Lettera a un “Covidiano”

di Margaret Anna Alice

Ogni aspetto delle normative che vengono rilasciate a livello globale è progettato per separarci, creando un sistema di apartheid che bandisca il dissenso e incoraggi la persecuzione di coloro che mettono in discussione il sistema e i governi.

Capisco che sei un “credente”. Hai una fede zelante e incrollabile nel Sistema. Ti fidi della “scienza”. Ritieni che tutto ciò che va oltre i margini della narrativa approvata sia disinformazione, teorie del complotto e notizie false. Indossi diligentemente il tuo distintivo di obbedienza. Mantieni la tua distanza sociale. Ti chiudi quando ti viene detto di chiuderti. Segnali altri per aver violato questi e altri dettami.

Eri il primo della fila a farsi iniettare. Eri il primo della fila a farsi re-iniettare. Hai pianto lacrime di gioia entrambe le volte. Non vedi l’ora di ricevere la tua iniezione di richiamo. Non ti sei però preso la briga di condurre ricerche indipendenti al di fuori delle ingannevoli vie autorizzate, e di leggere la letteratura scientifica sottoposta a revisione paritaria non finanziata dal cartello dei farmaci; o non hai valutato in modo critico i comunicati stampa che vengono ripetuti a pappagallo dai tuoi “leader fidati”, “esperti” e portavoce dei media.

Tu e gli altri come te esigete che chiunque sia un “non credente” rispetti i decreti della vostra “fede” o sia escluso dalle attività pubbliche, privato del lavoro, e che gli venga negato l’accesso all’assistenza sanitaria, privato del diritto di protestare, costretto alla sottomissione e messo in quarantena. Trovi questi eretici disgustosi e spregevoli diffusori di malattie che rappresentano una minaccia per la salute pubblica. Non saresti contrario a rimuoverli dalla tua comunità, magari concentrandoli in un centro di detenzione speciale, almeno finché non vengono iniettati contro la loro volontà. Non hai pietà nemmeno se muoiono. È colpa loro, dopotutto…

Forse non sei ancora così orribile… ancora… Dagli ancora qualche settimana. I propagandisti ti porteranno in giro dove vogliono. Guarda quanto sei già arrivato lontano. Guarda a quanti dei tuoi diritti hai rinunciato volontariamente, quanti valori hai abbandonato lungo la strada, in nome della sicurezza, in nome della salute, in nome del bene pubblico. Sentivi che ne valeva la pena. E non te ne sei pentito.

Vorresti solo che gli altri non continuassero a piangere su “muuuh libertà”, “il mio corpo è mio” , “libertà di scelta” e altre idee “stupide” e “antiquate”. Non si rendono conto di quanto sono egoisti? Che pericolo rappresentano per i loro concittadini? Questa è un’emergenza – una crisi mondiale senza precedenti, incalcolabile e catastrofica – e non torneremo mai alla normalità se continueranno a insistere testardamente per preservare le loro “libertà”.

Vorrei poter parlare con il “te stesso” di due anni fa. Se a quell’io fosse stato detto che il mondo intero poteva essere fermato e le libertà sospese per il capriccio dei suoi leader, per un fenomeno con cui gli umani hanno vissuto e a cui si sono adattati in innumerevoli varianti per millenni, penseresti che stavo descrivendo una distopica finzionePotrei essere ancora in grado di ragionare con quell’io. Invece, oggi è probabilmente un esercizio inutile nel tentativo di risvegliare un ostaggio affetto dalla “sindrome di Stoccolma” assuefatto alle diaboliche macchinazioni del suo rapitore.

Ripensa a un paio di anni fa, all’estate 2019, diciamo. Cosa stavi facendo allora? Com’era la tua vita? Come ti sei sentiviriguardo al tuo passato, presente e futuro? Di cosa ti importava? Come trascorrevi il tuo tempo? Quali erano i tuoi valori fondamentali? Cosa penseresti di come pensi, senti e ti comporti oggi?

Questa è la persona con cui vorrei parlare, non il tuo io attuale. Sono sicuro che il tuo io del 2019 sarebbe affascinato dal sentire cosa ha da dire il tuo io attuale, anche se sarei disposto a scommettere qualche migliaio di euro inflazionati, che non riconoscerebbe quello che sei diventato.

