L’arresto di Julian Assange segna la fine del mito della libertà della rete

di Sergio Scorza
Julian Assange è stato arrestato il 12 aprile dalla polizia inglese dopo che il presidente Lenin Moreno ha revocato l’asilo politico, in violazione del diritto internazionale ed in base a un mandato del 2012, quando, invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro (poi archiviate), Assange si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, cui chiese asilo il 19 giugno 2012.
Il predecessore di Lenin Moreno, Rafael Correa, allora, gli aveva concesso protezione perché aveva ritenuto fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, in ordine alla possibilità che un’eventuale arresto avrebbe portato ad una sua estradizione negli Stati Uniti dove, dal 2010, esiste un mandato di arresto coperto da segreto per divulgazione di documenti segreti “diplomatic cable”, ovvero, di rapporti ufficiali di funzionari e ambasciatori facenti capo al dipartimento di stato americano ed aventi come oggetto le relazioni tra funzionari americani e tra Stati e governi stranieri. Duecentocinquanta milioni di documenti confidenziali della diplomazia statunitense ed internazionale, in grado di fornire una visione senza veli sui capi di stato e sui leader stranieri dell’epoca e dunque sui retroscena della politica estera USA…

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Elezioni 2019: così i “sorosiani” si apprestano a sabotare la libera informazione

di Enzo Pennetta
Si avvicinano le elezioni europee e l’Open Society Foundation tramite “AVAAZ” lancia un’operazione per disturbare e possibilmente silenziare, la libera informazione.
Così come era avvenuto nelle ultime elezioni politiche dello scorso marzo, nuovamente la società nata grazie a cospicui finanziamenti di George Soros – e che ufficialmente promuove petizioni online, ma che di fatto si appropria di innumerevoli indirizzi email per condizionare gli utenti – si appresta a schierarsi per spingere le candidature globaliste e in questo caso specifico filo-establishment, in vista delle elezioni UE.
La mail che ha ricevuto o riceverà chiunque abbia in passato firmato anche solo una petizione online a favore di una qualche causa, come, ad esempio, quella contro l’inquinamento, contiene un messaggio di propaganda da ex Germania dell’Est ,con il quale si chiede di diventare delatori contro i presunti inventori di fake news, che ormai sembrerebbero dominare incontrastati le elezioni…

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