La Morte… il più conveniente affare della Storia!

di Daniela Martini 

Da quando raggiungiamo l’età che ci permette di capire, e di adattarci al sistema che ci propinano, viviamo con il terrore della Morte, questo salto nel buio che ci aspetta impietoso e crudele.

Paura della morte

La maggior parte delle paure che ci portiamo dentro derivano dal terrore della dama nera che, paziente, ma irriducibile, ci aspetta con la falce alzata. La preoccupazione di cosa ne sarà del nostro futuro deriva perlopiù dall’angoscia di rimanere senza sostentamento, cioè ancora dalla paura di morire, ed è anche per questo che la nostra vita si è ridotta ad una lotta continua per la sopravvivenza.

Tutto questo accade perché siamo totalmente identificati con il nostro corpo fisico e abbiamo dimenticato cosa in realtà eravamo prima di raggiungere questo pianeta. Ora penserete che io sia vittima di un attacco di arteriosclerosi senile, ma fidatevi, non è così. La massima di Antoine Lavoisier, eccellente chimico, biologo, filosofo del 1700, “In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma“, dimostrabile in tutte le manifestazioni proprie della natura, ci ricorda che noi dovevamo esistere già, prima del concepimento, avvenuto grazie ai nostri genitori.

In effetti, tutto suggerirebbe proprio il contrario, nel campo materiale, che è l’unico che solitamente riusciamo a vedere, gli oggetti si usurano, la materia cessa di esistere sotto l’influenza di eventi esterni, il cibo svanisce nel momento in cui ce ne nutriamo, le nuvole spariscono, le rocce si sgretolano, gli esseri umani muoiono.

Ma a pensarci bene tutto ciò è solo fumo negli occhi. Noi percepiamo solo la realtà che i sensi ci permettono di percepire. Se lascio cadere un fazzoletto sul pavimento, io non odo alcun rumore, ma un moscerino probabilmente si, c’è insomma tutto un mondo che percepisce questo evento. Ciò significa che il rumore c’è ma io non lo sento, perché il mio orecchio è calibrato per sentire solo entro certi limiti. Tutto ciò quindi non deve trarmi in inganno! Esiste un mondo invisibile, una realtà sottile che è davanti a noi, ma che noi non percepiamo.

Se è vero che tutto appartiene al Tutto, che tutto è fatto della stessa sostanza, che ogni cosa che esiste, proviene dalla stessa Energia, e se è vero che tutto si trasforma, nulla si crea e nulla si distrugge, le situazioni che ho vissuto dieci anni fa, ora sono nella grande nube energetica, così come c’è tutto ciò che apparterrà al mio futuro. Tanto è vero che la fisica quantistica sta dimostrando che il tempo non esiste e anche la presenza di Universi paralleli.

Dopo aver bruciato del carbone, diremo che esso non esiste più, al suo posto c’è solo cenere. Ci fregano le parole, le etichette che abbiamo messo alle cose. In verità, con l’azione del fuoco, le molecole hanno cambiato il loro aspetto, ma sono sempre lì. La materia si è trasformata in particelle microscopiche che si volatilizzano al primo alito. Cosa ne sarà di loro? ovunque le getteremo diverranno polvere, pulviscoli che si depositeranno sul terreno, sulle rocce, nei mari, nei fiumi, e poco a poco, si conformeranno ad essi, divenendo terriccio, pietra o sabbia. Il carbone si è trasformato, ha cambiato sembianze, le sue molecole si sono modificate, ma non è sparito, tutt’altro.

Pensate al cibo di cui ci nutriamo, esso si trasforma nel nostro organismo. Una parte modifica la propria struttura e verrà usato dal nostro corpo fisico per i propri scopi finalizzati al sostentamento, il resto verrà espulso in qualità di urina, di feci ecc. ma quelli che per noi sono scarti o rifiuti, diverranno cibo per altri esseri. Qualcosa con uno scopo ben definito, che continuerà il suo percorso, trasformandosi ogni volta per l’eternità. Tutto nel mondo funziona così, nulla sparisce per sempre senza lasciare traccia di sè. La nuvola non muore, si trasforma in acqua, la stessa acqua che cade sul terreno si asciuga ma non sparisce e andrà a nutrire la terra.

