La Vita Che Ci State Rubando
di Angela Camuso
Una rigorosa e documentata contro-narrazione del 2020 vissuto in “Lock-down perpetuo”, in cui l’informazione non è stata all’altezza di una liberal-democrazia.
Marzo 2020. Un topo si aggira solitario nella piazzetta lasciata deserta dagli umani rintanati nelle loro abitazioni.
È passata solo una settimana da quando è iniziata la reclusione forzata per tutta la cittadinanza, i media rilasciano notizie allarmanti e contraddittorie. Gli stessi medici che minimizzavano sono in televisione con la mascherina a fornire cifre catastrofiche.
La vera emergenza è quella del rischio di un collasso del sistema sanitario pubblico, ma non viene affrontata in maniera efficace.
I giornalisti assecondano la propaganda che arriva a reti unificate dal governo: il popolo rimane in balia dello stesso copione allarmistico che ha lo scopo di perpetuare gli arresti domiciliari per tutti. Chi dissente dalla narrazione prevalente è costretto al silenzio.
Il lockdown è sancito in maniera unilaterale per tutte le regioni, sia quelle colpite come la Lombardia sia quelle senza diffusione come il Meridione. I certificati di morte per Covid sono redatti secondo un modello che crea le premesse per un falso storico. Molte delle persone decedute per Covid non sono curate adeguatamente o non sono curate affatto, anche a causa dei drastici tagli alla sanità pubblica.
Il totalitarismo dei nostri giorni individua il nuovo nemico pubblico da condannare in quelli che sono i nuovi untori, ovvero i giovani della “movida”, i runner e gli asintomatici. Intanto l’indottrinamento continua, le persone sono colpevolizzate, ricattate dal senso di responsabilità imposto.
Nel mentre, le misure repressive fanno smarrire la voglia di libertà e la capacità stessa di reagire agli abusi.
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