Gli “Anni Trenta” Sono Davanti a Noi

di Giorgio Agamben
I segni dell’accecamento, dell’assenza di pensiero e di una probabile, imminente autodistruzione, si sono vertiginosamente moltiplicati.
Nel novembre del 1990 Gérard Granel, una delle menti più lucide della filosofia europea di quegli anni, tenne nella New School for Social Research di New York una conferenza il cui titolo, certamente significativo, non mancò di provocare fra i benpensanti qualche reazione scandalizzata: Gli anni trenta sono davanti a noi.
Se l’analisi condotta da Granel era genuinamente filosofica, le sue implicazioni politiche erano infatti immediatamente percepibili, dal momento che in questione, nel sintagma cronologico apparentemente anodino, erano puramente e semplicemente il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e lo stalinismo nell’Unione sovietica, cioè i tre tentativi politici radicali di “distruggere e sostituire con un ‘ordine nuovo’ quello in cui l’Europa si era fin allora riconosciuta”

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I Media e la Menzogna Senza Verità

di Giorgio Agamben
Ci sono diverse specie di menzogna.
La forma più comune è quella di chi, pur sapendo o credendo di sapere come stanno le cose, per qualche ragione dice consapevolmente il contrario o comunque nega anche solo parzialmente ciò che sa essere vero. È quanto avviene nella falsa testimonianza, che per questo è punita come un crimine, ma anche più innocentemente ogni volta che dobbiamo giustificarci di un comportamento che ci viene rimproverato.
La menzogna con cui abbiamo a che fare da quasi tre anni non ha questa forma. È, piuttosto, la menzogna di chi ha smarrito il discrimine fra le parole e le cose, fra le notizie e i fatti e quindi non può più sapere se sta mentendo, perché per lui è venuto meno ogni possibile criterio di verità…

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Libertà e Insicurezza

di Giorgio Agamben
John Barclay, nel suo profetico romanzo Argenis (1621), ha definito in questi termini il paradigma della sicurezza che i governi europei avrebbero più tardi progressivamente adottatto: “O rendi agli uomini la loro libertà o dai ad essi la sicurezza, per la quale abbandoneranno la libertà”.
Libertà e sicurezza sono cioè due paradigmi di governo antitetici, fra i quali lo Stato deve ogni volta operare la sua scelta. Se vuole promettere ai suoi sudditi sicurezza, il sovrano dovrà sacrificare la loro libertà e, viceversa, se vuole la libertà dovrà sacrificare la loro sicurezza.
Michel Foucault ha, però, mostrato come si debba intendere la sicurezza (la sureté publique) che i governi fisiocratici, a partire da Quesnay, sono i primi ad assumere esplicitamente fra i loro compiti nella Francia del XVIII secolo. Non si trattava – allora come oggi – di prevenire le catastrofi, che nell’Europa di quegli anni erano essenzialmente le carestie, ma di lasciare che esse si producessero per poter poi subito intervenire per governarle nella direzione più utile…

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Biosicurezza e Politica

di Giorgio Agamben
Può la perdita dei rapporti umani, del volto, dell’amicizia, dell’amore essere compensata da una sicurezza sanitaria astratta e presumibilmente del tutto fittizia? Una tale società potrà ancora definirsi umana?
Ciò che colpisce nelle reazioni ai dispositivi di eccezione che sono stati messi in atto nel nostro paese (e non soltanto in questo) è l’incapacità di osservarli al di là del contesto immediato in cui sembrano operare. Rari sono coloro che provano invece, come pure una seria analisi politica imporrebbe di fare, a interpretarli come sintomi e segni di un esperimento più ampio, in cui è in gioco un nuovo paradigma di governo degli uomini e delle cose…

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