”Gli Oligarchi di Silicon Valley sono più potenti del Presidente USA e vogliono che tu lo sappia” (Tucker Carlson)

Il Presidente Trump venerdì ha detto che sta prendendo in considerazione altre piattaforme di social media e potrebbe persino crearne una propria, dopo che è stato banatto da Twitter, in seguito alla rivolta del Campidoglio di mercoledì scorso.
È stato anche bloccato dalla pubblicazione su Facebook e Instagram, almeno fino alla scadenza del suo mandato. “Come ho detto da molto tempo, Twitter è andato sempre più in là nel vietare la libertà di parola, e stasera i dipendenti di Twitter si sono coordinati con i Democratici e la Sinistra Radicale nel rimuovere il mio account dalla loro piattaforma, per mettere a tacere me – e Voi, i 75.000.000 di grandi patrioti che hanno votato per me”, , ha twittato il presidente dall’account @Potus invece che dal suo personale @ReadDonaldTrump, che utilizzava quasi esclusivamente prima del divieto…

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Multinazionali pro gender e migranti: la Silicon Valley patria del Neo-Comunismo

di Adriano Scianca
Qualche decennio fa, Giorgio Locchi e Alain de Benoist fecero scalpore con il loro saggio su “Il Male americano”, in cui arrivarono a definire Washington come “la capitale del neomarxismo”. All’epoca si poteva sorriderne, forse, ma oggi quell’intuizione ci sembra geniale.
Dovendo rifare oggi il punto della situazione, ci sarebbe solo da fare una piccla correzione: non Washington, ma la Silicon Valley è oggi il punto di riferimento del progressismo più spinto. Non è del resto un caso se esso coincida con il quartier generale del capitalismo globale.

È di pochi mesi fa la notizia che James Damore, ingegnere di Google, è stato licenziato in tronco dalla multinazionale, per aver pubblicato un documento di 10 pagine in cui ha affermato che donne e uomini sono…

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