Rivoluzione Eco-illogica

di Massimiliano Cioffi
In nome dell’assurda lotta alla CO2 si preparano tetri scenari per i cittadini.
Nessuno può negare che ci sia un cambiamento climatico in atto. C’è, ed è sotto gli occhi di tutti. Ma è la causa di questo cambiamento climatico che fa la differenza, almeno nella sua gestione e negli impatti che ne derivano.
Alla luce di diversi studi di scienziati come il prof. Nicola Scafetta, docente di oceanografia e fisica dell’atmosfera presso l’Università Federico II di Napoli, o la prof.ssa Valentina Zharkhova, che insegna alla Northumbria University di Newcastle, appare evidente che il cambiamento climatico sia dovuto a cause naturali di cui l’uomo può soltanto prendere atto. Secondo quanto elaborato separatamente da questi scienziati, infatti, il riscaldamento climatico sarebbe dovuto ai cicli del Sole e non all’azione umana…

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Bruxelles: Acqua degli Scarichi urbani per Coltivare i Pomodori!

L’acqua degli scarichi urbani per coltivare i pomodori: i “consigli” (…diremmo noi fantastici) di Bruxelles contro la siccità!
Pubblicate le linee guida dell’Unione europea per trattare le acque reflue e riutilizzarle per usi agricoli.
Sfruttare gli scarichi urbani per irrigare i campi. Questo uno dei consigli contenuti nelle linee guida elaborate dalla Commissione europea per aiutare gli Stati membri a gestire l’ondata di caldo e siccità che sta colpendo il settore agricolo in mezza Europa. Nel documento si ricorda che la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane consente di riutilizzare gli scarti idrici, a patto di venire trattate in modo da “diventare idonee all’uso in agricoltura” (eh… perbacco!). Tocca agli Stati fare le valutazioni del caso e decidere se adottare o meno determinate misure…

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La Nuova Zelanda proclama lo Stato di Emergenza Climatica

Il Parlamento della Nuova Zelanda ha proclamato lo stato di emergenza climatica, pur con i voti contrari dell’opposizione conservatrice.
La Nuova Zelanda ha proclamato lo stato di emergenza climatica. L’annuncio è arrivato direttamente dal primo ministro Jacinda Ardern, che ha preso la parola di fronte al Parlamento della propria nazione, sottolineando la necessità di agire in modo rapido ed efficace, nell’interesse nelle future generazioni.
“Dobbiamo stare dalla parte giusta della Storia”
“Siamo di fronte ad una minaccia per la vita”, ha affermato la dirigente. Aggiungendo che “se non reagiremo ai cambiamenti climatici, continueremo a dover fronteggiare situazioni di emergenza sulle nostre coste”. Per questo, prima del voto, Jacinda Ardern ha esortato i deputati a “stare dalla parte giusta della storia. Per far parte della soluzione che occorre trovare collettivamente”

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Dalla Pandemia al Clima… fine Emergenza mai!

di Riccardo Cascioli
Da Draghi al Vaticano la nuova parola d’ordine è “l’emergenza climatica è come la pandemia”. In realtà le due cose sono strettamente legate, perché una dopo l’altra, servono a mantenere uno stato d’emergenza che porta alla fine della democrazia e dei diritti personali.
“È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa è un’emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto l’altro giorno al vertice sul Clima che ha inaugurato l’Assemblea generale dell’ONU. E, non sorprendentemente, l’Osservatore Romano, nell’edizione del 21 settembre, si è fatto megafono dell’allarmismo, facendo proprio il messaggio con un titolo a caratteri cubitali in prima pagina: L’emergenza climatica è come la pandemia

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Come il Capitalismo sta sfruttando il Cambiamento climatico per fare soldi

di Silvia Granziero
La Groenlandia sarà sempre di più un punto nevralgico nei commerci mondiali tra Europa e Asia, lungo le rotte del Polo Nord. Ancora una volta, l’avidità di un ristretto gruppo di persone – investitori, mossi solo dalle possibilità di guadagno a breve termine – sta condannando il futuro di tutto il Pianeta e dei suoi sette miliardi di abitanti.

Il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato nella storia. Più ci si avvicina ai Poli e più gli effetti sono drammatici: al Circolo Polare Artico, il livello di surriscaldamento può essere anche doppio rispetto alle nostre latitudini, perché senza neve solo il 5% dell’energia solare viene riflessa, contro il normale 85-95%.
Le immagini satellitari della Groenlandia raccolte tra il 1992 e il 2018, hanno evidenziato un ritmo di scioglimento dei ghiacci nella regione di molto superiore alle previsioni. Nella finestra temporale considerata, la Groenlandia ha perso circa 3.800 miliardi di tonnellate di ghiacciai – riporta uno studio pubblicato su Nature – con un conseguente innalzamento globale del livello dei mari di circa 10 millimetri…

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Altro cavallo di battaglia dell’AGW (Antropic Global Warming) smentito: gli orsi polari svaniscono dai media… mentre la loro popolazione esplode

di Leslie Eastman
Le storie di orsi polari che morivano di fame erano presenti regolarmente nelle “relazioni” ambientali e scientifiche degli anni passati. I pallidi musi tristi degli orsi smagriti erano le icone preferite per la crociata contro il Riscaldamento globale. Tuttavia, oggi sono ormai assenti dalle recenti discussioni sul “cambiamento climatico”. Come mai?
Ciò potrebbe essere dovuto al rapido aumento del numero di orsi polari, un fatto che neutralizza tutte le asserzioni di doom-and-gloom fatte da supposti esperti. La popolazione di Ursus maritimus si sta rapidamente espandendo. Le stime demografiche del 2016 sono comprese tra 22.633 e 32.257 orsi, in aumento netto dal 2015 quando erano tra 22.000 e 31.000.  Alla fine degli anni ’60 si contavano tra gli 8.000 e i 10.000 orsi.
Un nuovo libro “La catastrofe dell’orso polare che non è mai accaduto” dalla Dr.ssa Susan Crockford usa gli ultimi dati e rivede i valori discutibili usati nelle stime ufficiali. La Crockford conclude che la popolazione degli orsi polari è in realtà fiorente. Anthony Watts di “Watts Up with That” scrive: “La catastrofe dell’orso polare non è mai accaduta, il catastrofico declino del numero di orsi polari che ci era stato promesso nel 2007 non si è mai, per fortuna, concretizzto. E ciò spiega l’ascesa e poi la caduta dell’orso polare come icona del movimento del riscaldamento globale”

