Il Portafoglio Digitale adottato Senza Dibattito al Parlamento Europeo

di Maurizio Blondet
Il portafoglio di identità digitale europeo ha superato senza difficoltà la fase di validazione da parte del Parlamento europeo ed è rinviato senza discussione al negoziato tra Commissione europea e Consiglio europeo.
Con 418 voti contro 103, i deputati approvano il portafoglio europeo di identità digitali senza cercare di discuterne o modificare nulla. Sono passati diversi mesi da quando l’unica commissione parlamentare competente per l’industria, la ricerca e l’energia, la “Commissione ITRE”, ha assunto i poteri per modificare il testo sull’identità digitale europea. All’inizio di marzo, la commissione ITRE aveva votato a favore di un mandato che le consentisse di passare questa legge alla fase successiva dei negoziati tra la Commissione e il Consiglio europeo. Pertanto, il testo non sarà presentato all’assemblea plenaria e il suo contenuto non sarà soggetto a modifiche…

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Il Grande Inganno delle Elites

di Matteo Carnieletto
Basta leggere le parole che Paolo Gentiloni ha usato per commentare i risultati delle elezioni nel Regno Unito per comprendere l’insuccesso del partito di Jeremy Corbyn (in particolare) e della sinistra europa (in generale): “Vince Johnson cavalcando l’onda di Brexit. Perde l’illusione di una sinistra nostalgica. Speranza e fiducia nell’Unione europea. Oggi più che mai”.
Le prime due frasi sono corrette: BoJo è stato votato perché, piaccia o meno, la gran parte del popolo britannico vuole la Brexit ed è disposta a votare un “cane pazzo” (ma solo all’apparenza) come lui pur di portarla a termine; Corbyn, invece, non è stato votato perché è stato percepito come un vecchio arnese della sinistra, è stato accusato di antisemitismo e ha promesso di tassare praticamente tutti. Abc: “Anyone, but Corbyn”, scegli chiunque ma non Corbyn. La speranza di cui parla Gentiloni, invece, è solo una pia illusione, coccolata da chi, ancora oggi, non riesce a capire, o forse non vuole, dove sta andando il mondo…

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Lagarde e Von der Leyen: la Vittoria dell’Austerity franco-tedesca sull’Italia

di Paolo Annoni
Il Centro Franco-Tedesco ha vinto la partita delle nomine più importanti dell’Unione Europea. L’Italia esce a pezzi…
Il centro franco-tedesco ha vinto la partita delle nomine più importanti dell’Unione europea. L’Italia esce a pezzi. Il Presidente della Commissione europea sarà la tedesca Ursula von der Leyen, di cui si ricordano le prese di posizione ad agosto del 2011, quando proponeva che i “salvataggi europei” fossero garantiti da oro o partecipazioni industriali. Per calare nella realtà italiana, parleremmo di minuzie come Eni, Enel, Leonardo, ecc.
Il prossimo presidente della Bce, Christine Lagarde, invece, è ricordata per il suo ruolo nella gestione della crisi greca e per una lettera da lei scritta all’allora presidente francese Sarkozy e trovata in una perquisizione nel suo appartamento. In questa lettera, la neo presidente della Bce, scriveva a Sarkozy: “Sono al tuo fianco per servire te e i tuoi progetti per la Francia” e “Usami per il tempo che serve a te, alla tua azione e al tuo casting” e infine “Se mi usi, ho bisogno di te come guida e come sostegno: senza guida, rischio di essere inefficace; senza sostegno, rischio di essere poco credibile”

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Questa Europa è un Male, con buona pace di Prodi e dei suoi compari

