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Dr. Giuseppe Cocca: “Come curare la disbiosi intestinale e il microbiota alterato”

di Giuseppe Cocca

Con il termine “disbiosi” viene descritta una generica alterazione di quella che una volta era chiamata flora batterica intestinale, oggi microbiota.

Se sono interessate altre aree, si parla di disbiosi vaginale, orale o cutanea. Per quanto concerne il nostro focus, dedicheremo la nostra attenzione alla disbiosi intestinale. Alla disbiosi sono imputati sintomi a carattere intestinale e non solo, per esempio gonfiore, stitichezza, forma di diarrea e malessere generale.

Come abbiamo detto il microbiota è in diretta relazione con stile di vita, abitudini alimentari e ambiente in cui si vive: perciò siamo noi stessi a selezionare quasi senza saperlo, chi ospitiamo nel nostro apparato digerente. Se trascurata, la disbiosi può aggravarsi indebolendo la salute generale dell’organismo e accelerando il processo d’invecchiamento.

L’intestino s’infiamma e non è più in grado di assorbire adeguatamente i nutrienti, provocando carenze nutrizionali di minerali come il magnesio. A ciò si sommano un affaticamento generalizzato, allergie e altri sintomi patologici. Sarebbe meglio considerare la disbiosi non un’alterazione, ma una vera e propria risposta del microbiota a un modello alimentare non in sintonia con le necessità del nostro organismo. Se non soddisfiamo le esigenze delle cellule, non soddisfiamo neanche quelle del microbiota originario. È come se, con dei piccoli segnali, il nostro microbiota cercasse di farci capire che stiamo tentando d’infilare in uno stivale numero 35 un piede che porta il 43: non è adatto a noi, non si conforma ai nostri bisogni e ci provoca anche (non pochi) fastidi.

Se le nostre scelte alimentari non sono adatte a noi, il microbiota si altera per il cambiamento avvenuto e cerca di farcelo capire, di avvertirci. Più specificatamente, la disbiosi si può considerare come la risposta del corpo/microbiota a un modello alimentare troppo ricco di:

  • Zuccheri raffinati e dolci
  • Carne
  • Cibi industriali
  • Amidi
  • Farmaci
  • Lassativi
  • Additivi alimentari
  • Alcol
  • Cibo in generale
  • Prodotti caseari

E allo stesso tempo povero di alimenti come:

  • Ortaggi
  • Frutta
  • Noci

Da assumersi nella giusta quantità, provenienti da agricoltura biologica, preferibilmente da consumarsi freschi e crudi. Altri aspetti da non sottovalutare nelle risposte che chiamiamo disbiosi sono lo “stress” e i cosiddetti conflitti interiori. Quando il nostro organismo risponde con i sintomi sopra elencati, sarebbe meglio rivedere qualcosa nel nostro stile di vita. La disbiosi va trattata con diversi accorgimenti che tratteremo più avanti.

Sintomi della disbiosi

Solitamente la disbiosi è il primo passo che anticipa risposte più importanti come obesità, allergie, intolleranze alimentari, patologie infiammatorie ecc. Ancor prima della disbiosi, il nostro organismo ci invia altri segnali. La disbiosi è preceduta da sintomi che spesso vengono considerati normali, mentre in realtà ci indicano che qualcosa sta cambiando:

  • Astenia
  • Digestioni difficili
  • Piccoli bruciori
  • Alitosi
  • Leggera flatulenza

Quando la disbiosi è conclamata, questi sintomi s’intensificano causando anche lo sviluppo di allergie e intolleranze alimentari, emicrania, insonnia, indolenzimenti ecc. Ci sono due sistemi per valutare la qualità del nostro microbiota e del nostro modello alimentare.

