Rivoluzione Eco-illogica

di Massimiliano Cioffi

In nome dell’assurda lotta alla CO2 si preparano tetri scenari per i cittadini.

Nessuno può negare che ci sia un cambiamento climatico in atto. C’è, ed è sotto gli occhi di tutti. Ma è la causa di questo cambiamento climatico che fa la differenza, almeno nella sua gestione e negli impatti che ne derivano.

Alla luce di diversi studi di scienziati come il prof. Nicola Scafetta, docente di oceanografia e fisica dell’atmosfera presso l’Università Federico II di Napoli, o la prof.ssa Valentina Zharkhova, che insegna alla Northumbria University di Newcastle, appare evidente che il cambiamento climatico sia dovuto a cause naturali di cui l’uomo può soltanto prendere atto. Secondo quanto elaborato separatamente da questi scienziati, infatti, il riscaldamento climatico sarebbe dovuto ai cicli del Sole e non all’azione umana.

Al contrario di quanto non risuoni quotidianamente sui media mainstream, solamente una ridotta quantità di studi (circa il 30% del totale, come riportato da Franco Battaglia su La Verità del 26/05/2023) annovera le attività umane tra le concause. Tutti gli altri studi non certificano affatto la responsabilità antropica, anzi.

Eppure questa tesi è stata sposata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Sotto la spinta di questo “autorevole” organismo, il mondo occidentale ha deciso che la principale causa del cambiamento climatico sia l’attività umana, imputando le responsabilità più gravose alla produzione antropica di CO2.

Partendo da questo assunto, tutt’altro che dimostrato scientificamente in quanto basato su teorie e modelli matematici che applicati su dati passati si sono rivelati fallimentari (vedasi le previsioni catastrofiche mai avverate), la politica ha messo sotto accusa il genere umano, perseguendone tutte quelle attività che producono CO2 come la produzione di energia da fonti fossili, l’allevamento intensivo degli animali da macello e addirittura le abitazioni, ree di consumare troppa energia per il riscaldamento in inverno e il raffrescamento in estate.

Questa “credenza” sta producendo iniziative grottesche e piene di controsensi: la limitazione dell’uso delle auto in grandi città come Roma e Milano, ma non del trasporto merci su gomma (responsabile della maggior parte delle emissioni nell’ambito della logistica via terra); la chiusura degli allevamenti intensivi che, al di là dei pur condivisibili aspetti etici, rischia di compromettere la tenuta del già provatissimo settore primario; l’obbligo di ristrutturare edifici pubblici e abitazioni private per minimizzarne il consumo energetico, con tutto ciò che questo implica in termini d’impatto sulle tasche dei cittadini.

Ovviamente a spingere sull’acceleratore di questa politica non poteva che esserci l’UE. La quale, cavalcando l’Agenda 2030 promossa dall’ONU, pretende che i Paesi membri abbattano drasticamente le emissioni di CO2 entro, appunto, il 2030. Si sa: dove c’è l’UE c’è l’interesse economico di qualche multinazionale (la vicenda dei vaccini Covid insegna). E infatti proprio nell’imposizione di queste politiche “green” le aziende automobilistiche vedono l’opportunità per rimpiazzare l’intero parco auto esistente con nuovi (e costosissimi) veicoli elettrici.

E se il campo della mobilità è la prima linea, occorre ricordare che non è certo l’unico ambito interessato da questa deriva: ad esempio, favorendo la sostituzione della carne da allevamento con la “sostenibilissima” ed “ecologica” carne coltivata, si asseconda la concentrazione della produzione di carne nelle mani di poche multinazionali oppure, imponendo vincoli sulle normative energetiche degli edifici, si serve sul piatto d’argento ai grandi fondi d’investimento la possibilità di comprare per pochi spicci milioni di abitazioni non a norma.

