Gli “Anni Trenta” Sono Davanti a Noi

di Giorgio Agamben
I segni dell’accecamento, dell’assenza di pensiero e di una probabile, imminente autodistruzione, si sono vertiginosamente moltiplicati.
Nel novembre del 1990 Gérard Granel, una delle menti più lucide della filosofia europea di quegli anni, tenne nella New School for Social Research di New York una conferenza il cui titolo, certamente significativo, non mancò di provocare fra i benpensanti qualche reazione scandalizzata: Gli anni trenta sono davanti a noi.
Se l’analisi condotta da Granel era genuinamente filosofica, le sue implicazioni politiche erano infatti immediatamente percepibili, dal momento che in questione, nel sintagma cronologico apparentemente anodino, erano puramente e semplicemente il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e lo stalinismo nell’Unione sovietica, cioè i tre tentativi politici radicali di “distruggere e sostituire con un ‘ordine nuovo’ quello in cui l’Europa si era fin allora riconosciuta”

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Londra città senz’Anima: così arabi e cinesi si sono comprati la City

di Federico Giuliani
Londra è una città che ha perso la sua Anima.
Gli indicatori economici e finanziari la rendono una delle capitali più ambite del mondo, ma il cuore del Regno Unito, in cui vivono poco più di 8 milioni di persone, continua a battere solo affidandosi a generosi investitori stranieri.
I nuovi padroni di Londra vengono dal Medio Oriente e dall’Estremo Oriente, sono sceicchi e cinesi; sono loro che hanno modificato la geografia della City e che nel giro di pochi anni costringeranno a un cambiamento repentino anche la cultura del paese. Aeroporti, appartamenti di lusso, palazzi, hotel, storici negozi; gli acquirenti arabo-cinesi si sono comprati tutto e il loro peso specifico all’interno dell’economia inglese, cresce anno dopo anno…

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La “Società del non-luogo” e i Profeti del meticciato

di Carlo Bogside
La società occidentale contemporanea assume sempre più i contorni del non-luogo. Non vi è ambito che sfugga a questa nuova Bibbia del pensiero destrutturante, che vede l’uomo come un essere biologico che deve mutare la sua identità lavorativa, sessuale, nazionale e religiosa, a seconda delle necessità dettate dal “politically correct”.
Basti pensare all’ambito del lavoro, ove oltre alla prassi del lavoro precario che oramai è l’ultima frontiera delle assunzioni per i giovani e non solo, si assiste ora all’affermarsi del cosiddetto “smartworking”, cioè il lavoro svolto non più in un posto fisso e continuativo, ma in ogni dove e a ogni ora, avendo a disposizione telefoni e computer portatili forniti dall’azienda…

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Sveglia… il Novecento è finito!

Manipolazione mass-media

di Giampiero Venturi
“Alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena, potete stare a galla…” cantava Battiato negli anni ’80. Più che elitaria o provocatoria, la citazione era attualissima per l’epoca e al tempo stesso antesignana per i tempi a venire.
Se in questi giorni prevalga più la stupidità o la cattiva informazione è difficile a dirsi. Dalla prima, nessuno di noi è immune da millenni; sulla seconda varrebbe la pena riflettere, soprattutto in un’epoca che fa della comunicazione di massa la sua essenza.
Uno spunto ce lo offrono le presidenziali francesi, arrivate all’epilogo già previsto. Dopo un anno di dibattiti sintomatici di come vengano diffuse e percepite le cose, l’aria che si respira sa di riciclo. Tutto sembra già visto o per dirlo in tema, déjà vu

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Come si distruggono i talenti sull’altare del conformismo

Rino Gaetano

di Sebastiano Caputo
L’industria culturale nella società dell’intrattenimento denigra la genialità e produce solo talenti profondamente conformisti, effimeri, consumabili, “usa e getta”. La letteratura suggerisce il libro dell’anno, il cinema premia i film più avvincenti, l’arte concepisce “ready made” e “happening”, la musica si riduce al “Talent Show”.
Come in politica, anche nel mondo artistico si distinguono genio e talento. Otto Weininger (filosofo austriaco), morto suicida all’età di ventitré anni per colpa di una scommessa persa con un amico, scriveva a…

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