L’Ue vuole cancellare l’Italia dalle etichette: ecco come ci fregano a tavola

di Attilio Barbieri
L’associazione che riunisce le più grandi industrie di trasformazione alimentare del Vecchio Continente, lancia un siluro preventivo destinato a stoppare i tentativi di estendere ai Ventisette il modello italiano di etichettatura d’origine.
L’industria alimentare europea detta in anticipo le regole al Parlamento europeo, che uscirà dalle elezioni di maggio. In un documento che ha pubblicato sul proprio sito internet (Fooddrinkeurope.eu), tenta di stoppare la diffusione, agli altri paesi eu, del modello italiano di etichettatura d’origine, con il Paese di provenienza delle materie prime scritto in modo trasparente. Una sfida lanciata per ora informalmente dal vicepremier Matteo Salvini e raccolta da alcune organizzazioni del settore, come Coldiretti e Filiera Italia.
Nel documento, intitolato Let’s step up to the plate, con un sottotitolo eloquente, la più potente lobby industriale che operi a Bruxelles, assieme a big pharma, spiega senza giri di parole cosa si aspetta da Parlamento, Consiglio e Commissione: “Prevenire ulteriori perturbazioni nel mercato unico evitando la proliferazione di misure nazionali non giustificate sotto il diritto dell’Ue”. E il diritto Ue, è quello che ha previsto nel cosiddetto sistema di etichettatura armonizzato, la possibilità di assolvere alla dichiarazione d’origine con una generico “Ue e non Ue”. Che equivale in pratica a dichiarare come provenienza il “pianeta Terra”…

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Embargo Russia: costato 1 mld al Made in Italy

Le esportazioni agroalimentari made in Italy hanno perso oltre un miliardo di euro, a causa del blocco applicato ad una lista di prodotti vietati all’ingresso in Russia: si tratta di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia.
Il dato emerge da un’analisi di Coldiretti in occasione della recente visita del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in Russia, a poco più di quattro anni dall’entrata in vigore dell’embargo, con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato, come ritorsione alle sanzioni europee.
All’azzeramento della spedizione di questi prodotti agroalimentari made in Italy in Russia, e alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni si sommano – sottolinea l’associazione – quelle indirette, dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione, che non hanno nulla a che fare con il made in Italy…

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