E non sto parlando di te, personalmente. Probabilmente sei una brava persona che sta facendo ciò che pensa sia meglio. Capisco da dove vieni. Capisco perché così tante persone ben intenzionate si sentono come te. Sto parlando a tutti coloro che si ostinano ad accettare acriticamente le motivazioni fornite per trasformare il nostro mondo in una prigione a cielo aperto. Sto parlando a tutti coloro che sono “sonnambuli” nella loro schiavitù senza pensarci due volte, senza nemmeno la volontà di esaminare la situazione da una prospettiva diversa da quella a cui sono stati programmati a credere.

Se non fossimo stati sottoposti a un caso globale di fenomeno Baader-Meinhof orchestrato da esperti nel controllo di mass, come il Behavioral Insights Team – descritto sfacciatamente come “l’Unità Nudge” sul sito web del governo del Regno Unito – e implementato attraverso il MSM e i social media, tu potresti ancora vivere e amare la vita nello stesso modo in cui facevi due anni fa. Tu e Tutti noi. Non avremmo perso volontariamente i nostri diritti, uno per uno, per il terrore. Non avremmo iniziato a percepire i nostri simili come armi biologiche di cui vergognarsi, e da ostracizzare ed eliminare.

La segregazione medica divide ulteriormente una popolazione già frammentata, rendendoci sempre più facili da controllare. Il trauma psicologico di questo isolamento e frantumazione è incalcolabile, e l’intera portata del danno probabilmente non sarà compresa per decenni.

Il Dr. Reiner Fuellmich del “Comitato Investigativo di Berlino”, ha raccontato un fatto in cui un medico tedesco doveva prelevare denaro da un bancomat ed era entrato nell’atrio di una banca per quello scopo. Lì c’era una donna anziana che indossava una mascherina che si allontanò subito spaventata da lui perché non ne indossava, e nello stesso tempo intimava all’uomo di indossarne una, perché aveva paura di infettare se stessa e poi suo marito. Il dottore le disse di non avere paura… si avvicinò a lei, le tolse la maschera e la prese tra le braccia. La donna si mise a piangere e disse che nessuno l’aveva abbracciata per più di un anno.

Non pensi che sia straziante? Durante una protesta, una donna anziana su una sedia a rotelle ha mostrato un cartello con la scritta “Preferirei morire di COVID piuttosto che di solitudine”, un sentimento echeggiato  da milioni di persone nelle case di cura di tutto il mondo. Che diritto hai di prendere quella decisione per lei, per loro, per chiunque di noi?

Torna al “te stesso” di due anni fa… cosa penserebbe “lui” rispetto al fatto di essere criminalizzati per atti come abbracciare, sorridere e cantare. Anche allora esistevano malattie contagiose. Ma non eravamo ancora stati condizionati a temere la presenza fisica l’uno dell’altro. La disumanizzazione è molto più efficace quando non possiamo vedere i volti degli altri, toccarci le mani, parlare di persona o abbracciarci.

Kerry Chant, Chief Health Officer australiano del New South Wales, ha avuto il coreaggio di chiedere alla gente di “evitare di conversare” con i propri vicini o i propri cari. Cosa hanno paura che ci diciamo l’un l’altro? Quando le persone non parlano più di persona, tutte le comunicazioni possono essere mediate attraverso Big Tech, che deciderà ciò che ritengono “sicuro” per te da ascoltare.

Ogni aspetto delle normative che vengono rilasciate a livello globale è progettato per separarci, creando un sistema di apartheid che bandisca il dissenso e incoraggi la persecuzione di coloro che mettono in discussione il sistema e i governi.

Per favore, ricorda l’umanità di coloro che sei progressivamente condizionato a insultare, al punto che ti va bene che vengano multati, esclusi dall’accesso ai beni di sostentamento, arrestati e imprigionati. Sta succedendo altrove. Non illuderti pensando che non può succedere anche nel tuo paese.

Articolo di Margaret Anna Alice

Fonte: https://www.databaseitalia.it/lettera-a-un-covidiano-un-esperimento-di-viaggio-nel-tempo-la-criminalizzazione-della-presenza-fisica-e-il-potere-di-un-abbraccio/

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