Le Nuove Povertà Urbane: Lavoratori che Dormono in Auto o Roulotte

Hanno un lavoro, uno stipendio e una routine ma non una casa.
È la nuova povertà urbana che cresce silenziosa in Italia: lavoratori poveri costretti a vivere in auto, roulotte o camper parcheggiati ai margini delle città.
“Lavoro otto ore, poi dormo in macchina”. Andrea, 43 anni, operaio metalmeccanico a Milano, guadagna 1.350 euro al mese. “Per risparmiare — ha raccontato a Repubblicadormo in macchina da un anno. Ho una doccia in palestra e mangio dove capita. All’inizio mi vergognavo, poi ho capito che non ero solo.”
Le associazioni stimano centinaia di casi simili a Roma, Torino e Bologna: padri separati, badanti, rider, addetti alla logistica, persone che hanno perso la casa ma non la dignità…

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Lettera al Presidente della Repubblica: l’Italia che Lei Non Vede Più

di Carmen Tortora
Signor Presidente, c’è un’Italia che non entra nei palazzi e non parla nelle conferenze. È l’Italia che si alza prima dell’alba, con il fiato corto e la sveglia nel petto, per aprire un bar, un negozio, una stalla.
È l’Italia delle mani screpolate e delle tasche vuote, che non riceve inviti né onorificenze, ma tiene in piedi tutto il resto. È quella che non applaude ai discorsi ufficiali perché mentre Lei parla di “stabilità”, sta contando i centesimi davanti alla cassa del supermercato.
Fuori dalle sale dorate del potere, c’è una madre che spegne la luce prima di cena per non far salire la bolletta. C’è un padre che si finge sereno davanti ai figli, ma ha lo stomaco chiuso per l’ansia di non riuscire a pagare l’affitto. C’è un pensionato che vive con 700 euro al mese e guarda le medicine come un lusso. Ci sono giovani che non progettano più nulla: non un matrimonio, non un figlio, non una casa. Solo partenze.
Lei parla di “transizione ecologica”, ma questa transizione per molti è diventata un incubo. Gli agricoltori seppelliscono i raccolti perché le norme europee li puniscono se producono troppo…

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Distruggere il Futuro dell’Italia? Ci Stiamo Riuscendo Benissimo!

di Zela Satti
Come distruggere il futuro di un paese: il nostro!
Ad oltre due anni e mezzo dall’inizio del nuovo conflitto in Ucraina, l’Italia continua a subire passivamente decisioni prese altrove, con un unico risultato: stiamo lavorando per distruggere il futuro del paese.
Le guerre non si limitano a essere conflitti armati: sono strumenti per ridisegnare equilibri di potere. Questo ridisegno non riguarda solo la sfera militare, ma soprattutto quella politico-economica.
Gli scontri sul campo di battaglia rappresentano, in fondo, la manifestazione più visibile di un gioco più ampio, dove gli attori principali – Stati Uniti, Russia, Cina, Unione Europea, ma anche Israele e India – si confrontano per ridefinire il controllo delle risorse, delle influenze e dei mercati…

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Corri, italiano… Corri e diventa povero…

di Davide Gionco
Gli economisti ci dicono che l’Italia è alla terza recessione economica negli ultimi 12 anni. Gli economisti più preparati evidenziano come l’economia italiana sia in declino costante negli ultimi 28 anni, da quando ha aderito al Trattato di Maastricht, accettando di sottostare alla politiche di austerità (riduzione del deficit, riduzione del debito/PIL).
Ma come hanno vissuto e come vivono gli italiani questa situazione? La crisi economica non è qualcosa di teorico, ma è qualcosa che colpisce nel concreto la vita quotidiana degli italiani. La maggior parte degli italiani negli ultimi 28 anni, e in particolare negli ultimi 12 anni, ha dovuto fare i conti con delle serie difficoltà personali che sono i sintomi della crisi economica.
Per i lavoratori autonomi e le piccole imprese le difficoltà sono state le seguenti: un calo vistoso delle prospettive economiche della propria impresa, magari un fallimento, aumento dei contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, problemi con le banche, concorrenza sleale da parte delle multinazionali (da Amazon in giù…). E incubi notturni allegati per chi ci è passato…

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