La morte non esiste

Tutto questo porta ad una semplice deduzione. Noi esistevamo già, prima del concepimento, in qualità di qualcosa che non conosciamo, ma eravamo, come siamo, come saremo, appartenenti al Tutto, quindi esistenti. Abbiamo subìto la trasformazione che prevede il nostro percorso e ci trasformeremo ancora nel momento in cui lasceremo il corpo fisico, ma continueremo ad esistere per sempre. 

Sarebbe bene prepararci a questo, focalizzandoci sulla parte di noi che si innalzerà per raggiungere le dimensioni adiacenti, anziché sulla visione del nostro corpo che verrà seppellito sotto qualche metro di terra. E’ importantissimo renderci conto che noi, a quel punto non saremo più nel corpo, non potremo sentire né sofferenza, né paura. Tutte le persone che hanno vissuto un’esperienza di premorte dicono le stesse cose, hanno visto il loro corpo sul letto, stavano bene, si sentivano in pace e provavano una quiete inverosimile. Raccontano anche di essere stati attirati in un tunnel dal quale penetrava un fascio di luce radiosa e rassicurante, alcuni affermano di aver desiderato non tornare più in dietro.

La paura della morte è una convinzione che ci hanno inoculato, siamo stati imbrigliati in questa terrificante prospettiva dai preti, dai politici, dalla scuola, dai genitori che sono stati dominati prima di noi. Lo scopo è sempre lo stesso, lo sfruttamento. Se riuscissimo a scrollarci di dosso questo sgomento, l’intera struttura del sistema crollerebbe perché una grossa parte si regge su questo.

Dalla paura della morte deriva un’infinità di altre inquietudini: l’esistenza dell’inferno, il terrore del peccato, le offerte alla Chiesa, perché la dottrina dell’indulgenza non è ancora passata di moda, la preoccupazione di non riuscire a procurarci ciò che ci è strettamente necessario, quindi l’ansia di non trovare lavoro, di non guadagnare abbastanza, di desiderare sempre di più in questa vita, il pensiero terrificante delle malattie, la rincorsa alla cura, al consumo di medicinali, ad esami e indagini mediche costosissime, l’utilizzo di alimenti che fanno bene alla salute perché abbassano il colesterolo o i radicali liberi.

Nessuna istituzione politica, sociale o religiosa ha interesse al fatto che ci si liberi definitivamente da questa ossessione, hanno messo in piedi un busines enorme ed estremamente redditizio che ci tiene imprigionati nel terrore, e dal quale non potremo uscire se non cambiando noi stessi. 

Quando ci convinceremo di essere immortali, di appartenere all’eternità, allora sentiremo la parte divina di noi avanzare prepotente, e quello sarà un giorno di grande esaltazione e incanto. La paura diverrà qualcosa di distante e sconosciuto che non potrà più dominarci.

Vi conforti sapere che il protrarsi dell’esistenza non credo sarà una terribile lagna, ad ogni trasformazione seguiranno sensazioni nuove, situazioni diverse, chissà poi se saremo in grado di sentirle queste sensazioni. Cosa saremo? non lo so… Probabilmente, una volta terminate le varie reincarnazioni e raggiunta una sorta di maturità, saremo pronti per tornare a Casa, ridiventando Energia pura, vagante nell’Universo, pronta a conformarsi in un qualsiasi corpo celeste, uno tra i tanti, tra i miliardi di corpi distanti anni luce da noi e di cui non abbiamo nessuna cognizione.

