Corri, italiano… Corri e diventa povero…

di Davide Gionco
Gli economisti ci dicono che l’Italia è alla terza recessione economica negli ultimi 12 anni. Gli economisti più preparati evidenziano come l’economia italiana sia in declino costante negli ultimi 28 anni, da quando ha aderito al Trattato di Maastricht, accettando di sottostare alla politiche di austerità (riduzione del deficit, riduzione del debito/PIL).
Ma come hanno vissuto e come vivono gli italiani questa situazione? La crisi economica non è qualcosa di teorico, ma è qualcosa che colpisce nel concreto la vita quotidiana degli italiani. La maggior parte degli italiani negli ultimi 28 anni, e in particolare negli ultimi 12 anni, ha dovuto fare i conti con delle serie difficoltà personali che sono i sintomi della crisi economica.
Per i lavoratori autonomi e le piccole imprese le difficoltà sono state le seguenti: un calo vistoso delle prospettive economiche della propria impresa, magari un fallimento, aumento dei contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, problemi con le banche, concorrenza sleale da parte delle multinazionali (da Amazon in giù…). E incubi notturni allegati per chi ci è passato…

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30 anni di Maastricht hanno distrutto l’Italia…

di Thomas Fazi
La Recessione italiana può considerarsi una conseguenza del nuovo regime economico post-Maastricht, adottato dall’Italia a partire dai primi anni Novanta.
In un paper appena pubblicato, il noto economista olandese Servaas Storm, tutt’altro che radicale, si occupa delle cause della “lunga crisi” italiana. La sua conclusione è lapidaria: “Nello studio, dimostro empiricamente come la recessione italiana debba considerarsi una conseguenza del nuovo regime economico post-Maastricht, adottato dall’Italia a partire dai primi anni Novanta”.
Storm nota come fino ai primi anni Novanta l’Italia abbia goduto di trent’anni di robusta crescita economica, durante i quali è riuscita a raggiungere il Pil pro capite delle altre nazioni principali della futura zona euro (soprattutto Francia e Germania).
Da allora, però, “è iniziato un costante declino che ha letteralmente cancellato trent’anni di convergenza”

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La Matrix Europea

di Francesco Amodeo
Nel 1992 il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese, con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso.
Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali, anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani.
È l’anno della riunione sul Britannia, quando il gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con uno yacht della Corona inglese. Sono venuti a ridisegnare il capitalismo in italia a danno degli italiani, a fare incetta delle nostre migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al Governo del paese, a cui garantiranno incarichi di prestigio: il maggior beneficiario sarà Mario Draghi, ma tra i più servili Prodi, Andreatta, Ciampi, Amato, D’Alema.
I primi 3 erano già entrati a pieno titolo nel Club Bilderberg, nella Commissione Trilaterale ed in altre organizzazioni del capitalismo speculativo anglo/americano, che avevano deciso di attaccare e conquistare il nostro paese con l’appoggio di spietate banche d’affari come la ‘Goldman Sachs’, che favorirà gli incredibili scatti di carriera dei suoi ex dipendenti: Prodi e Draghi prima e Mario Monti dopo…

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“Piano Funk”, ovvero il vero inizio dell’Unione Europea

di Antonio Maria Rinaldi
Ripropongo quella che considero una pietra miliare nella volontà di realizzare l’Unione Europea così come la conosciamo, animato dal desiderio di far comprendere come il progetto di unione, e in particolare la volontà di adottare una sola moneta, ha radici lontane e non deriva certo dal “Trattato di Maastricht”del ’92 e dal precedente “Trattato di Roma” del ’57.
Argomenti già trattati ripetutamente tanto da dedicare un intero capitolo nel mio “Europa Kaputt” del 2013 e numerosissimi successivi articoli. Sono perfettamente conscio che la stragrande maggioranza dei cittadini europei sia in buona fede nel credere e sostenere l’Unione Europea, ma ritengo che ai più sfuggono quei riferimenti storici (sapientemente mai divulgati), che potrebbero far cambiare radicalmente opinione sulle vere intenzioni di chi ha concepito la UE e l’euro.
Le radici della tentazione della Germania di esercitare leadership sul Continente si perdono nel tempo…

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L’Europa ci ha ingannato: uscire dalla moneta unica è più facile di quanto si pensi

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma 
Si sta diffondendo un’idea che forse è il caso di mettere in discussione: per uscire dall’euro è necessario ridiscutere i trattati europei.
L’altro ieri, abbiamo richiamato l’attenzione su un punto importante messo a fuoco dal programma politico di “Rinascimento” (il nuovo Movimento fondato da Sgarbi, che si avvale della competenza di Tremonti) che consente di aggirare questo ostacolo. Oggi vogliamo insistere su un altro punto che si potrebbe ritenere complementare.

Occorre anzitutto fare un po’ di chiarezza sull’euro e su come è stato introdotto. Noi crediamo che per il bene del nostro Paese sia fondamentale ripristinare la sovranità monetaria, ma per far questo non occorre in realtà riscrivere o modificare alcun…

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