Che Cos’è la Droga che i Palestinesi Avrebbero Trovato negli “Aiuti” di GHF?

di Agata Iacono
Cos’è la droga che l’autorità palestinese avrebbe trovato mescolata alla farina dei cosiddetti aiuti umanitari gestiti dai contractors, (leggi mercenari), della “Gaza humanitarian foundation” (Ghf), una fondazione sostenuta da Israele e USA?
Usiamo il condizionale perché al momento non è possibile sapere concertezza. Si tratterebbe di un oppioide, molto diffuso negli Stati Uniti come farmaco “estremo” per lenire il dolore laddove nessun altro antidolorifico riesce più a fare effetto, quindi destinato ai malati terminali.
Ma la sua diffusione nel mercato nero dei narcotici percorre esattamente la stessa road map del “fentanyl”, il cosiddetto farmaco degli zombi,…

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7 Azioni che Tutti Possono Fare per Aiutare Gaza

Davanti alle immagini desolanti della popolazione di Gaza costretta alla fame dallo Stato di Israele, davanti ai bombardamenti che hanno ucciso più di 50 mila persone, tra cui 20.000 bambini, niente sembra fermare l’impunità di cui gode il governo israeliano.
Seguendo quanto accade dal flusso degli smartphone, il rischio di far vincere sconforto e inerzia è concreto, ma sarebbe un errore. Molti ci scrivono quotidianamente per chiedere cosa si può fare concretamente per provare a incidere: per aiutare concretamente la gente di Gaza; per spingere i governi che fiancheggiano il genocidio israeliano a cambiare le proprie politiche; per colpire le aziende che non agiscono in modo responsabile e finanziano l’occupazione.
La buona notizia è che è possibile farlo, che decine di migliaia di persone nel mondo lo stanno già facendo e che – come vedremo – stanno già cambiando molte cose. Per questo abbiamo preparato un breve vademecum…

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Gaza: Israele Revoca il Blocco, Aiuti con il Contagocce e Dopo Riconoscimento Facciale

di Claudia Carpinella
Israele ha approvato la ripresa immediata – seppur centellinata – degli aiuti a Gaza. Dopo 77 giorni di fame e sete, il gabinetto di sicurezza israeliano ha deciso di revocare il blocco degli aiuti, imposto deliberatamente dallo scorso 2 marzo.
Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, la decisione è stata presa senza alcuna votazione formale, scatenando l’ira di diversi ministri contrari, tra cui Bezalel Smotrich, che ha ribadito con forza la sua posizione: “Non deve entrare nemmeno un chicco di grano nella Striscia”

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Meloni Non Condanna Netanyahu: “Una Crisi Umanitaria Innescata dall’Attacco di Hamas”

di Andrea Sparaciari
Neanche le 60mila vittime civili di Gaza spingono Meloni a pronunciare la parola “condanna”. Lo sterminio? “Tutto è iniziato da Hamas”.
Chi si aspettava (pochi in verità) uno moto di orgoglio politico, di indipendenza, o anche solo una semplice presa di posizione umanitaria della premier-madre-donna-cristiana Giorgia Meloni nei confronti dello sterminio in corso a Gaza, anche mercoledì scorso è rimasto deluso. Rispondendo al “premier time” alla Camera a un’interrogazione dell’Avs Angelo Bonelli, la presidente del Consiglio ha confermato che il governo italiano continuerà a fare quanto fatto fino a oggi per la tragedia palestinese: cioè assolutamente nulla…

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“Trump Interrompe i Contatti con Netanyahu”: lo Scontro Dietro le Quinte

di Roberto Vivaldelli
Il rapporto tra i due leaders si sarebbe incrinato a tal punto che Trump avrebbe interrotto i contatti diretti con il primo ministro israeliano.
La totale mancanza di volontà, da parte del premier Benjamin Netanyahu, di voler porre fine alla crisi in Medio Oriente e nella Striscia di Gaza o comunque sedersi attorno a un tavolo per discutere una nuova tregua, avrebbe spazientito il presidente Usa, Donald Trump, che secondo quanto riportato da diverse indiscrezioni apparse sui media israeliani e statunitensi, avrebbe addirittura posto fine alle comunicazioni dirette con “Bibi”.
Un retroscena che ci racconta, ancora una volta, di quanto il rapporto tra Trump e Bibi, da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca, sia meno solido e roseo di quanto si pensi…

