Giornalista messicano denuncia Joe Biden per aver firmato un contratto che ha creato traffico di bambini

di Tim Brown
Ricordi quelle gabbie di confine con bambini che sono state fotografate sotto l’amministrazione Obama? Ebbene, sono il risultato di un patto globale delle Nazioni Unite firmato da Obama e Biden. E la firma di quel patto sembra aver portato a un “massiccio afflusso” di traffico di bambini.
Subito dopo il dibattito presidenziale finale tra il presidente Donald Trump e Joe Biden, il giornalista messicano Oscar “El Blue” Ramirez, con sede a Tijuana, ha creato un evento dal vivo per dissipare le bugie mortali vomitate da Biden sui bambini in “gabbie” al confine meridionale dell’America.
Unendosi al coro del resto della sinistra liberale, Biden (…e ciò non sorprende) ha cercato di incolpare Trump per i bambini immigrati “separati dai loro genitori” al confine, accusando l’attuale amministrazione di creare “gabbie di confine” dove presumibilmente sarebbero ospitati i bambini senza genitori.
Ciò che Biden non ha menzionato, tuttavia, è che sono stati lui e Barack Obama a firmare il Global Compact delle Nazioni Unite che ha creato quelle gabbie di confine…

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Trump in autunno combatterà la sua Battaglia finale contro il Nuovo Ordine Mondiale

di Cesare Sacchetti
Uno degli ultimi annunci di Donald Trump su Twitter lascia presagire che presto saranno sganciate delle bombe devastanti sul caso Spygate.
Il presidente americano ha parlato di imminenti rivelazioni sulla vicenda di spionaggio internazionale che lo ha visto vittima di un elaborato complotto per sabotare la sua campagna elettorale da candidato repubblicano prima, e successivamente il suo mandato da presidente degli Stati Uniti.
Trump non poteva essere più esplicito. Il tentativo di colpo di Stato ai suoi danni è partito direttamente dalla Casa Bianca, orchestrato sin dal primo momento da Barack Obama, all’epoca presidente, e dal suo vice, quel Joe Biden attuale candidato dem alle prossime presidenziali e già coinvolto in un altro scandalo in Ucraina, per via delle sue indebite pressioni sulla magistratura locale dirette a salvare suo figlio Hunter Biden, dall’inchiesta sugli enormi e anomali compensi ricevuti dallo stesso Hunter quando lavorava per Burisma, una società ucraina attiva nel settore petrolifero.
Quello che potrebbe arrivare il prossimo autunno, potrebbe avere una rilevanza così devastante da pregiudicare definitivamente le già precarie chance di Joe Biden di spodestare Trump dalla Casa Bianca. Allo stesso tempo, spygate vuol dire necessariamente Italia. È questo Paese infatti che ha avuto un ruolo determinate, come già spiegato in altre occasioni, nel tentativo di incastrate illegalmente Trump…

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“Obamagate”, un tweet al veleno contro Renzi

di Gianmarco Landi
George Papadopoulos, stretto collaboratore di Donald Trump, l’altro ieri notte ha spedito una pillola di veleno via twitter in Italia, direttamente in bocca a Matteo Renzi.
Papadoupolos dice che ora, dopo l’ufficializzazione dei nominativi richiedenti l’unmasking resa dalla National Security Agency, tutti noi sappiamo che il Governo italiano fu coinvolto nello spionaggio ingiustificato nei suoi confronti, e di converso in quelli di Trump. Quindi il collaboratore del Presidente degli Stati Uniti, osserva che la svolta sul “Russiagate” a favore di Trump, si ha con le prove raccolte in Italia nel passaggio dal Governo Conte 1 a quello Conte 2 dal magistrato Durham, l’uomo del segretario al Dipartimento Giustiza USA, William Barr. Quest’ultimo era da tutti ritenuto come rimasto in squadra con i Bush, acerrimi nemici di Trump al pari di Obama e dei Clinton, ed invece si è rivelato il più forte guardiano dell’Amministrazione Trump…

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“Obamagate”, il Sistema Globale sta per essere distrutto

di Gianmarco Landi
Anche sulla stampa USA, da qualche giorno, lo scandalo che colpisce l’amministrazione Obama è su tutte le prime pagine. Ormai è chiaro al pubblico americano che l’amministrazione Obama ha posto in essere una serie di azioni illegali per cercare di incastrare il Presidente Trump e i suoi uomini.
Il disegno è naufragato per vari motivi, ed ora sta venendo tutto fuori come uno tsunami. Il caso è esploso e i media non possono insabbiarlo, perchè il Direttore della National Desecretion ha desecretato i nomi dei funzionari dell’amministrazione Obama che, durante la fase di transizione, hanno commesso crimini a rotta di collo, tentando di incastrare l’elemento forte dell’Amministrazione Trump, e cioè il Generale Flynn. Costoro, su input di Obama, senza procedimento di Legge, hanno fatto spionaggio illegale ai danni di cittadini americani, costruendo prove false con l’aiuto dell’Fbi.
Il caso è un crescendo e la storia molto lunga e complessa, ma con questa mia sintesi potrà capirla chiunque, ma solo se si è disposti a leggere almeno per 10/15 minuti di fila mettendoci la testa.
Il NWO (Nuovo Ordine Mondiale) è quell’insieme di regole e rapporti sociopolitici che noi abbiamo chiamato Globalizzazione, un’ideologia che ci ha governato per quasi 30 anni…

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Obama continua a prendere in giro gli Stati Uniti: l’abominio del suo ritratto ufficiale

di Alice Battaglia
E così anche il ritratto dell’ex-Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è pronto per aggiungersi alla collezione ufficiale della Smithsonian’s National Portrait Gallery di Washington DC, accanto a quelli di tutti gli altri ex Presidenti a stelle e strisce.
La Smithsonian possiede la sola collezione completa di ritratti ufficiali di tutti gli ex Capi di Stato Usa oltre alla Casa Bianca, ed è proprio nella sede della Galleria che lo scorso 12 Febbraio, alla presenza di Obama, accompagnato dall’immancabile Michelle e dall’artista da lui stesso selezionato nell’ottobre 2017 per dipingere l’opera, che il ritratto è stato mostrato al pubblico prima di essere esposto.
L’artista che lo ha realizzato è Kehinde Wiley, pittore afroamericano classe 1977, gay per dichiarazione, provocatorio per vocazione, noto per le sue opere dai tratti estremamente realistici, forti della tecnica tipica della pittura classica, che ritraggono persone di colore in pose iconiche ed eroiche (emblematico il suo “Napoleone a comando dell’esercito sulle Alpi” del 2005)…

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L’accusa dei tradizionalisti cattolici Usa: “Così Obama ricattò Ratzinger”

Bergoglio che fissa Ratzinger negli occhi

di Claudio Cartaldo
Nella rivista “The Remnant”, i tradizionalisti cattolici chiedono a Trump un’inchiesta sulle mosse di Barack Obama che avrebbero portato alle dimissioni di Benedetto XVI.
Donald Trump e papa Francesco. Che non corra buon sangue tra i due non è una novità. Il primo tira dritto sui muri anti-immigrati e i blocchi ai rifugiati, il secondo non nasconde di preferire chi apre le porte al prossimo, “secondo le indicazioni del Vangelo”.
Bene. Eppure nella relazione tra i due potrebbe inserirsi un nuovo capitolo interessante, e che dagli Usa arriva diritto nelle segrete stanze del Vaticano: l’accusa avanzata da alcuni cattolici sulle mosse di Obama nell’abdicazione di Ratzinger…

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