Articolo di Daniela Martini

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://luniversonelmiosilenzio.wordpress.com

LO STATO INTERMEDIO
di Franco Battiato, Gianluca Magi

Lo Stato Intermedio

di Franco Battiato, Gianluca Magi

In questo libro, Franco Battiato e Gianluca Magi si interrogano sulla morte, sul morire e sulla paura da parte della società occidentale nei confronti di questo passaggio, che costituisce il momento più importante di tutta la nostra vita.

Chi voglia conoscere la direzione verso cui volgere la vita, si chieda sempre per cosa vorrà essere ricordato da coloro che ama.

Se non ha nessuno da amare, lo chieda al bimbo che è stato, che convive in ogni adulto. Chiediamo a quel bimbo se è fiero o si vergogna dell'adulto che siamo diventati, di quell'adulto che, nel tempo di alcune decine di rotazioni della Terra intorno al sole, non ci sarà più.

E una buona domanda.

Perché la domanda definitiva che ci faremo nell'ultimo istante fatidico è: "Quanto ho amato?".

In quel momento, comprenderemo che è solo l'amore donato e ricevuto in vita, a contare.

Tutto il resto - le realizzazioni personali, le lotte, le conquiste e gli sforzi - verrà dimenticato nel nostro riflesso. Comprenderemo che se avremo amato bene allora tutto sarà valso, e la gioia di questo ci basterà sino alla fine. Ma se non avremo amato, la morte giungerà troppo presto e sarà troppo terribile da affrontare.

"La nostra società teme la morte. È tanatofobica, dannatamente tanatofobica. La morte è il tabù della nostra".

"Il passaggio dalla vita a quella che chiamiamo morte è l'argomento rimosso dei nostri tempi. Ma in realtà la morte non è fine. Non è inizio, ma passaggio."
Franco Battiato

"La morte è un velo gettato sugli occhi dei vivi. Se accettiamo le nostre trasformazioni, siamo immortali."
Gianluca Magi

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3 commenti

  1. Consolante, d’altronde essere vicini alla morte non e’ mai stata cosa per tutti e quindi e’ un’esperienza che per essere ben capita e interpretata
    va vissuta sulla propria pelle per poi poterla descrivere e condividerla.
    Condividerla e descriverla e’ essenziale, ma attenzione, senza romanzarla o interpretarla, narrare i fatti accaduti nudi e crudi.Lo so che e’ una cosa difficile, quasi sempre la fantasia prevale e marginalmente c’e’ la tentazione del “poteva anche essere cosi’, poteva andare cosi’ ecc.”, quindi capire dagli scritti dove finisce la realta’ e dove
    comincia la fantasia. Le mie esperienze mi dicono che bisogna prendere un po’ tutto con il beneficio d’inventario.
    Faccio un’esempio: penso che chiunque abbia constatato le difficolta’ che s’incontrano nel descrivere i sogni. ed e’ cosa di tutti i giorni, che accade tutte le notti. Questi sogni al risveglio sono per un larga percentuale dimenticati principalmente nei dettagli, in pratica cio’ che intendo dire che molto spesso noi li completiamo, senza accorgersene con la fantasia oltre cio’ che abbiamo sognato veramente.
    Spero di essermi spiegato correttamente.

  2. Vediamo se ho capito.
    Io ero presente, io sono sempre stato presente sia pur in altra forma che trasformandosi ha mutato la propria sembianza rimanendo me e/o parte di me senza la consapevolezza dello stato precedente.
    Da qui due considerazioni: a cosa dobbiamo la crescita numerica se siamo sempre stati presenti anche se in altra forma? Qual’è il senso di questo riproporsi se mai possiamo “vederci”?

    • Ti sei risposto in parte da solo dicendo “parte di me”.. i numeri non contano se parliamo di energia che si rinnova. Il senso non sarà “vederci” in altre forme o ricordare il nostro passato, perché l’energia sa già tutto. Dobbiamo solo lasciarci trasportare..

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