il Nostradamus dei Balcani.
Naturalmente Baba Vanga viene denigrata da chi sostiene che prevedere gli eventi sia impossibile e che è tutto frutto della casualità. Ma è possibile che le profezie di Baba Vanga siano false o completamente sbagliate?…

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Il “Mondo Nuovo” sognato da Jacques Attali

di Enrica Perucchietti
Se i Media sono stati molto concentrati su Brigitte, moglie di Emmanuel Macron, sulle sue gambe, gli outfit e la loro storia d’amore, minor interesse hanno rivolto al “padre spirituale” del presidente francese, l’economista e banchiere francese Jacques Attali.
Jacques Attali, storico consigliere di Mitterand, poi consigliere di Sarkozy: sarebbe stato costui a presentare Macron a Hollande, che poi lo avrebbe chiamato come segretario aggiunto all’Eliseo, infine nel 2014 a ricoprire la carica di ministro dell’Economia, sotto la presidenza di Manuel Valls, prendendo il posto di Arnaud Montebourg.
È stato proprio Attali a rivendicare la “paternità” spirituale del novello presidente francese di cui parla con orgoglio (“Sarà un presidente straordinario”). Già nell’aprile 2016 pronosticava che uno sconosciuto avrebbe vinto le presidenziali del 2017 e indicava due possibili nomi: Emmanuel Macron e Bruno Le Maire.
Attali, che contribuì a scrivere il “Trattato di Maastricht”, è un lobbista che ha rilasciato negli anni interventi a dir poco inquietanti, in linea con la sua fervida produzione saggistica (si pensi a “Breve storia del futuro” del 2006). A lui è stata anche attribuita la frase “E cosa credeva la plebaglia europea, che l’Euro fosse stato fatto per la loro felicità?”

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Il futuro distopico della Cina

di Carlo Peroni
Potremmo chiederci se è la Cina a essere come “Black Mirror” o se, invece, è la serie antologica di fantascienza distopica a ispirarsi al “Paese del Dragone”.
Ormai viviamo nel futuro, anche se noi occidentali abbiamo preferito trovare una fuga mentale in un’idea completamente distorta di passato e tradizione. In Cina, la tradizione non è d’intralcio a nessuno: il paese, come molti altri stati asiatici, è in fuga spedita verso il futuro.
Ma quale futuro? Senza gli intralci di privacy e diritti civili (tranquilli: sembra che anche qua da noi verranno presto superati) la Cina riesce a centralizzare qualsiasi decisione politica in modo efficiente. Senza doversi preoccupare di lacci e lacciuoli, dei pesi e dei contrappesi tipici delle obsolete democrazie liberali, lo Stato Centrale cinese può imporre le proprie decisioni ai suoi 1,4 miliardi di abitanti. È un bene? È un male? Sicuramente è qualcosa a cui dovremmo iniziare a pensare, perché il futuro del pianeta è nelle mani dei paesi asiatici e non più in quelle dei paesi occidentali…

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I robot “soffici” che cambieranno le nostre vite

Intervista a Cecilia Laschi della Scuola Sant’Anna di Pisa
Ci affiancheranno sul lavoro, salveranno vite in caso di pericolo, saranno d’aiuto nelle case e potranno anche esplorare il nostro organismo.
I robot “soffici” rappresentano una delle sfide più promettenti della robotica e i loro ambiti di impiego spaziano dalla medicina alla gestione delle emergenze.
A spiegarlo è Cecilia Laschi, professore all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, inserita tra le menti più geniali della robotica mondiale, dalla comunità internazionale degli esperti di robotica nel 2015 e considerata tra i precursori mondiali di questa innovativa disciplina di ricerca.
D: La “soft robotics” o “robotica soffice” – realizza prototipi ben distanti dal nostro comune ideale di robot fatto di acciaio e circuiti. Può spiegarci in cosa consiste questa disciplina?

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