Perché non siamo fatti per vivere per sempre

I geni che guidano uno dei meccanismi necessari alla salute cellulare e al successo riproduttivo, l’Autofagia (meccanismo cellulare di rimozione selettiva di componenti citoplasmatici danneggiati), contribuiscono allo stesso tempo al processo di invecchiamento.
Se siamo destinati a invecchiare anziché vivere ad oltranza, è per una svista dell’evoluzione, che ha preferito favorire un meccanismo che promuove il successo evolutivo, anche se questo ha un “costo” in termini di sopravvivenza.
I geni che presiedono a uno dei processi chiave per la salute delle cellule, l’autofagia, nei vermi giovani e prestanti, sono gli stessi che, in età avanzata, presiedono al processo di invecchiamento. Lo sostiene un articolo pubblicato sulla rivista Genes & Development, che potrebbe avere implicazioni importanti nella ricerca contro le malattie neurodegenerative…

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Dott. Neal Barnard: come prevenire l’Alzheimer in 5 mosse

Impara come prevenire e persino contrastare la malattia di Alzheimer senza farmaci. Fai questo cambiamento di stile di vita e tutto il tuo corpo, incluso il tuo cervello, ne trarranno enormi benefici.
Dott. Neal Barnard: “Molte persone oggigiorno sono davvero preoccupate di ciò che potrebbe accadergli quando invecchiano. Avremo la malattia di Alzheimer? Inizieremo a perdere la memoria? Permettetemi di condividere con voi alcuni passaggi importanti per proteggere la vostra memoria.

  • Dobbiamo evitare i cibi come i latticini e la carne che hanno i grassi saturi.
  • Evitate anche i “grassi trans”, chiamati anche “oli parzialmente idrogenati”.

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Proteina ‘blocca’ Parkinson, scoperta da italiani con l’aiuto di Michael J. Fox

L’assenza di una proteina chiamata “Sinapsina 3” impedisce l’accumulo dei frammenti proteici che uccidono i neuroni produttori di dopamina (dopaminergici), la cui morte determina le difficoltà motorie e gli spasmi caratteristici del morbo di Parkinson.
A scoprire il processo, un team di ricerca internazionale coordinato da studiosi italiani del Dipartimento di Medicina molecolare e traslazionale presso l’Università di Brescia, che ha collaborato a stretto contatto con colleghi del Centro per neuroscienze e tecnologie sinaptiche dell’Istituto Italiano di Tecnologia, dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, dell’Università di Padova e dell’Università di Lund (Svezia).
L’individuazione del meccanismo legato alla Sinapsina 3, una fosfoproteina sinaptica che regola il rilascio di dopamina cooperando con l’alfa-sinucleina, potrebbe aprire le porte a terapie rivoluzionarie, in grado di trattare le cause scatenanti della diffusa patologia neurodegenerativa.
Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Arianna Bellucci, docente presso il Dipartimento di Farmacologia dell’ateneo bresciano, hanno determinato il ruolo della Sinapsina 3 dopo averne evidenziato insoliti accumuli nei pazienti affetti dal Parkinson. Per vederci chiaro, Bellucci e colleghi hanno condotto esperimenti su topi geneticamente modificati ‘knock-out’ (ko), incapaci di esprimere la proteina incriminata, dopo un’apposita iniezione…

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Malattie neurodegenerative: una nuova scoperta sui meccanismi di morte cellulare

di Martina Bandera
Secondo un recente studio, in caso di malattie neurodegenerative, le cellule nervose andrebbero incontro a un blocco che impedisce il processo di autofagia.
I ricercatori del King’s College di Londra, hanno scoperto nuovi meccanismi di morte cellulare associati a malattie neurodegenerative debilitanti, quali il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson.
La nuova ricerca, pubblicata su Current Biology, potrebbe assumere un ruolo di estrema importanza per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici, utili nel trattamento delle malattie neurodegenerative attualmente senza cura…

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Alzheimer – Confermato il legame tra benzodiazepine e la malattia

Morbo di Alzheimer

Uno studio francese pubblicato nell’ultimo numero del British Medical Journal lo conferma: l’uso regolare di benzodiazepine per un periodo superiore a tre mesi aumenta notevolmente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.
Cosa sono le benzodiazepine?
Le benzodiazepine sono una classe di farmaci psicotropi, vale a dire, che agiscono sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), modificando alcuni processi chimici naturali (fisiologici). Porta a cambiamenti di coscienza, umore,  percezione e comportamento.
Provoca un effetto ansiolitico (contro l’ansia), miorilassante (rilassante muscolare), ipnotico (induce il sonno), antiepilettico (contro l’epilessia) e amnesico (causando problemi di memoria).Tra i principi attivi e i nomi commerciali citiamo: Alprazolam, Bromazepam , Bromiden, Diazepam, Valium e Xanax…

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Le frontiere della Memoria

Capacità mnemoniche

di Fabio Perelli
Noi viviamo di attimi vissuti, e dei ricordi di questi attimi custoditi nei nostri neuroni. Ma cos’è esattamente la memoria? Perché alcune persone hanno capacità mnemoniche eccezionali e altre sono affette da disturbi che ne compromettono la funzionalità?
“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”. Con queste parole, Gabriel García Márquez celebra l’importanza della nostra memoria.
La memoria è un fenomeno complesso, che coinvolge il nostro sistema nervoso mediante processi non ancora definiti nei dettagli. I neuroscienziati sono in gran debito nei confronti del “cervello più famoso del mondo”, quello del paziente denominato “H.M.”, che più di ogni altro ci ha permesso di interpretare le basi della “RAM” degli esseri umani. “H.M.”, divenuto incapace di immagazzinare nuovi ricordi permanenti a seguito dell’asportazione chirurgica dell’ippocampo, ha rivelato inconsapevolmente ai ricercatori l’importanza cruciale di questa regione cerebrale per la memoria a lungo termine. E’ soprattutto grazie a quest’area a forma di cavalluccio marino se siamo in grado di conservare a lungo una grande quantità di informazioni…

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