  • Abbiamo un buon microbiota, quando non abbiamo bisogno di carta igienica dopo esserci scaricati e le feci, oltre ad essere ben formate, hanno un odore non percettibile;
  • Abbiamo un buon modello alimentare, quando dopo un pasto che reputiamo soddisfacente e gradevole, riusciamo a fare una corsa, nel caso ce ne fosse bisogno.

In natura, i predatori possono anche mangiare così tanto da rimanere bloccati nel processo digestivo e non avere nemmeno la forza di muovere un muscolo. Gli animali che consideriamo prede, invece, non mangiano mai così tanto da non poter scappare in caso di emergenza.

Le cause della disbiosi


Quali sono, quindi, le cause che portano allo sviluppo della disbiosi? Alimentazione sbilanciata, uso eccessivo di antibiotici. A questi due fattori vanno aggiunti lo stress quotidiano, da non sottovalutare quando si tratta della salute dell’intestino, e anche,  paradossalmente, un’igiene eccessiva.

  • Stress: oggi lo stress colpisce tutti indistintamente, dal bambino all’anziano passando per giovani e adulti. La conseguenza più evidente dello stress è l’interruzione di una comunicazione sana tra intestino e cervello, a discapito del funzionamento del microbiota. Per scaricare lo stress, o ancora meglio, per evitare di accumularlo con strascichi negativi su tutto l’organismo, è molto utile praticare un moderato esercizio fisico, meditare o fare yoga, mantenere uno sguardo positivo sul mondo e sulla propria vita e cercare il più possibile di ridere (anche di sé, senza prendersi troppo sul serio) e adottare un’alimentazione sana. La fisica quantistica offre una soluzione molto in voga per affrontare in maniera positiva il presente e il futuro che ci attendono. Basta visualizzare uno scenario di felicità in cui noi prosperiamo su tutti i livelli: al lavoro, in famiglia, nell’amore ecc. La ricerca scientifica ha confermato che questo tipo di esercizio mentale si traduce in alterazioni corrispondenti sul piano biochimico e neurologico, dando una sferzata di energia all’organismo, intestino compreso. I classici torciglioni allo stomaco, frutto di ansia e preoccupazione, svaniscono se si seguono queste semplici raccomandazioni. Con ciò non voglio assolutamente sminuire i piccoli o grandi drammi a cui tutti andiamo incontro. Ma soccombere e lasciarsi schiacciare dallo stress e dal dolore non aiuta a risollevarci e a continuare a godere delle gioie della vita.
  • Troppa igiene: secondo alcune teorie, in presenza di standard igienici eccessivamente elevati, i bambini non sarebbero esposti a quantità e specie di microbi sufficienti, per garantire il pieno sviluppo del loro ecosistema intestinale, il che rappresenta il primo passo verso la disbiosi. Sarebbe bello potersi affidare al buon senso per stabilire quando si rischia l’eccesso d’igiene, ma qui i parametri variano a seconda di quanto sia alta la paura di ammalarsi e di esporsi alla contaminazione batterica. E purtroppo oggi il clima di terrore (su tutti i fronti, malattie comprese) è surriscaldato dai media e dall’offerta sul mercato di prodotti per proteggersi dai germi e batteri in ogni momento della giornata.

Riequilibra il tuo microbiota

Essendo il microbiota influenzato e formato da ciò che mangiamo, il primo passo per raggiungere l’equilibrio è regolare l’alimentazione; ma questo non è l’unico sistema. Abbiamo a disposizione tre strumenti per riequilibrare il microbiota.

1. Il primo strumento, è quello di selezionare nuovi microrganismi, modificando il substrato nutritivo sul quale i microrganismi vivono. Per fare ciò, possiamo cambiare stile di vita e abitudini alimentari, oppure usare dei prebiotici. I prebiotici sono sostanze organiche capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività di batteri specifici, dipendenti da quel substrato. Presenti naturalmente negli alimenti o aggiunti a essi, in grado di sostenere il microbiota nel caso in cui manchino i nutrimenti necessari. Si definisce prebiotico una sostanza che, nonostante sia presente nel cibo, non è utilizzata dall’organismo umano ma dal microbiota intestinale, favorendone lo sviluppo. I prebiotici furono identificati dal ricercatore belga Marcel Roberfroid nel 1993. Sono per la grande maggioranza carboidrati, anche se il prebiotico di maggiore interesse è sicuramente l’inulina (contenuta in grandi quantità negli asparagi, nel topinambur e nella radice di cicoria).

