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20 Cose che il Golpe Covid Ha Rivelato sull’Umanitá

di Tom Woods
20 cose che ho imparato (o che mi sono state confermate) sull’umanità durante la “pandemia”.
1) La maggior parte delle persone preferisce stare con la maggioranza, piuttosto che avere ragione.
2) Almeno il 20% della popolazione ha forti tendenze autoritarie, che possono emergere nelle giuste condizioni.
3) La paura della morte è rivaleggiata solo dalla paura della disapprovazione sociale. Quest’ultima potrebbe essere più forte.
4) La propaganda è efficace ai giorni nostri come lo era 100 anni fa. L’accesso a informazioni illimitate non ha reso la persona media più saggia.
5) Ogni cosa può essere e sarà politicizzata dai media, dal governo e da coloro che si fidano di loro.
6) Molti politici e grandi aziende sacrificheranno volentieri vite umane se ciò favorisce le loro aspirazioni politiche e finanziarie.
7) La maggior parte delle persone crede che il governo agisca nell’interesse del popolo. Anche molti di coloro che criticano apertamente il governo…

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Bob Dylan, il Golpe Covid e le Origini del Male: l’Omicidio Kennedy

di Giorgio Cattaneo
“Riesumate quel corpo: nel cranio troverete le tracce del mercurio di cui era imbottito il proiettile che gli sparai, a Dallas, il 22 novembre 1963”.
In teoria, sarebbe una prova regina: tale almeno da accreditare il racconto del presunto killer reo confesso, quello vero. Si chiama James Files, ed è ancora vivo.
Era un uomo di fiducia della mafia di Chicago: fu proprio lui, ammise, a metter fine alla vita di John Fitzgerald Kennedy. Da quel drammatico giorno, in cui si dice che l’America avrebbe “perso la sua innocenza” (ammesso che l’avesse mai avuta), sono trascorsi quasi sessant’anni: ma il caso giudiziario non è mai stato riaperto. E se i resti di Jfk contenessero davvero il mercurio della pallottola citata da Files?
A Dallas, la sera prima della mattanza, erano presenti i vertici della Cia e dell’Fbi, notoriamente ostili ai Kennedy, insieme a tre futuri presidenti: Bush senior, Nixon e il vicepresidente Johnson. A Dallas c’erano anche un bel po’ di mafiosi: come Chuck Nicoletti, l’uomo che avrebbe sparato per primo a Kennedy, colpendolo alla schiena. C’era James Files, con il suo fucile Fireball, appostato sulla collinetta erbosa affacciata sui viali della Dealey Plaza. E c’era anche Lee Harvey Oswald, il colpevole designato: non sparò mai, raccontò Files, ma lo aiutò a esercitarsi al tiro al bersaglio, nei giorni precedenti. In città era presente lo stesso Jack Ruby, l’uomo che avrebbe prontamente assassinato Oswald prima che potesse parlare…

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