Clima: una Dieta Vegetariana riduce del 35-50% il consumo del suolo

Si riduce il consumo del suolo e secondo uno studio americano, si riducono anche l’uso di fertilizzanti azotati e le emissioni di gas serra.
Preferire una dieta vegetariana ad una tradizionale carnivora può ridurre del 35-50% il consumo di terre coltivate oggi sempre più “occupate” dall’allevamento intensivo per la produzione di carne. È il risultato di una studio del Bard College (New York) pubblicato su Scientific Reports, che suggerisce anche come questa scelta potrebbe ridurre l’uso di fertilizzanti azotati e le emissioni di gas serra. Gli scienziati sono a caccia di soluzioni per mitigare gli effetti del riscaldamento globale che ci obbligherà a rivedere anche le nostre abitudini alimentari…

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“The Last Pig”: film-documentario sull’ultimo viaggio dei maiali verso il mattatoio

di Tamara Mastroiaco
Nascita, morte, denaro: questo è il ciclo della vita di un animale da fattoria. Tutti gli allevatori, che siano essi contadini o gestori di allevamenti intensivi, sono dei mercanti di morte. La morte è il loro obiettivo, il loro scopo.
La morte è il fine, la vita è il mezzo, e il denaro è il premio. “Negli Stati Uniti, ogni anno, dieci miliardi di animali vengono uccisi in modo che la gente come me possa trarne profitto” dice Bob Comis, un ex-allevatore di suini, che grazie al documentario “The Last Pig”  (L’ultimo maiale), di cui è il protagonista, ci racconta attraverso il suo percorso personale e intimo, la lotta per reinventare la propria vita.
Ossessionato dai “fantasmi” dei suini che ha mandato al macello in passato, il 22 novembre 2014, Bob Comis ha preso la decisione epocale di chiudere lo Stony Brook Farm, esclusivamente per motivi etici. “Non voglio avere il potere di decidere chi deve vivere e chi deve morire. Ho rinunciato al mio lavoro, alla mia sicurezza economica, pur di allineare la mia vita con i miei principi” spiega Bob Comis. I suoi ultimi viaggi verso i mattatoi erano diventati momenti strazianti e dolorosi…

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Il devastante impatto ambientale della carne in un nuovo studio shock

di Francesca Mancuso
Evitare la carne e i prodotti lattiero-caseari è la strada maestra per ridurre il nostro impatto sulla Terra. La nuova conferma arriva da uno dei più grandi studi mai effettuati, condotto dall’Univeristà di Oxford e dall’Istituto svizzero di ricerca agricola Agroscope.
Il dossier conferma l’enorme impronta dell’allevamento del bestiame per l’industria alimentare. Un dato su tutti: la carne fornisce solo il 18% delle calorie e il 37% delle proteine, ma occupa l’83% dei terreni agricoli, producendo il 60% delle emissioni di gas serra.
I ricercatori della Oxford University e di Agroscope hanno dato vita al più completo database sull’impatto ambientale, tenendo conto di una serie di fattori tra cui l’uso del suolo, le emissioni inquinanti alla base dei cambiamenti climatici, la necessità di acqua dolce, l’inquinamento idrico e l’inquinamento atmosferico…

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Ecco da dove vengono orate e trote vendute nei supermercati

Tra il 2017 e il 2018 il team investigativo di “Essere Animali” si è infiltrato in alcune grandi aziende di orate, branzini e trote, situate nelle regioni del centro e nord Italia.
Queste specie sono le più richieste dal mercato e si trovano in vendita tutto l’anno. Il video mostra migliaia di pesci in gabbie prive di qualunque riparo o arricchimento ambientale. La densità in queste vasche di ingrasso, è estremamente alta e ciò porta ad aggressioni fra i pesci, per il poco spazio vitale, ma anche ad acque più sporche e a possibile diffusione di malattie. Oltre a trascorrere sino a 18 mesi in condizioni di sovraffollamento e privazione di stimoli, i pesci subiscono anche trattamenti dolorosi…

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