2. Il secondo strumento, consiste nell’integrare i ceppi batterici mangiando cibi crudi, usufruendo in questa maniera di ceppi di batteri che normalmente ricoprono le strutture viventi come frutta e verdura. Per molti ricercatori, infatti, sarebbe importante nutrirsi di prodotti biologici o coltivati secondo criteri il più possibile naturali, senza lavarli e senza cuocerli, per poter sfruttare il microbiota che ricopre normalmente questi prodotti genuini. Batteri e funghi colonizzano tutte le superfici delle strutture alimentari. Gli stessi predatori arricchiscono il loro pasto con il microbiota delle loro prede; in natura basta mangiare per arricchire di nutrienti l’apparato digerente. Noi umani, e con noi gli animali da compagnia e da allevamento, non abbiamo più questa capacità, a meno che non ricominciamo a fare scelte alimentari in sintonia con i bisogni fisiologici. Con cottura e sterilizzazione, oltre ai presunti vantaggi, distruggiamo anche il microbiota superficiale dell’alimento e i benefici a esso connessi. Solo mantenendo una buona percentuale di alimentazione cruda, nel rispetto della natura, rinnoviamo tramite i pasti sia i prebiotici che i probiotici.

3. Il terzo e ultimo strumento per riequilibrare il nostro organismo, è il cosiddetto “trapianto di microbiota” o, più volgarmente trapianto fecale. Attualmente si sta valutando l’idea di trapiantare il microbiota di persone sane in individui malati, per favorire una ricolonizzazione ottimale (o almeno questa è la speranza). Personalmente penso che essendo il microbiota in relazione al nostro modello alimentare e al nostro stile di vita, lavorare sui primi due aspetti garantisce risultati migliori e più duraturi.

Idrocolonterapia del colon per curare la disbiosi

Esiste un quarto strumento non specifico per la disbiosi e utilizzato anche per molte altre patologie, ed è l’idrocolonterapia del colon. Consiste nell’introduzione e nel deflusso di acqua filtrata nell’organismo per via rettale mediante una macchina che regola velocità e temperatura del flusso. In pratica si tratta dell’evoluzione dell’antico clistere, già diffuso tra le popolazioni della Mesopotamia, tra gli antichi egizi e in Grecia. Lo stesso Ippocrate lo raccomandava in caso di necessità.

L’idroterapia del colon, in caso di malfunzionamento dell’intestino, permette l’eliminazione degli elementi tossici che si accumulano lungo le pareti intestinali quando gli scarti, che dovrebbero essere prontamente evacuati, ristagnano e si putrefanno. Una condizione di questo tipo porta allo sviluppo di sintomi come affaticamento, scarsa vitalità, aggressività e ansia, mancanza di concentrazione, crampi, gonfiore e molto altro. Vale la pena di segnalare però che esistono anche molti detrattori di questa pratica, che non garantirebbe i benefici di cui si è parlato e anzi, potrebbe rischiare di causare complicazioni cardiache e neurologiche, infezioni e perforazioni intestinali.