di Francesco Maria Toscano
Dimostra di avere un bel coraggio Romano Prodi, nel chiedere ai cittadini italiani di esporre una bandiera dell’Europa, che testimoni l’amore profondo che lega il nostro popolo alle fredde e ciniche istituzioni comunitarie di stanza a Bruxelles e a Francoforte.
È un po’ come chiedere ai curdi di sventolare la bandiera del partito di Erdogan, come chiedere a Boris Johnson di sfilare in compagnia di Tony Blair contro la “Brexit”, come chiedere ai gilet gialli di eleggere Macron quale legittimo nuovo portavoce della protesta. Insomma, più che una proposta quella di Prodi, è una vera e propria provocazione.
Da quando l’Italia si è intruppata (anche grazie a Prodi e ai suoi compari) dentro la moneta unica – grande “successo di civiltà” decantato dai progressisti di ogni risma – il Belpaese ha visto crescere in termini continui ed esponenziali il disagio sociale, la disoccupazione e la sotto-occupazione. Si contano oggi in Italia non meno di 5 milioni di poveri, gente disperata costretta a vivere con poco o niente, che potrebbe però in teoria viaggiare fino in Lettonia senza il fastidio di dover cambiare moneta. Non è fantastico?…

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Monti e l’arrivo dell’ “Effetto Tsipras”

di Alessandro Visalli
Sul “Corriere della Sera” Federico Fubini ha pubblicato una intervista al senatore a vita ed ex premier Mario Monti, nel quale quest’ultimo ha prodotto una serie notevolissima di affermazioni e minacce.
Inizia chiamando “realtà oggettiva” la “realtà internazionale”, con i suoi rapporti di forza e la divisione del lavoro che comporta [1], e quindi “apparenza fittizia” la condizione materiale nella quale vive la maggioranza del paese, con la quale questo governo, nel bene come nel male, ed in entrambe le sue componenti, è in contatto come non accadeva da decenni; più precisamente, ha paragonato lo stato delle forze politiche che dall’opposizione sono giunte nelle stanze dei bottoni (o, meglio, come vedremo, nella sua anticamera), a “l’equivalente politico di una bolla speculativa”.
Leggiamo:…

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“Rom, l’Italia faccia di più per i diritti”. Siluro dal Consiglio d’Europa

Lega: Il Consiglio d’Europa insulta l’Italia, accusandola di mafia, razzismo, comportamenti anti umanitari e persino anti ziganismo.
Nonostante alcuni risultati ottenuti nel garantire migliori condizioni abitative a Rom, Sinti e Caminanti in alcuni comuni, e i progressi fatti nella scolarizzazione dei minori appartenenti a queste comunità, le informazioni fornite dal precedente Governo nel febbraio 2018, non permettono di concludere che le violazioni riscontrate nel 2005 e 2010 siano state risolte.
L’ha stabilito il comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa, nella valutazione di quanto fatto dall’Italia per rimediare alle violazioni alla “Carta sociale europea” per quanto riguarda il diritto all’alloggio, a non essere marginalizzati e esclusi socialmente, ad essere protetti dall’odio.
Il comitato scrive che “le informazioni fornite non sono sufficienti a concludere che c’è stato un generale miglioramento per quanto riguarda le condizioni di vita nei campi e che la maggior parte delle misure descritte dalle autorità, per l’accesso all’alloggio, sono ad uno stadio iniziale e quindi non è possibile stabilire il loro impatto”

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La fonte infetta dell’Ideologia Europea

 di Barbara Tampieri (Lameduck)
Le istituzioni comunitarie europee sono afflitte da ostilità verso il concetto di ‘sovranità’ e da ‘economismo’, ovvero dalla tendenza a vedere la governance unicamente come amministrazione e gestione tecnicistica dell’economia. I famigerati “governi tecnici” che ci chiede la Troika, insomma.
Ho finalmente letto “The Tainted Source. The Undemocratic Origins of the European Idea” (“La fonte infetta. Le origini antidemocratiche dell’idea europea”), dello storico inglese John Laughland, ma non cercatelo in italiano, perché non è purtroppo mai stato tradotto nella nostra lingua.
Quando uscì nel 1997, quest’opera assai rigorosa e documentata – quasi una indagine forense alla ricerca delle prove della matrice inequivocabilmente totalitaria e di ispirazione nazista dell’Europa Unita – suscitò molta discussione, nonostante allora non fossimo ancora stati intrappolati dalla moneta unica e non vivessimo le sciagure e l’incubo europeo ad occhi aperti di questi ultimi tempi. Una prosa appassionatamente libertaria, quella di Laughland, su una possibile deriva autoritaria dell’istituzione europea, proprio a causa della imminente introduzione della moneta unica…

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