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Gaza Senza Cibo né Acqua: la Carestia Voluta da Israele

di Claudia Carpinella
A Gaza non entrano cibo, acqua né medicinali da sessanta giorni.
Mentre oltre due milioni di persone sono strette nella morsa della fame e della sete, più di tremila camion carichi di aiuti umanitari restano fermi ai valichi a causa del blocco imposto da Israele, senza poter raggiungere chi ne ha disperato bisogno. È quanto riportato dalle Nazioni Unite e dal World Food Programme, che ha definito l’attuale crisi umanitaria a Gaza come senza precedenti.
Ciò che colpisce drammaticamente — e rappresenta un unicum nella storia odierna — è che mai prima d’ora un intero Paese è rimasto privo di cibo e acqua pur avendo, a poche centinaia di metri, convogli parcheggiati con 116mila tonnellate di assistenza alimentare, sufficienti a sfamare un milione di persone per almeno quattro mesi. Il cibo c’è, l’acqua potabile pure. Quel che manca è l’autorizzazione di Israele ad aprire i valichi di Kerem Shalom e di Rafah per consentire il passaggio dei camion carichi di aiuti…

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Gaza, la “Soluzione Finale” Ideata da Israele e Rivelata da Netanyahu

di Alessandro Ferretti
La “soluzione finale” che Israele ha scelto per Gaza è stata rivelata da Netanyahu in persona.
Israele ordina l’evacuazione totale di Rafah: oltre un milione di civili ammassati a Mawasi, senza acqua né cibo. Da 35 giorni nessun aiuto entra a Gaza. Netanyahu annuncia il piano di “migrazione volontaria”: fame e terrore come strumenti di espulsione e genocidio.
Con l’ordine di evacuazione intimato da Israele alla popolazione di tutta Rafah, il piano israeliano di pulizia etnica/sterminio della popolazione di Gaza è ormai pienamente definito.
In dieci giorni l’esercito di occupazione ha lanciato una serie di volantini che obbligano praticamente tutta la popolazione di Gaza a lasciare le loro case/tende/rifugi di fortuna per andare a Mawasi, una microscopica striscia di terra a nord-ovest di Rafah. Tutto il resto della Striscia verrà occupato militarmente dall’esercito, che ha già iniziato le operazioni di conquista…

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Berlino, la Polizia Interrompe il Congresso sulla Palestina

La cieca difesa di Israele sta portando la Germania a livelli di intolleranza indegni di uno Stato in teoria democratico.
Dopo settimane di martellante campagna terroristica da parte dei media e della politica tedesca contro un incontro definito “intollerabile” dal sindaco di Berlino, il congresso di tre giorni (che doveva iniziare il 12 aprile) organizzato per discutere del massacro in corso a Gaza e del ruolo tedesco nel supportarlo, è stato bloccato e vietato dalla polizia dopo pochi minuti dall’inizio del secondo intervento.
Udi Raz, ebreo tedesco portavoce di Jewish Voice for Peace in Germania, è stato arrestato. La polizia ha tagliato l’elettricità alla sala e ha avvisato partecipanti, organizzatori e speakers che sarebbero stati perseguiti legalmente…

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Morte Per Fame Subito, Aiuti Via Mare a Gaza… Tempi Impossibili

Giovedì 7 marzo, nel discorso sullo stato dell’Unione, il presidente Biden ha annunciato che gli Stati Uniti intendono costruire davanti alle coste della Striscia di Gaza un molo temporaneo da cui distribuire aiuti umanitari per la popolazione palestinese, per alleviare la crisi provocata da sei mesi di bombardamenti e operazioni militari di Israele.
La presidente della Commissione Europea insegue e parla di un imprecisato “corridoio marittimo” che potrebbe partire entron pochi giorni. Ha aderito anche l’Italia, ma non si sa per andare dove. Mentre la carestia corre assieme alle crudeli intransigenze israeliane. Velleità a scopo di vantaggio elettorale o qualche segreto nascosto sul futuro assetto anche geopolitico della Striscia di Gaza?…

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Blinken Fa Capire a Netanyahu che l’Appoggio Usa Non Durerà in Eterno

Gli Stati Uniti sono consapevoli che il loro appoggio alla campagna di Gaza sta costando un prezzo altissimo in termini di immagine a livello internazional. Non possono quindi permettersi di appoggiare Israele troppo a lungo.
Il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, generale Herzi Halevi, ha detto giovedì al segretario di Stato Tony Blinken che l’operazione militare israeliana a Gaza, inclusa la parte meridionale dell’enclave, richiederà “più di qualche altra settimana”.
La Casa Bianca è sempre più preoccupata che un’operazione israeliana nel sud della Striscia di Gaza – dove sono concentrati 2 milioni di palestinesi – porterebbe a un numero significativamente maggiore di vittime civili e aggraverebbe la crisi umanitaria nell’enclave…

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