Il digiuno. Uno dei metodi più potenti per la salute

Oltre ai probiotici e prebiotici esistono altri strumenti che possiamo adottare per ripristinare il nostro microbiota. Uno di questi è il digiuno, considerato da millenni uno dei mezzi più potenti per il recupero della salute. È un metodo semplice e anche piacevole, ma prima di affrontarlo, è meglio studiare a fondo l’argomento e farsi seguire da un esperto. Attualmente, questa pratica è stata riscoperta anche dalla medicina convenzionale. In questo contesto, non parliamo del digiuno legato alla nostra fisiologia, ma in relazione al microbiota intestinale. Il digiuno, mettendo l’apparato digerente a riposo, favorisce il completamento della digestione e anche il microbiota, non ricevendo più cibo dall’esterno, entra in uno stato di quiescenza.

Durante il digiuno costringiamo il microbiota intestinale ad adattarsi e a metabolizzare solo il materiale presente negli intestini, facendo pulizia. Successivamente esso entra in stato di attesa e possiamo riselezionarlo mediante un’alimentazione più accorta. Un esempio di digiuno può essere quello di 24 ore, con il programma “No colazione, no pranzo”. Ma anche in questo caso, occorrono competenza e attenzione nella gestione del digiuno: molte persone sono povere di “energie” e intossicate a un punto tale da esaurire in poco tempo le loro riserve di vitamine, sali minerali, oligoelementi ecc., per cui la supervisione di un esperto o la preparazione tramite studio e lettura di testi specializzati si rende necessaria per trarre il massimo vantaggio da questa pratica.

Vale la pena di sottolineare la fondamentale differenza tra digiuno e inedia (fame acuta): quest’ultima è la fase che sopraggiunge quando le riserve energetiche dell’organismo terminano. Nessun digiuno volontario arriva a questo punto, s’interrompe molto ma molto prima. Il digiuno è la prima fase dell’astensione dal cibo in cui l’organismo vive grazie alle proprie riserve, senza intaccare gli organi e le strutture fondamentali per la sopravvivenza. Per questo motivo il digiuno è da considerarsi una vera e propria pratica per la salute e come tale non va sottovalutata.

Se senti che potrebbe fare al caso tuo, informati studiando i testi specifici sull’argomento oppure, ancora meglio, partecipa a un digiuno guidato. Di solito di benefici di questo trattamento sono molteplici: perdita di peso, affinamento degli organi sensoriali, profondo stato di rilassatezza e tranquillità, potenziamento delle facoltà mentali. La risposta del corpo a questa fase di disintossicazione è evidente: mestruazioni più scure e abbondanti, lingua patinosa e sapore cattivo in bocca, alito e sudore più pesanti, urine abbondanti, più scure, dense e odorose (diciamo così). Tutti segnali positivi: indicano che il corpo sta espellendo le tossine!

Quanto tempo occorre per riselezionare il nostro microbiota?

Da alcuni studi si è scoperto che basta cambiare le abitudini alimentari per iniziare a migliorare la qualità del microbiota. I primi cambiamenti si osservano già dalle prime 24/48 ore, ovviamente sono cambiamenti temporanei che andrebbero consolidati. Per cambiamenti che possiamo definire strutturali servono almeno 21 giorni, questo è il tempo minimo per iniziare a consolidare una nuova struttura microbiotica. Una volta che il microbiota si è ristabilizzato in relazione a nuove abitudini alimentari e di vita, questo nuovo stile va mantenuto per renderlo sempre più stabile e poter contare su un potente alleato per la nostra salute. Quello che inizialmente sembra un sacrificio, può diventare con sorpresa un nuovo e piacevole stile di vita.

Tratto da: “L’intestino intelligente” di Giuseppe Cocca

Giuseppe Cocca – laureato in Medicina e Chirurgia, con diploma di Medicina Tradizionale Cinese, Agopuntura e Omeopatia, tiene conferenze in tutta Italia di Alimentazione Naturale e Raw Food, Digiuno Consapevole, Nuova Igiene Naturale. Ha studiato Natural Hygiene con il dr. Kaki Siidwa, allievo diretto di H.M. Shelton e con Desirè Merien, uno dei massimi esponenti dell’Igienismo Francese.

Fonte: https://www.dionidream.com

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