Il Covid finirà

di Massimo Calisti
L’obiettivo non era il Vaccino. L’obiettivo era il Green Pass.
Dal 15 ottobre occorre il Green Pass per lavorare, perché siamo ancora in emergenza, decide Draghi. Dal 15 ottobre tutti in ufficio, basta smart working, perché l’emergenza è finita e torniamo alla normalità, decide Brunetta con l’avallo di Draghi.
Il corto circuito, la palese contraddizione, che l’obbligo del Green Pass per lavorare ha creato con l’uscita di Brunetta & Draghi di qualche giorno fa, e la consueta serena indifferenza dei più, ha finalmente dissipato gli ultimi accenni di nebbia che ancora mi impedivano di vedere.
Diciamo che già il Green Pass sul lavoro, in una situazione di totale remissione del virus, mi aveva dato da pensare. Vedere Draghi cagare sulla nostra Costituzione, Mattarella firmare senza neanche far caso al tanfo, e il popolo esultare per questo stupro dei propri diritti costituzionali era abbastanza eloquente, ma mi ostinavo a guardare il dito e non la luna…

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Paolo Becchi: “il Coronavirus e il business delle chiusure per le Elites”

di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Le Elites sono contente del lockdown perché attraverso di esso si sono arricchite. Il lockdown è in fondo un nuovo modo di fare politica, mai utilizzato prima… Ma a poco a poco si è rivelato una manna per l’elite globale tecnologica e finanziaria.
Le scuole e le università pubbliche sono chiuse in Italia come in buona parte degli Stati Uniti, perché i giovani che si incontrano diffondono il virus. Il quale virus però non contagia nelle scuole private, dal momento che, come si legge ad esempio su Bloomberg, “le boarding school delle elite sono tutte aperte e fanno lezione “in presenza” con tutti gli insegnanti e studenti in classe come prima”.
Nel nostro piccolo succede la stessa cosa. A Modena ad esempio, la principale scuola privata è aperta, perché se paghi molto per istruire i figli privatamente nella retta è compresa l’immunità ai coronavirus. Allo stesso modo, se un migliaio di persone lavora in una grande azienda, come i mega centri logistici di Amazon non c’è pericolo di contagio, mentre se gli stessi dipendenti si incontrano in un ristorante si infettano, così ha stabilito il Comitato Tecnico Scientifico del governo…

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Il Ruolo dello Stress e del Panico nella crisi da Coronavirus

di Daniel Jeanmonod MD, Roxanne Jeanmonod e Francis Neirynck
Non c’è modo per noi di concepire la vita senza virus. Sono ovunque, circa il 50% del nostro genoma è di origine virale. I virus sono “più amici che nemici”. Il nostro nemico principale è la paura attivata da una scienza parziale e senza cuore.
Lo stress ha dimostrato di essere alla fonte delle perdite cellulari nel cervello limbico (comportamentale) degli animali. È in grado di attivare meccanismi eccitotossici, ossidativi, immunologici, infiammatori, endocrini e vegetativi e causare in determinate condizioni l’insufficienza potenzialmente fatale di più organi.
Una simile situazione è stata descritta dagli etnologi nel contesto di un rituale eseguito dall’uomo kurdaitcha, o sciamano della società aborigena. Si chiama puntamento dell’osso” e causa la cosiddetta morte volontaria“, o sindrome di puntamento osseo” [1] [2]. Consiste nel puntare su una vittima un osso rituale che attiva l’effetto di una “lancia di pensiero” e uccide la persona maledetta per giorni o settimane, senza grandi sofferenze. Questo rituale è stato usato dagli uomini kurdaitcha nel corso dei millenni quando un membro della loro comunità diventava pericoloso. Il potere di un’idea e la sua emozione correlata, cioè la paura, è esemplificato qui in un modo impressionante.
Proponiamo qui di considerare la possibilità, nel contesto della crisi del coronavirus, che una lancia di pensieroplanetaria carica di paura e capace di uccidere sia attiva e minacci l’intero genere umano, provocando reazioni a catena basate sulla paura in tutto il mondo…

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