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Malato il 90% dei Polli Venduti da Azienda Leader della Grande Distribuzione

di Valentina Bennati
Il 90% dei petti di pollo venduti nei supermercati Lidl in Italia è risultata affetta da “White Striping”.
Si tratta di striature bianche parallele alle fibre muscolari che stanno a indicare la sofferenza patita dagli animali negli allevamenti e la bassa qualità della carne. La segnalazione arriva da un Report dell’Associazione “Essere Animali” che ha analizzato 603 campioni di confezioni di pollo di 38 punti vendita Lidl in 11 città del nostro Paese, da Torino a Bari.
Tutte le confezioni esaminate riportavano in etichetta definizioni riferite al benessere animale, ad esempio “prodotto certificato”, “filiera controllata”, “uso di luce naturale”, “arricchimenti ambientali per favorire comportamenti naturali”; tuttavia, l’analisi della carne ha mostrato in 9 campioni su 10 la presenza di queste striature bianche e, in base a quanto riferisce l’Associazione, metà dei campioni esaminatihanno evidenziato una condizione patologica con alti livelli di gravità.
Tali striature, infatti, sono indice di problematiche di salute. Possono essere riscontrabili non solo sui petti di pollo interi, ma anche sui filetti e sui muscoli delle cosce dei polli che vengono sottoposti a crescita rapida negli allevamenti intensivi…

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La Grande Bugia del benessere animale negli allevamenti

Non fatevi ingannare da coloro che dicono di allevare gli animali in modo etico (è solo un ossimoro): la produzione di latte uccide i vitelli ed abbrevia di moltissimo la vita della mamma mucca…
Sempre più spesso si legge di allevamenti in cui si bada al benessere degli animali ed addirittura, che per la produzione di latte (dicono), il vitello non viene allontanato dalla mamma, permettendogli anche di fare le poppate… sì (se è vero…) ma solo finché non raggiunge il peso idoneo per essere macellato (circa 6 mesi).
Agli allevatori, piccoli o grandi che siano, non interessa il benessere animale, ma solo il guadagno che ne possono ricavare, tuttavia, la Verità e le informazioni sull’ingiustizia di sfruttare ed uccidere altri esseri senzienti, stanno venendo fuori ed il forte calo delle vendite dei prodotti latteo-caseari ne è la conseguenza, ed è per questo, che tutti gli allevatori cercano di correre ai ripari, inventandosi la storiella dell’allevamento felice (pubblicità false dove si vedono gli animali felici all’aperto)… non credetegli, vi stanno ingannando!…

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Latte “amaro”: ecco la fine che fanno i Vitelli

di Marta Frigerio
La produzione di latte non comporta l’uccisione diretta degli animali. Per questo motivo, i consumatori sono spesso portati a credere che si tratti di una forma di allevamento meno crudele e, dunque, maggiormente accettabile.
Tuttavia, recenti indagini sotto copertura come quella condotta dall’associazione Essere Animali, hanno portato alla luce il lato nascosto di uno degli alimenti in assoluto più consumati.
Se non vengono uccisi, perché è crudele?
Come ogni mammifero, per produrre latte la mucca deve avere un cucciolo a cui destinarlo. Ma se il latte deve diventare la nostra colazione e i nostro formaggi, che fine fa il vitello?…

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Il devastante impatto ambientale della carne in un nuovo studio shock

di Francesca Mancuso
Evitare la carne e i prodotti lattiero-caseari è la strada maestra per ridurre il nostro impatto sulla Terra. La nuova conferma arriva da uno dei più grandi studi mai effettuati, condotto dall’Univeristà di Oxford e dall’Istituto svizzero di ricerca agricola Agroscope.
Il dossier conferma l’enorme impronta dell’allevamento del bestiame per l’industria alimentare. Un dato su tutti: la carne fornisce solo il 18% delle calorie e il 37% delle proteine, ma occupa l’83% dei terreni agricoli, producendo il 60% delle emissioni di gas serra.
I ricercatori della Oxford University e di Agroscope hanno dato vita al più completo database sull’impatto ambientale, tenendo conto di una serie di fattori tra cui l’uso del suolo, le emissioni inquinanti alla base dei cambiamenti climatici, la necessità di acqua dolce, l’inquinamento idrico e l’inquinamento atmosferico…

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McDonald & Co… Mercanti di Morte

McDonald’s è un’enorme multinazionale, una di quelle corporation con investimenti su vasti territori nei paesi poveri, venduti loro dalle regole del dollaro-affamatore e da oligarchie privilegiate.
McDonald’s sgombera le piccole fattorie che su quei territori si trovano e che producono cibo per il proprio popolo. Con la potenza del dollaro, infatti, è possibile comprare tecnologia e produrre beni, e i paesi poveri ormai sono intrappolati nella produzione di tantissimo cibo destinato ad essere esportato esclusivamente negli Stati Uniti. Dei 40 paesi più poveri del mondo, 36 esportano cibo negli USA: il più ricco…

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La fame nel mondo: il danno e la beffa!

Quando si parla di fame nel mondo ci si riferisce ad essa sempre con i toni disillusi di chi pensa che non ci sia più nulla da fare tranne le campagne di raccolta fondi, confidando nell'onestà delle organizzazioni caritatevoli. Si dà per scontato che la fame nel mondo esista e che debba esistere sempre, che sia fisiologico, per il pianeta Terra, avere più di un miliardo di abitanti cronicamente denutriti. E' un male necessario, insomma.

di Francesca Fugazzi
Quando si parla di fame nel mondo ci si riferisce ad essa sempre con i toni disillusi di chi pensa che non ci sia più nulla da fare tranne le campagne di raccolta fondi, confidando nell’onestà delle organizzazioni caritatevoli. Si dà per scontato che la fame nel mondo esista e che debba esistere sempre, che sia fisiologico, per il pianeta Terra, avere più di un miliardo di abitanti cronicamente denutriti. È un male necessario, insomma.
Se ce ne facciamo una ragione è anche meglio. E se facciamo qualcosa per pulirci la coscienza è ancora meglio. Ma perchè tutto ciò? Non è questa la sede per parlare della fenomenologia della fame nel mondo. Tuttavia, è facile intuire come tutto questo sia la conseguenza della secolare depredazione dei territori, avvenuta ai danni dei paesi ricchi in risorse, da parte di quelli ricchi in denaro…

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Allevamenti lager? Colpa della nostra voracità

Allevamenti lager

di Marìca Spagnesi 
Gli allevamenti lager? Esistono perché noi vogliamo carne, uova, latte e formaggi ogni giorno, a bassissimo prezzo e in quantità industriali per soddisfare la nostra voracità spaventosa mascherata da cultura, tradizione e gusto da gourmet.
Non esiste persona che di fronte alle immagini sconcertanti di violenza e incuria nei confronti degli animali da allevamento, dica che sia giusto o rimanga indifferente alle denunce che ormai iniziano a diffondersi con sempre maggiore frequenza sui social, sui giornali, su internet e in tv. Anche le reazioni di chi sostiene la tesi di una sana alimentazione onnivora, sono di distanza dai quei produttori così “brutti e cattivi” che non si fanno scrupoli di tenere esseri viventi (esattamente come noi), in strutture che hanno tutte le caratteristiche e le dinamiche di veri e propri campi di sterminio organizzati. Nessuno è d’accordo…

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