Uccidere per lavoro: ecco cosa succede a chi lavora nei Macelli

di Vittoria Salvo
Gli Animali non sono le uniche vittime dell’Industria della Carne: anche gli operai vivono dentro un incubo ai margini della realtà.
Chi lavora nei macelli è facilmente incline a soffrire di “disturbi da stress post traumatico” (PTSD), a causa delle azioni violente perpetrate a discapito di altri esseri viventi. In questo articolo cercheremo di darne un’idea, prendendo in esame il contesto americano, grazie al cospicuo archivio costituito da studi, ricerche e testimonianze.
Lo stress post traumatico vale anche per loro
“Certe volte si presentano strani pensieri nella tua testa. Sei solo: tu con i polli morenti. Dalla natura barbarica dei tuoi comportamenti nascono sentimenti surreali. Stai uccidendo migliaia degli uccelli indifesi: sei un killer”. Queste sono le parole estrapolate dal blog di Virgil Butler, ex operaio di un mattatoio di polli in Arkansas, deceduto nel 2006, rimasto fortemente segnato dall’esperienza lavorativa nel mattatoio e che si è poi dedicato all’attivismo a favore degli animali. Quello che colpisce le persone che lavorano in questi ambienti, si definisce “stress traumatico”…

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Stranieri a se stessi: la Depersonalizzazione

Quali sono i segnali che indicano un distrurbo di depersonalizzazione?
Negli Stati Uniti il 50 % degli adulti, almeno una volta nella vita, ha sofferto di “Depersonalizzazione”, intesa come episodio isolato o vero e proprio disturbo. Il Disturbo di Depersonalizzazione e i sentimenti di irrealtà (DPAFU) sono fenomeni complessi e la stessa condizione della malattia mentale, spesso, è mal diagnosticata. Per comprendere la depersonalizzazione, è necessario capire prima di tutto la “Dissociazione”.
La dissociazione è “un’interruzione” che si verifica nei vari elementi della coscienza, dell’identità, della memoria, delle azioni fisiche e/o dell’ambiente. È una disconnessione o assenza di una connessione tra cose che sono normalmente associate tra loro. Si tratta di uno scollamento tra l’esperienza e il senso di sé…

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Creatività e follia hanno le stesse radici genetiche?

Uno studio su un ampio campione di popolazione, sembra dimostrare che genialità e follia vanno spesso a braccetto.
Genio e follia vanno davvero a braccetto, e forse i geni che predispongono all’arte, per qualche motivo, hanno anche a che fare con alcuni disturbi mentali.
Vite tormentate
Che le persone estrose e creative siano anche un poco folli è convinzione di tanti. Quando si parla di genialità e follia vengono spesso fatti i nomi di artisti che hanno sofferto di veri o presunti disturbi mentali, da Vincent Van Gogh a Virginia Woolf, da Caravaggio a Charles Baudelaire.
Ma anche negli studi epidemiologici è stata più volte osservata una correlazione: tra i familiari di persone che soffrono di disturbi psichici, come il disturbo bipolare o la schizofrenia, ci sono più artisti che nella popolazione normale. Perché? Potrebbe esserci una predisposizione genetica, oppure potrebbe essere l’ambiente in cui hanno vissuto a influire…

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