Pigmei pestati con l’avallo del WWF? La denuncia di Survival

I “Pigmei” Baka rischiano arresti e pestaggi, torture e morte per mano dei guardaparco che li accusano di “bracconaggio”.

Risultato immagini per Pigmei Baka

Succede in Africa dove gran parte delle loro terre sono state trasformate in “aree protette”. A causa delle restrizioni sulla caccia, i Baka vengono spesso criminalizzati come “bracconieri”, quando cacciano per nutrire le loro famiglie. Come i Baka sono decine le altre tribù in Camerun, nella Repubblica Centrafricana e nella Repubblica del Congo che rischiano ogni giorno, da anni, la stessa sorte.

Per fermare questa “mattanza umana” Survival International ha presentato un’Istanza formale all’OCSE in merito alle attività del WWF che, secondo il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, da oltre 15 anni sarebbe a conoscenza degli abusi subiti dai Baka da parte delle guardie in Camerun.

È la prima volta che un’organizzazione per la conservazione è oggetto di un’istanza presentata all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Si tratta infatti di una procedura generalmente utilizzata contro le società multinazionali. Nell’istanza il WWF è accusato di coinvolgimento in abusi violenti e furti di terra ai danni dei “Pigmei” Baka del Camerun; maltrattamenti perpetrati dalle squadre anti-bracconaggio in parte finanziate ed equipaggiate proprio dall’organizzazione.

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Noi di Dolce Vita abbiamo chiesto al WWF di aiutarci a chiarire la loro posizione, ma al momento in cui scriviamo non abbiamo ricevuto risposta. Le testimonianze fornite dai Baka a Survival in merito alle attività delle squadre anti-bracconaggio sono diverse. Oggi la terra dei Baka continua a essere devastata dal disboscamento, dalle attività minerarie e dal traffico di animali.

Gli indigeni temono che le loro terre vadano distrutte, nonostante sia negato loro l’accesso a vaste aree, proprio nel nome della conservazione, dimenticando forse che loro, i popoli indigeni, sono i migliori alleati dell’ambiente e dovrebbero essere al centro delle politiche per la conservazione. Non sono certo i Baka e le altre tribù della foresta i “cattivi” che si nascondono dietro il mercato nero della natura.

Fonte: https://www.dolcevitaonline.it

V-19
di Massimo Citro

V-19

di Massimo Citro

La verità sul CoViD-19 in un dialogo veloce, essenziale e d'immediata comprensione, nel quale l'autore Massimo Citro replica a tutte quelle domande a cui non è mai stato possibile rispondere nei salotti massmediatici.

Una denuncia per crimini contro l'umanità, strage, omicidio, lesioni personali, omissione di soccorso, epidemia dolosa, truffa e violenza privata.

Un'accusa verso chi ha costruito il SARS-CoV-2 e lo ha sparso, al fine di creare un'epidemia mondiale, la cui isterica drammatizzazione giustificasse la violenza, le violazioni del diritto, le discriminazioni, la necessità di un vaccino che non lo era.

Un biasimo colposo, per aver abbandonato gli infettati lasciandoli morire, quando le cure esistevano ed erano in letteratura medica da diciassette anni. Un j'accuse per aver spacciato come "vaccini" quelli che in realtà sono farmaci sperimentali, il cui antigene non è stato attenuato né reso incapace di nuocere.

Per questo non sono classificabili come vaccini ma armi biologiche: non-vaccini e, quindi, no-vax. Così come si dovrebbe parlare di "Malattia da Spike" (Spike Disease o SPID), la cui forma acuta è stata la CoViD-19 e la cronica sono le long e post-covid virali e "vaccinali" e i danni da "vaccini".

I responsabili e i loro fiancheggiatori dovranno rendere conto di questi crimini in tribunale e all'umanità intera.

Sei milioni di morti e centinaia di milioni di danneggiati dal virus, ai quali si aggiungono le vittime della tossina spacciata per vaccino, reclamano l'undici marzo (dichiarazione della "pandemia") come Giorno della Memoria del Secondo Olocausto.

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