I costi di questa follia saranno enormi e ricadranno tutti sui cittadini. E aldilà dei termini economici, che già di per sé basterebbero, le vere ricadute saranno sulle nostra libertà: libertà di scegliere come muoversi, come alimentarsi, come curarsi… Insomma, come vivere. È evidente infatti che l’applicazione di direttive come quella sulla “casa green” costringerà chi non avrà la possibilità di ristrutturare a finire in affitto dopo aver venduto sottoprezzo il proprio appartamento. Un ennesimo peggioramento per la vita dei più, costretti a pagare il prezzo di una transizione eco-illogica (fortuna che la direttiva Ue sulle case green è appena stata bloccata… almeno per il momentonota di conoscenzealconfine)

La scienza non è un culto idolatrico che impone dogmi da rispettare in nome di teorie mai dimostrate. La scienza è, o almeno dovrebbe essere, confronto. Se nel dibattito si desse il giusto peso a scienziati come Scafetta e Zarkhova, che mostrano come i cambiamenti climatici in atto siano naturali e che quindi l’uomo non possa far altro che adattarvisi, il problema del clima potrebbe cambiare radicalmente natura: dalla colpevolizzazione delle attività antropiche si passerebbe alla ricerca del miglior modo per adattarsi e sopravvivere al cambiamento.

Invece di utilizzare enormi risorse per tentare (invano) di ridurre la produzione globale di CO2, si potrebbe investire sulla messa in sicurezza del territorio per prevenire il dissesto idrogeologico, sulla manutenzione della rete di distribuzione dell’acqua (che in Italia si disperde in gran parte) per fronteggiarne la scarsità, sugli allevamenti non intensivi, che migliorano le condizioni di vita degli animali e la qualità delle produzioni, sulle ristrutturazioni delle facciate dei palazzi delle nostre città, così da renderle più belle anziché farne agglomerati di edifici anonimi inscatolati in involucri (spesso orrendi) di materiale isolante. Si tratterebbe di un programma di investimenti pubblici che offrirebbe lavoro e ricchezza ai cittadini, nulla a che vedere con i progetti di chi abbraccia l’Agenda 2030 e propugna, naturalmente a “vantaggio” del prossimo, il mantra “non avrai nulla e sarai felice”.

Una chiosa finale un po’ maliziosa: qualcuno particolarmente curioso potrebbe chiedersi come mai proprio adesso a Bruxelles e nei circoli “che contano” ci sia una gran fretta di attuare questa fantomatica agenda entro il 2030. Ora, sarà certamente una combinazione ma si dia il caso che i modelli matematici basati sui cicli solari, quelli studiati da scienziati come Scafetta e Zarkhova tanto per capirsi, prevedono che l’innalzamento delle temperature durerà fino al 2030, dopo di che dovrebbe seguire almeno un decennio di raffreddamento per tutto il nostro pianeta. Forse che la finestra da sfruttare per conseguire certi obiettivi stia davvero cominciando a chiudersi?

Chissà. L’unica cosa certa è la massima che ripeteva spesso e volentieri una vecchia volpe scomparsa qualche annetto fa: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.”

Articolo di Massimiliano Cioffi

Fonte: https://proitalia.org/articoli/rivoluzione-eco-illogica

IL RUGGITO DELLA PECORA NERA
Covid, segreti e bugie. Per non dimenticare
di Maria Rita Gismondo, Claudio Minoliti

Il Ruggito della Pecora Nera

Covid, segreti e bugie. Per non dimenticare

di Maria Rita Gismondo, Claudio Minoliti

La pandemia è arrivata "al punto giusto". Mai evento biologico è stato più utile politicamente. In un momento in cui il mondo vacilla economicamente, mentre l'assetto politico è minacciato da profondi cambiamenti, irrompe il nuovo Coronavirus. Da dove e come, per ora, non ci riguarda. Arriva. Stop. Ferma le immagini, cambia completamente la trama del film.

NOTA del Giardino dei Libri: su segnalazione di una gentile lettrice, ricordiamo comunque che la Dott.ssa Gismondo in una trasmissione su "LA 7" dell'11.05.2021 (tutt'ora rintracciabile online) disse: " (...) I vaccini che si stanno utilizzando sono tutti vaccini che al pari stanno aiutando a dare veramente un'arma efficace nei confronti della pandemia (...)".

