I surplus commerciali della Germania: lesivi, scorretti e pericolosi

di Giuseppe Masala
L’Istituto IFO ha divulgato i dati della bilancia commerciale tedesca per l’anno 2019. Essa ha toccato quasi i 300 miliardi di dollari di surplus, che per il quarto anno consecutivo la confermano come primo Paese al mondo per surplus commerciale.
Peraltro con la differenza, non di poco conto, che la Germania è un paese di appena 80 milioni di abitanti. Laddove invece il secondo, la Cina, ed il terzo Paese, il Giappone, di questa particolare classifica, sono dei colossi demografici rispettivamente di 1,4 miliardi di persone e di 125 milioni di persone. Sottolineatura non di poco conto, visto che che il surplus pro-capite risulta, come è facile intuire, estremamente diverso.
Il punto – sulla bilancia commerciale tedesca – è il solito che da troppo tempo viene ripetuto. Un simile surplus dovrebbe portare ad un enorme rivalutazione della moneta del paese che lo detiene. Ciò, nel caso della Germania, non avviene perché ha l’euro che è una pseudo-moneta (in realtà un serpentone monetario a cambi fissi sotto mentite spoglie) regolata da trattati che impongono artificialmente austerità (o, meglio, “chemio-austerità”) depressiva sulle economie di altri Paesi facenti parte dell’unione…

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Se la Costituzione è come una Ferrari chiusa in garage!

di Davide Mura
Se i nostri padri costituenti potessero vedere cosa accade oggi, si chiederebbero se noi siamo davvero degni della Costituzione che ci hanno lasciato.
Anzi, si chiederebbero per quale ragione essi ci hanno offerto uno strumento per combattere povertà e disoccupazione, e noi la lasciamo lì, come una Ferrari chiusa in garage, ad arrugginire, esaltandone solo i protocolli procedurali e un patetico antifascismo da operetta, dopo averla sfregiata con il vincolo europeo.
Eppure è accaduto. Possediamo questo bolide e non lo utilizziamo, perché ai nostri “amici” tedeschi e francesi non piace l’idea di venir superati in corsa. E quell’idea, peraltro, non piace nemmeno a coloro che, da decenni, studiano le modalità per smontarlo, affinché non ci venga la tentazione di usarlo di nuovo. Per ora hanno messo il lucchetto al garage, spaventandoci: “Non aprite quel garage” … “Non guardate cosa c’è dentro” … “Potrebbe esservi fatale”

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La fonte infetta dell’Ideologia Europea

 di Barbara Tampieri (Lameduck)
Le istituzioni comunitarie europee sono afflitte da ostilità verso il concetto di ‘sovranità’ e da ‘economismo’, ovvero dalla tendenza a vedere la governance unicamente come amministrazione e gestione tecnicistica dell’economia. I famigerati “governi tecnici” che ci chiede la Troika, insomma.
Ho finalmente letto “The Tainted Source. The Undemocratic Origins of the European Idea” (“La fonte infetta. Le origini antidemocratiche dell’idea europea”), dello storico inglese John Laughland, ma non cercatelo in italiano, perché non è purtroppo mai stato tradotto nella nostra lingua.
Quando uscì nel 1997, quest’opera assai rigorosa e documentata – quasi una indagine forense alla ricerca delle prove della matrice inequivocabilmente totalitaria e di ispirazione nazista dell’Europa Unita – suscitò molta discussione, nonostante allora non fossimo ancora stati intrappolati dalla moneta unica e non vivessimo le sciagure e l’incubo europeo ad occhi aperti di questi ultimi tempi. Una prosa appassionatamente libertaria, quella di Laughland, su una possibile deriva autoritaria dell’istituzione europea, proprio a causa della imminente introduzione della moneta unica…

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