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L’inquietante culto di Greta Thunberg

di Rob Slane
Il Culto di Greta Thunberg è estremamente inquietante e tocca un nuovo livello di bassezza in quella che sembra essere l’agonia della civiltà occidentale.
Anche se credessi veramente che il gas presente in natura, che ognuno di noi espira migliaia di volte al giorno e che le piante usano per la fotosintesi, finirà per essere la nostra morte, sarei comunque profondamente disturbato dall’uso che viene fatto di questa ragazzina (chiaramente mentalmente instabile) come bambino poster per la promozione di questo genere di agenda.
Questo video (https://youtu.be/DYqtXR8iPlE) del suo intervento alle Nazioni Unite ne è un esempio emblematico, così come la sua dichiarazione alla riunione di Davos (https://youtu.be/RjsLm5PCdVQ) all’inizio del 2019, in cui aveva deciso di far conoscere a tutti il proprio marchio di disperata infelicità: “Gli adulti continuano a dire che dobbiamo pensare ai giovani, che dobbiamo dare loro speranza. Ma io non voglio la vostra speranza. Non voglio che voi siate fiduciosi. Voglio vedervi in preda al panico. Voglio che sentiate la paura che io provo ogni giorno. Voglio che facciate qualcosa. Voglio che agiate come fareste in una crisi. Voglio che vi comportiate come se la casa stesse bruciando, perché è così”…

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Chi comanda il Clima del Pianeta?

di Marco Cedolin
I Cambiamenti climatici sono una conseguenza della manipolazione artificiale del clima.
Durante tutta la lunga storia dell’umanità, i fenomeni atmosferici e le catastrofi naturali hanno sempre rappresentato un qualcosa d’ineluttabile, totalmente disancorato da qualsivoglia attività antropica venisse svolta sul pianeta. Alluvioni, siccità, ondate di gelo o di caldo, così come terremoti, eruzioni vulcaniche, maremoti, uragani o trombe d’aria potevano forse venire attribuiti all’ira degli dei o alla volontà divina, ma la responsabilità degli uomini nell’ambito di tali catastrofi, non è mai andata oltre alla recriminazione per non essere riusciti a ingraziarsi adeguatamente il “Padreterno”.
Solamente nel corso dell’ultimo secolo, si è iniziato ad avere la percezione (o la presunzione) che l’attività degli esseri umani potesse in qualche misura condizionare il clima terrestre e i grandi eventi naturali che tormentano il nostro pianeta. Intorno alla metà del secolo scorso, vennero compiuti i primi esperimenti di “bombardamento” delle nubi temporalesche per evitare il rischio di grandine e di irrorazione delle nuvole con cristalli di sale per favorire la formazione della pioggia. Mentre negli anni ottanta l’allarme causato dal tristemente noto “buco nell’ozono”, mise per la prima volta l’attività antropica sul banco degli imputati di un potenziale disastro a livello globale…

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Che fine sta facendo il Premio Nobel di Alfred Nobel…

Se il Premio Nobel lo vince pure Greta, il Nobel ormai vale come un Premio dello “Zecchino d’Oro”… (senza togliere nulla allo Zecchino d’oro).
Per quali grandi meriti la ragazzina svedese Thunberg Greta è diventata una nuova Eroina – come la Giovanna d’Arco francese – che dovrebbe vincere il Nobel per la Pace? Per quali imprese super eroiche? Perché ha marinato la scuola andando con un cartello davanti al Parlamento Svedese? Perché sta facendo scioperare gli altri studenti per il Clima che è cambiato?
Che esagerazione questa ragazzina sfruttata prima dai suoi genitori (la madre già ha scritto un libro che con questa pubblicità va a ruba…) e poi dai falsi buonisti del Clima… Visto che questo Premio Nobel è stato dato un po’ a tutti (mio nonno buonanima avrebbe detto “a cani e porci”) dal guerrafondaio di sinistra Obama, all’Unione Europea (per stare statica, cattiva, orba e matrigna con la Grecia, l’Italia e la Spagna!), certamente siete stati autorizzati a dire “e perché a Greta no?”

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Entro il 2100, in Italia, potrebbero venire allagati 5.500 km quadrati di pianura costiera

di Anna Maria Girelli Consolaro
Il livello del mar Mediterraneo si innalza sempre di più: ecco tutte le coste a rischio.
Uno scenario da brividi. E anche in questo caso, la principale causa viene attribuita ai famosi cambiamenti climatici. Sono ben sette le zone costiere a rischio inondazione in Italia. Ma non soltanto. Tra poco più di ottant’anni, se non si interviene per tempo, l’aspetto morfologico del nostro Paese subirà un radicale mutamento. Salendo infatti il livello del Mar Mediterraneo, l’Italia perderà migliaia di chilometri quadrati di pianura costiera. Come a dire: una sera andiamo a coricarci, e il giorno dopo (trattandosi, dal punto di vista geologico e climatico, di un lasso di tempo estremamente ridotto), guardandoci allo specchio, non riconosciamo più il nostro volto…

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