La maggior parte delle persone parla della pandemia ricordando i morti, le privazioni personali. Pochi sanno che è solo la punta dell'iceberg. Non ha solo provocato milioni di vittime, ma anche infinite, altre, tragiche conseguenze, che resteranno difficili da superare.

Secondo Maria Rita Gismondo (virologa specializzata in Microbiologia clinica) e Claudio Minoliti (giornalista professionista, scrittore e autore tv.), oggi la priorità è, innanzitutto, dare finalmente risposte alla popolazione, alla scienza e a chi ha pagato il conto più salato, parenti di vittime e coloro che hanno subito effetti collaterali da vaccini (i cosiddetti invisibili).

Ciò potrebbe essere realizzato mediante la costituzione di una commissione scientifica composta da studiosi di parere diverso, nel rispetto del dubbio e dell'apertura alla discussione che la scienza ci impone. Da questa non dobbiamo aspettarci la verità assoluta, antitesi della stessa scienza, ma dati solidi e trasparenti che possano evidenziare quegli errori che auspicheremmo non ripetere e rendere visibili i numerosi "invisibili".

È ormai davanti agli occhi di tutti (ma alcuni continuano a non vedere) che, sotto le suadenti sembianze della democrazia, abbiamo vissuto nel più subdolo dei regimi antidemocratici.

La voce doveva essere ed è stata unica. Non era possibile ammettere un ragionevole dubbio, nemmeno nella scienza, che è lo spazio proprio di quello che è controverso, dibattuto ed è origine e humus della sua evoluzione.

La scienza è stata strumentalizzata e umiliata. Il messaggio è diventato unico. Dovevi essere "allineato". Altrimenti, ti fanno fuori. Senza mostrare l'arma e con un sorriso, come la mafia. Ho subìto attacchi inauditi.

E la gente? È stato usato il terrore per anestetizzarla e obnubilarla. Ma il terreno era già pronto. È stata un'impresa molto facile, dopo decenni di "preparazione" attraverso la televisione.

Lo stesso mezzo, che negli anni Cinquanta e Sessanta ha proposto anche cultura e contribuito a debellare l'analfabetismo, è stato utilizzato per manipolare le menti.

Subito si è capito che avrebbe sostituito parrocchie, case del popolo, circoli culturali. Sarebbe stata in grado di spostare masse di elettori, manipolare menti e coscienze, imporre stili di vita.

Ha traghettato la percezione sociale dal senso del dovere all'abilità della furbizia, dalla solidarietà all'individualismo, dall'anticonformismo al gregge. Ore e ore di "terapia" gratuita, somministrata porta a porta, prima tutte le sere, poi tutto il giorno, attraverso un oggetto onnipresente, il piccolo schermo.

La gente ha "assorbito", è maturata la nuova società. Nella profonda convinzione di godere di una totale libertà nella scelta di programmi, idee, prodotti commerciali, Tutti siamo stati veicolati verso l'obiettivo che Pochi hanno voluto.

La pubblicità utilizza anche le nostre percezioni nervose affinché si memorizzi un prodotto piuttosto che un altro. Lo stesso vale per le notizie. Modalità, toni e immagini sono predisposti per un'interpretazione dei fatti, già scelta per noi.

Lontani i tempi dei giornalisti alla ricerca della verità. La maggior parte di loro ora non scrive con l'obiettivo di informare, ma solo per farsi leggere. È una delle conseguenze del cambiamento in atto nel mondo dei media. Vengono pagati (poco) per il singolo articolo che scrivono.

Più il pezzo è capace di attrarre l'attenzione della gente, maggiore è la probabilità che venga accettato dal giornale. E la gente, soprattutto in un momento di crisi, è assetata di sangue. Vuole la rissa, il capro espiatorio. Cerca il torbido, i bersagli umani. È a caccia di un nemico.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *