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Figli Padroni e Manipolatori: cosa deve fare il genitore quando si ribaltano i ruoli?

di Maura Manca
A volte capita che la conflittualità tra le due generazioni diventi esagerata, rasenti il limite della tollerabilità, della violenza fisica e verbale e in cui la vittima è il genitore.
Il genitore viene gestito e prevaricato dalla personalità patologica del figlio che non gli riconosce più un ruolo, sempre che lo abbia mai fatto, che vede solo se stesso e le sue esigenze, e individua il genitore come una persona da usare per ciò che gli serve, a cui non deve rendicontare niente e riconoscere nulla, bensì pretendere.
È vero che la crescita e soprattutto l’adolescenza con figli con un temperamento reattivo, un comportamento oppositivo e provocatorio, dà luogo ad un “braccio di ferro” molto duro ed estenuante, soprattutto per il genitore e che spesso finisce in un ribaltamento dei ruoli, in cui il figlio comanda, detta legge ed in un certo senso diventa padrone…

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Gli adolescenti e il brivido del rischio

di Enrica Gaetano
Studi recenti hanno indagato quali siano i fattori che portano gli adolescenti ad adottare comportamenti rischiosi, promiscui e impulsivi. Oltre ai fattori neurobiologici sono emersi anche fattori di carattere sociale.
Alla luce degli studi recenti, sorge spontaneo chiedersi se davvero gli adolescenti siano delle inarrestabili e autolesive macchine in corsa o se invece ci siano altri fattori coinvolti nella propensione al rischio in adolescenza.
L’adolescenza è un periodo estremamente delicato: solo nel 2015 si stimano circa un milione e mezzo di morti di età compresa tra i 10 e i 19 anni.
Più precisamente si calcola che la percentuale mondiale di decessi tra i 15 e i 19 anni sia del 35% più alta rispetto alla fascia di età che va dai 10 ai 14 anni, soprattutto per il genere maschile; le morti si verificano soprattutto a seguito di incidenti stradali, violenza interpersonale, autolesionismo e abuso di alcol o tabacco (Telzer et al., 2015)…

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L’Adolescenza e l’amore tra eccitazione e paura

di Luisa Mariani
Anna Freud nel suo saggio “Adolescenza” confessa che quando si deve parlare di adolescenti ci si sente incerti. Questo vagare nell’incertezza da parte degli adulti, degli educatori, degli specialisti, non ci deve, tuttavia, meravigliare, né scandalizzare, perché si tratta di un assetto mentale proprio speculare alla quintessenza stessa dell’adolescenza: la confusione.
Gli adolescenti, dunque, vivono, per definizione, in un territorio dai confini mutevoli e imprecisi, nuotano nell’incertezza, e la confusione è il loro status fisiologico naturale, proprio perché in questa età di transito tutto è da scoprire, da sperimentare, da apprezzare o rifiutare, e il percorso verso l’adultità è carico di imprevisti, suscita eccitazione e paura…

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Allarme sonno per i giovani: colpa (anche) di smartphone e social

Allarme sonno per gli adolescenti: tendono a dormire meno di 6 ore almeno il 10% delle notti. A 18 anni, il 75% dei ragazzi dorme meno di 8 ore e solo il 3% dorme più di 9 ore. Il loro cervello, più vulnerabile perché in pieno sviluppo, può risentire della carenza cronica di sonno.
La corretta maturazione della mente dei teenager è sotto attacco anche per via dell’abuso, sempre più frequente e sempre più precoce, di sostanze stupefacenti. È il ritratto a tinte fosche dei ragazzi italiani tratteggiato il 12 Dicembre 2017 a Milano, in occasione della presentazione del volume: “Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza”, di Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell’ASST FBF-Sacco di Milano, e Gianni Migliarese, psichiatra del FBF…

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Tra scuola e natura: i consigli di Maria Montessori

di Iliana Morelli
Maria Montessori aveva colto l’importanza delle attività didattiche svolte all’aperto, al di fuori delle aule scolastiche. Perché il bambino deve vivere la natura facendone esperienza in prima persona.
Nel 1909, Maria Montessori, nel suo primo libro “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, dedica un intero capitolo a “La natura nell’educazione”, perché considera la natura un importante elemento da integrare nella sua visione pedagogica della realtà scolastica. Lei stessa definisce il bambino come “il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire”

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