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La “Leggenda del Ponte Arcobaleno”

di Nicoletta Pennati
Succede che i nostri animali ci lascino. La sofferenza è enorme e spesso non può essere capita da chi non ha mai avuto la fortuna di amare un cane, o un gatto, o un coniglio, o un cavallo, o qualsiasi altro animale.
La Leggenda del Ponte Arcobaleno, che riporto, si dice venga tramandata dagli Indiani d’America. È dedicata ad ogni animale che ha amato gli esseri umani e ad ogni persona che ha sofferto e che soffre per la morte di un animale.
Dall’altra parte dell’arcobaleno, esiste un posto chiamato “Ponte dell’Arcobaleno”. Quando un animale che è stato particolarmente vicino a qualcuno muore, esso percorre il Ponte dell’Arcobaleno. Lì ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali, cosicché essi possono correre e giocare insieme. C’è tanto cibo, acqua ed il sole splende e i nostri amici stanno bene e al caldo…

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I quadri di “Pig-casso”: quando l’arte è bestiale

di Simonetta Caminiti
Gli animali pittori sono quotati migliaia di euro. L’ultimo, è un maiale col nome del genio spagnolo.
Quale titolo migliore di “Oink” (in inglese, “grugnito”), per una mostra d’arte pop, con un autore come lui? Lui, “Pigcasso” (gioco di parole legato a Pig, maiale in inglese, e il cognome del Pablo pittore, più famoso al mondo) è un maiale per davvero. Una femmina. E dipinge.
Lo fa intingendo il naso nei colori a tempera, e poi strofinandolo sulla tela, brandendo la testa come un’artista bipede posseduta dal sacro fuoco dell’ispirazione. Il risultato? Certo non dipinti preraffaeliti, ma le sue opere compongono forme impressionanti: una s’intitola “La Balena”, e richiama effettivamente la forma del cetaceo; altre ricordano la foggia di un volto umano, altre ancora sono affascinanti commistioni di colori. Paesaggi, precisa qualcuno: e la nota straordinaria è che non manca mai l’autografo personale dell’autrice, cioè il suo naso letteralmente timbrato in calce a tutte le tele. Tele da 2mila euro…

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“Pallino”

di Umberto Di Grazia
Tra le tante storie e personaggi del mio palazzo, quella di Pallino ha lasciato una traccia forte che rimarrà nella memoria, superando i limiti del Tempo.
Spesso ci si chiede come andrà la vita nel nostro pianeta e dai dati, visibili a tutti, non ci sono molti riferimenti per sperare il meglio ed allora è facile abbandonarsi allo sconforto e chiudersi nei meandri della mente più oscuri.
Per qualcuno, per fortuna, il negativo dominante ed imposto (per rendere gli esseri viventi schiavi delle paure e dominati dal non senso di un sistema assassino della vita medesima…) è uno sprono a reagire. Così è stato per Giorgio ed il suo magnifico compagno di viaggio “Pallino”…

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Doni con le ali

Doni con le ali- Ospite a cena

di Maria G. Di Rienzo
Quelli che vedete nell’immagine sottostante sotto sono solo alcuni dei doni che Gabi Mann, una bimba di 8 anni di Seattle (Usa), riceve da un paio d’anni dai suoi amici corvi.
Ne ha scatole e scatole… e ogni oggetto ha un’etichetta con la data e una descrizione sommaria: un pezzo di lampadina, un frammento di vetro giallo levigato dall’acqua, una pallina d’argento, un bottone nero, una graffetta blu, un pezzo di Lego. Per lei questi regali valgono più dell’oro, perhé sono i regali dei suoi amici corvi.
Gabi ha cominciato ad attirare la loro attenzione quando non aveva più di quattro anni ed era incline a lasciar cadere pezzetti di quel mangiava (che i corvi recuperavano subito). Mentre cresceva, cominciò a…

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La Tribù dei Bishnoi: i “Guardiani della Terra”

bishnoi

Viaggio tra i Bishnoi, un popolo di sei milioni di “Guardiani della Terra”. I Bishnoi sono considerati i precursori indiani degli ecologisti, pronti a morire per salvare un’albero.
In passato si fecero massacrare abbracciati alle loro piante. E ancora oggi sono martiri di chi fa violenza alla Natura. Hanno regole severe di disciplina vegetariana e ambientalista: evitano persino di scavare per non rischiare di schiacciare lombrichi e insetti.
Il sole non è ancora sorto oltre le basse dune già visibili all’orizzonte. Una luce intensa tra il rosa e il viola proietta al centro della pianura l’ombra dei solitari alberi di khejadi, alti come tre uomini. Sembrano sentinelle in allerta tra i cespugli di questo angolo del deserto di Thar, regno dei Bishnoi.
A mezz’ora dall’antica città di Jodhpur, nella sua linda casa di mattoni con larghe stanze ariose e una veranda all’aperto, Shri Dholaram Beniwal si è già lavato da capo a piedi e prega a testa coperta per qualche minuto Lord Vishnu e Jambaji Bhagawan, incarnazione del Dio hindu che fondò la sua sètta cinque secoli fa…

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