Francia: Renaud Camus condannato per aver criticato l’Immigrazione

di Roberto Vivaldelli

Renaud Camus è stato condannato a due mesi di prigione con la condizionale e a risarcire con 1.800 euro due associazioni antirazziste. Motivo? Ha criticato l’immigrazione.

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Nuovi guai per lo scrittore francese Renaud Camus. Dopo essere stato condannato per “incitamento all’odio razziale” nel 2014, il fondatore del Parti de l’In-nocence, autore della “Grande Sostituzione” (Le Grand Remplacement), cioè la colonizzazione della Francia (e più in generale dell’Europa) da parte di migranti islamici, come riporta La Verità, è stato nuovamente condannato a due mesi di prigione con la condizionale e a risarcire con 1.800 euro ciascuna delle due associazioni antirazziste costituitesi parti civili, Sos Racisme e La Licra. I giudici gli hanno contestato il reato di”incitazione pubblica all’odio o alla violenza in ragione dell’origine, dell’etnia, della nazione, della razza o della religione tramite parole, scritti, immagini o mezzi di comunicazione pubblici per via elettronica.

I magistrati del tribunale di Auch, hanno contestato all’intellettuale francese un discorso pronunciato il 9 novembre 2017 a Colombey-les-deux Eglises, per il Conseil national de la résistance européenne, che lo stesso Camus ha condiviso sui social. L’immigrazione è diventata invasione – ha dichiarato Camus nel discorso incriminato dai giudici. La colonizzazione irreversibile è la colonizzazione demografica, attraverso la sostituzione della popolazione”. E ancora:La sostituzione etnica, il Grande rimpiazzo, sono l’evento più importante nella storia del nostro paese da quando è esistito, poiché con altre persone la storia, se continua, non sarà più quella della Francia”.

Non ci sono jihadisti francesi, ha sottolineato, e “se sono jihadisti non sono francesi”. Ciò di cui abbiamo bisogno, ha poi spiegato, è il raduno di tutti coloro che si oppongono all’islamizzazione e alla conquista africana. Ciò che è necessario è un Consiglio nazionale di resistenza, di resistenza europea, perché tutte le nazioni europee sono invitate a guidare al nostro fianco la lotta per la salvezza della nostra civiltà comune, celtica, slava, germanica, greco-latina, giudaico-cristiana”.

Uno spettro ossessiona l’Europa e il mondo, ha infine rimarcato in uno dei passaggi presi di mira dai giudici, “è la sostituzione, la tendenza a sostituire tutto con il suo emulo normalizzato, standardizzato, intercambiabile: l’originale con la sua copia, l’autentico con la sua imitazione, il vero con il falso, le madri con madri surrogate, la cultura con il tempo libero e l’intrattenimento”.

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Apriti cielo. Si può naturalmente non essere d’accordo con le tesi di Camus e il suo nazionalismo “esclusivo”, ma da quando sostenere che l’immigrazione rappresenta “un’invasione” è diventato illegale? Che cosa c’è di strano nell’affermare che un’immigrazione incontrollata e selvaggia di immigrati verso un Paese europeo rischia di cambiarlo radicalmente e di stravolgerlo sotto il profilo demografico, della cultura, degli usi e dei costumi? Dobbiamo fare finta che non sia così e che l’identità non esista? O, in ogni caso, affermarlo configura un reato d’opinione?

Quando si tratta di intellettuali e pensatori non schierati con il “pensiero unico” pare che la celebre massima “sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” valga decisamente meno. Da notare che, nonostante le sue teorie, Camus si tiene a distanza dal concetto del “white man’s burden” di Kipling e dalla considerazione che l’uomo bianco sia superiore. Quindi, dove sarebbe il razzismo? “No, non troverà una parola su questo in nessuno dei miei libri”.

E allo stesso modo, non ci sta a essere avvicinato ai suprematisti bianchi: “Io non c’entro nulla con loro. Loro, invece, hanno qualcosa a che vedere con me, perché, al pari mio, protestano contro la grande sostituzione. Ma li disapprovo, tanto più quando diventano dei terroristi. Nel 2002, fondai il ‘partito dell’in-nocenza’, con il trattino dentro, inteso come la negazione di tutto quello che può nuocere, di ogni tipo di aggressività. Io sono assolutamente non violento“.

Articolo di Roberto Vivaldelli

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/francia-renaud-camus-condannato-aver-criticato-limmigrazione-1813254.html

PROFUGOPOLI
Quelli che si riempono le tasche con il business degli immigrati
di Mario Giordano

Profugopoli

Quelli che si riempono le tasche con il business degli immigrati

di Mario Giordano

La società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri ed è controllata dal noto paradiso fiscale dell'isola di Jersey. L'ex consulente campano che con gli immigrati incassa 24.000 euro al giorno e gira in Ferrari. La multinazionale francese dell'energia. E l'Arcipesca di Vibo Valentia.

Ecco alcuni dei soggetti che si muovono dietro il Grande Business dei Profughi: milioni e milioni di euro (denaro dei contribuenti) gestiti dallo Stato in situazione d'emergenza. E proprio per questo sfuggiti a ogni tipo di controllo. Dunque finiti in ogni tipo di tasca, più o meno raccomandabile.

Si parla spesso di accoglienza e solidarietà, ma è sufficiente sollevare il velo dell'emergenza immigrazione per scoprire che dietro il paravento del buonismo si nascondono soprattutto gli affari. Non sempre leciti, per altro. Fra quelli che accolgono gli stranieri, infatti, ci sono avventurieri improvvisati, faccendieri dell'ultima ora, speculatori di ogni tipo. E poi vere e proprie industrie, che sulla disperazione altrui hanno costruito degli imperi economici: basti pensare che, mentre il 95 per cento delle aziende italiane fattura meno di 2 milioni di euro l'anno, ci sono cooperative che arrivano anche a 100 milioni e altre che in dodici mesi hanno aumentato il fatturato del 178 per cento.

Profugopoli è un fiume di denaro che significa potere, migliaia di posti di lavoro, tanti voti. E che fa gola a molti perché, come è noto, "gli immigrati rendono più della droga". Però l'impressione è che Mafia Capitale, che tanto ci ha indignato, sia solo l'inizio: c'è un pentolone da scoperchiare che non riguarda solo Roma, ma tutta Italia. Lo ha detto anche il capo dell'Anticorruzione Raffaele Cantone: "Temo abusi di un sistema diffuso". Diffuso sì, ma quanto? Leggendo queste pagine ne avrete un'idea.

Profugopoli, infatti, vi anticipa gli scandali che stanno per scoppiare, e vi svela ciò che nessuno ha ancora svelato: le coop sospette che continuano inspiegabilmente a vincere appalti, i personaggi oscuri, gli affidamenti dubbi, i comportamenti incomprensibili di alcune Prefetture. Come si giustifica, per esempio, che nel Nordest si aggiudichi bandi di gara a ripetizione una coop modenese, guidata da uno studente ventiduenne, già segnalata per "gravi inadempienze, poca trasparenza e false comunicazioni"?

Tutti gli scandali sono insopportabili. Ma quelli che si fanno scudo della generosità sono i peggiori. E vanno denunciati, in primo luogo per rispetto ai tantissimi volontari perbene: questo libro è dedicato proprio a loro, che ogni giorno tendono la mano al prossimo senza ritirarla piena di quattrini. E che, perciò, non possono essere infangati da chi ha trasformato l'accoglienza in una grande mangiatoia. Perché se i volontari aiutano gli altri è per cercare di guadagnarsi il paradiso. Quello vero, non quello fiscale.

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